Resterà aperto dal 20 marzo al 20 aprile 2023, salvo esaurimento anticipato delle risorse, lo sportello agevolativo del Fondo Rotativo Imprese per il sostegno alle imprese e agli investimenti di sviluppo nel turismo (in breve FRI-Tur), istituito dall’art. 3, comma 1 del decreto-legge n. 152 del 06/11/2021 in attuazione dell’Investimento 4.2 “Fondo integrato per la competitività delle imprese turistiche” di cui alla M1C3 “Turismo e cultura” del sopracitato PNRR.
Gestito da Invitalia, il Fondo ha a disposizione un plafond di 780 milioni di euro che saranno concessi sotto forma di contributi diretti alla spesa (180 milioni di euro di risorse PNRR) e finanziamenti agevolati (restanti 600 milioni di euro, stanziati da Cassa Depositi e Prestiti). A questa dotazione si aggiunge una provvista di ulteriori 600 milioni di euro resa disponibile tramite finanziamenti a tassi di mercato da istituti bancari convenzionati, nell’ambito di un accordo stipulato tra Ministero del Turismo, CDP e ABI. Complessivamente, FRI-Tur mobiliterà quindi risorse per 1,38 miliardi di euro da destinare ad almeno 300 imprese del comparto turistico entro la fine del 2025. Una riserva del 50% è dedicata agli investimenti di riqualificazione energetica, mentre almeno il 40% dei fondi sarà indirizzato al Sud.
Tra i possibili beneficiari rientrano le imprese alberghiere, quelle che esercitano attività agrituristica, che gestiscono strutture ricettive all’aria aperta, nonché le imprese del comparto turistico, ricreativo, fieristico e congressuale, ivi compresi gli stabilimenti balneari, i complessi termali, i porti turistici, i parchi tematici, inclusi i parchi acquatici e faunistici. Tali soggetti devono necessariamente e alternativamente: gestire un’attività ricettiva o di servizio turistico in immobili o aree di proprietà di terzi, in virtù di un contratto regolarmente registrato; essere proprietari degli immobili oggetto di intervento presso cui sono esercitati l’attività ricettiva o il servizio turistico.
Il Fondo finanzierà progetti di importo compreso tra 500mila euro e 10 milioni di euro (al netto di IVA) che vertano su almeno una delle seguenti tipologie di intervento nelle strutture: riqualificazione energetica; riqualificazione antisismica; eliminazione delle barriere architettoniche; interventi edilizi funzionali alle suddette riqualificazioni; realizzazione di piscine termali e acquisto di attrezzature per attività termali; digitalizzazione; acquisto e rinnovo di arredi.
Grazie al FRI-Tur, le imprese beneficiarie potranno godere di un contributo a fondo perduto di entità variabile tra il 5% ed il 35% del programma ammissibile, in base alla dimensione dell’impresa richiedente e alla localizzazione geografica dell’intervento. La restante parte – nel limite del 100% delle spese ammissibili – è coperta invece da un finanziamento di un istituto bancario (capofila in caso di pool) aderente alla convenzione MiTur-CDP-ABI, con una durata massima di 15 anni comprensiva di un periodo di preammortamento fino a 3 anni, da rimborsare: ad un tasso agevolato pari allo 0,5% nominale annuo per la metà dell’importo erogata a valere sullo stanziamento FRI-Tur di CDP; a condizioni di mercato per la seconda metà, erogata invece attingendo direttamente alla provvista bancaria. La delibera bancaria del finanziamento deve essere ottenuta in via preventiva e allegata già in fase di candidatura. Il finanziamento può essere inoltre assistito da idonee garanzie, tra cui quelle pubbliche di SACE e Mediocredito Centrale.
Il FRI-Tur spicca nella lista delle misure tematiche più attese e più importanti in termini sia di dotazione finanziaria sia di impatti potenziali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che dedica sicuramente attenzione particolare al settore del Turismo, tanto che così come è stato per il comparto della Cultura, gli viene dedicato un intero capitolo (M1C3 – Missione 1, Componente) dell’elaborato finale presentato dal Governo e approvato da Bruxelles, in considerazione della sua strategicità per la nostra economia e delle ripercussioni tanto gravi quanto inevitabili subite nelle fasi più critiche del periodo pandemico. Il recovery fund italiano ha infatti previsto un pacchetto Turismo di incentivi dal valore complessivo di 2,4 miliardi di euro, che punta al rilancio e allo sviluppo del settore attraverso linee progettuali diverse ma sinergiche.
A proposito di garanzie, tra le altre misure PNRR dedicate al comparto turistico si segnala l’attivazione, già dal 10 ottobre 2022,della “sezione speciale Turismo” del Fondo Centrale di Garanzia, che rilascia a titolo gratuito garanzie (di base 70% in via diretta e 80% in controgaranzia) fino a 5 milioni di euro per le imprese del comparto con meno di 500 dipendenti, a supporto di interventi di riqualificazione energetica e innovazione digitale e per assicurarne la continuità aziendale, garantirne il fabbisogno di liquidità e il sostegno agli investimenti.
a cura di