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di Salvatore Bruno
Ci sono altre acquisizioni di portafogli di gestioni ETF e offerta di servizi relativi a NFT e criptovalute, ma non la quotazione in Borsa nel futuro di Moneyfarm, la scaleup fintech specializzata nella gestione patrimoniale in portafogli di ETF per investitori retail. Lo ha detto a BeBeez Paolo Galvani, cofondatore di Moneyfarm, insieme a Giovanni Daprà a margine dell’evento Burning Innovation, organizzato ieri a Milano da B Heroes, l’ecosistema di iniziative per startup innovative fondato da Fabio Cannavale, ed Endeavor Italia, l’organizzazione che supporta le scaleup ad alto potenziale.
Galvani ha infatti sottolineato che le risorse fresche entrate in società lo scorso gennaio, grazie al nuovo round da 53 milioni di euro, guidato dall’asset manager M&G e a cui ha partecipato Poste Italiane (si veda altro articolo di BeBeez), sulla base di una valutazione di circa 325 milioni di euro, “serviranno sia a supportare la crescita organica del business sia per acquisizioni di ulteriori portafogli di ETF, come quello acquisito dal roboadvisor canadese Wealthsimple”, con un’operazione annunciata lo scorso dicembre e conclusa a inizio anno. Si tratta di un portafoglio di 16 mila clienti britannici per un totale di 272 milioni di sterline in gestione (si veda altro articolo di BeBeez), che andrà a far crescere ulteriormente le masse di Moneyfarm, che già ha chiuso il 2021 con masse in crescita del 72% (a inizio agosto erano stati raggiunti i 2 miliardi di euro in gestione, si veda qui il blog di Moneyfarm), maggiori flussi netti positivi (+128%) e con un incremento del 73% dei nuovi clienti (oggi oltre 80mila) rispetto al 2020.
Non solo.Galvani ha anche aggiunto che per “Moneyfarm potrebbe essere molto interessante trovare un posizionamento nell’offerta di servizi per i settori NFT e criptovalute, ma a patto di differenziarsi dalle piattaforme che consentono il semplice acquisto di asset digitali”.
In ogni caso, ha tenuto a sottolineare Galvani, “nei nostri piani oggi non c’è la Borsa”, perché da poco “abbiamo raccolto abbastanza da investitori forti ed affidabili e reperire ulteriori risorse non rientra quindi nelle nostre priorità di medio periodo”. Una dichiarazione che mette a tacere le voci raccolte lo scorso febbraio da Reuters, a proposito di un mandato a Barclays e Credit Suisse per lavorare su una quotazione presso il London Stock Exchange o a Piazza Affari, sulla base di una valutazione di almeno 400 milioni di sterline (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che in totale dalla fondazione nel 2011 a oggi Moneyfarm ha raccolto capitali dagli investitori per oltre 166 milioni. Prima di quello di gennaio aveva incassato un round da 40 milioni di euro nel settembre 2019, guidato da Poste Italiane e al quale aveva partecipato anche Allianz Asset Management, già azionista di Moneyfarm (si veda altro articolo di BeBeez). Il round precedente della fintech, da 46 milioni di euro, era stato invece chiuso nel maggio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez). A guidarlo erano stati alcuni degli investitori dei precedenti round e cioè sempre il gruppo Allianz, tramite Allianz Asset Management, dopo che Allianz Venture nel settembre 2016 aveva già investito 7 milioni di dollari (si veda altro articolo di BeBeez), mentre i fondi United Ventures e Cabot Square nel novembre 2015 avevano guidato un round da 16 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Al round del 2018 avevano partecipato anche investitori anche Endeavor Catalyst e la Fondazione di Sardegna. In precedenza, nel febbraio 2014, la società aveva incassato 700 mila euro da parte di Vittorio Terzi, (director emeritus di McKinsey), mentre il primo round risale al 2012 con United Ventures e Principia sgr, che avevano investito 2 milioni.