Fabrick, piattaforma che promuove nuovi modelli di business e servizi bancari favorendo la collaborazione tra istituti finanziari, corporate e fintech, ha chiuso il 2023 con ricavi in crescita del 14,5% a 54,7 milioni di euro sul 2022, anno in cui aveva chiuso il bilancio con un fatturato di 50 milioni (si veda altro articolo di BeBeez). In aumento anche il numero dei clienti: le controparti collegate alla piattaforma a fine 2023 sono passate a 450 da 400 nel 2022, generando un aumento significativo delle API call fino a oltre 490 milioni al mese, un dato che riflette il volume di servizi erogati al mercato (si veda qui il comunicato stampa).
La piattaforma, che è controllata dal Gruppo Sella e dall’estate 2023 partecipata anche dal gruppo assicurativo Reale Group e da Mastercard (si veda altro articolo di BeBeez), partendo da una convergenza sempre più forte tra Open Banking e Open Payments, ora punta a conquistare nuove quote del crescente mercato dell’Embedded Finance anche accelerando l’internazionalizzazione. La società intende, in particolare, lavorare per una crescita organica e per linee esterne attraverso acquisizioni che possano generare sinergie guardando a operatori emergenti che abbiano sviluppato soluzioni innovative verticali. Già lo scorso maggio 2023 Fabrick ha acquisito il 100% della paytech britannica Judopay e lo scorso dicembre una quota della fintech tedesca Banxware.
La strategia di Fabrick, nell’arco temporale 2024-2026, si concentrerà su analisi e operazioni in Germania e Francia, oltre a Spagna e Inghilterra in cui è già presente con società controllate. In questo piano di potenziamento dell’offerta con la convergenza tra Open Banking e Open Payments e di razionalizzazione dei processi per velocizzare il time to market di nuovi servizi, il 2024 si apre con la fusione per incorporazione di Axerve, controllata specializzata nell’accettazione dei pagamenti su canali fisici e digitali che nel 2023 ha registrato transazioni POS ed E-commerce per un controvalore di 25,5 miliardi di euro (+20,2% sull’anno precedente).
Con quasi 500 dipendenti, la realtà specializzata nell’open finance da maggio 2020 è un istituto di pagamento (si veda altro articolo di BeBeez) e a oggi conta tra le sue controllate, oltre ad Axerve e Judopay, anche Codd&Date, dpixel, Fabrick Solutions Spain e ha la gestione della community del Fintech District.
Ma a parte le controllate, negli ultimi anni Fabrick ha condotto un’intensa campagna di investimenti, spesso per suggellare partnership commerciali. Per esempio, possiede il 4,4% nel capital della piattaforma di dynamic discounting Findynamic per suggellare un accordo annunciato nel dicembre 2022, in base al quale le due realtà mettono a fattor comune le rispettive caratteristiche distintive per digitalizzare i processi di supply chain finance e facilitare il rapporto di banche e grandi aziende con i propri clienti e fornitori (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’ottobre 2022 ha anche partecipato, insieme a un pool di numerosi altri investitori, al round da 3 milioni di euro guidato dai lead investor Francesco Beraldi e Lorenzo Lamberti Sagliano in Faire.ai, startup del fintech B2B specializzata nell’automazione del credito al consumo (si veda altro articolo di BeBeez). A novembre del 2021, invece, Fabrick aveva partecipato al round di raccolta di PINV, startup innovativa accelerata da Luiss Enlabs, che ha sviluppato un software gestionale multi-banking per digitalizzare e semplificare la gestione finanziaria e amministrativa delle pmi (si veda altro articolo di BeBeez). Pochi giorni prima aveva preso parte al round da 23 milioni dell’italo-irlandese Viceversa, piattaforma di cosiddetto Revenue-based-financing (o Revenue-based investing o Revenue-shared-investing): un sistema di finanziamento che consente agli investitori di ricevere una percentuale delle entrate lorde in corso dell’impresa finanziata (si veda altro articolo di BeBeez).
Paolo Zaccardi, ceo e co-founder di Fabrick, ha commentato: “Nel 2023 abbiamo dato il via ad una nuova stagione di consolidamento e sviluppo. Oggi Fabrick è riconosciuta dal mercato per il suo modello unico di piattaforma. Il nostro obiettivo è diventare un punto di riferimento a livello paneuropeo e per farlo accelereremo la nostra presenza sui mercati internazionali anche attraverso acquisizioni sul modello Judopay o di partecipazioni in operatori emergenti che abbiano saputo interpretare le esigenze locali sviluppando specifici prodotti verticali di Open Banking e Open Payments, così da generare sinergie e crescita. L’evoluzione del mercato impone la centralità del pagamento quale elemento cruciale per la definizione di nuovi servizi finanziari digitali, la fusione con Axerve è quindi altamente strategica perché ci permette di coprire tutta la catena del valore e di conseguenza soddisfare meglio i bisogni della nostra clientela”.
Il modello di piattaforma aperta promosso da Fabrick permette di ripensare totalmente l’esperienza cliente e implementare nuove tipologie di servizi. La solidità della strategia intrapresa è confermata dai risultati dello studio Embrace Embedded Finance For Seamless Payment Success: A Spotlight On Europe, realizzato da Forrester Consulting per Fabrick e Mastercard, volto a fotografare lo stato attuale dell’Embedded Finance attraverso il coinvolgimento di 600 decision maker. Il 76% degli intervistati considera la capacità di coprire il ciclo di pagamento end-to-end come il secondo fattore più importante (dopo la qualità del portafoglio API) nella scelta di un fornitore di soluzioni di pagamento/Embedded Finance. Nello specifico, le priorità sono payment orchestration (75%), digital wallet (prioritari per l’80% dei player operanti nel fashion retail) e sistemi di loyalty (73%), digital cards e soluzioni in grado di gestire pagamenti embedded multi-country (71%).
Più specificamente, il 66% degli intervistati ha rilevato che le loro aziende hanno difficoltà a riconciliare i pagamenti tra tutti i metodi di pagamento. Questo è particolarmente vero per gli intervistati delle imprese di assicurazione (76%) e per quelli delle istituzioni finanziarie non bancarie (71%). Il 66% degli intervistati di tutti i settori fatica ad avere una visione unificata di tutti i pagamenti attraverso i punti di contatto fisici e digitali e il 64% ritiene che la mancanza di interoperabilità per l’elaborazione end-to-end tra le tecnologie sia impegnativa o estremamente impegnativa e che sia difficile avere una visibilità in tempo reale sui pagamenti. Inoltre, dalle interviste risulta che le operazioni e-commerce cross-border impattano negativamente l’esperienza di pagamento, per questo il 71% ha dichiarato che la propria azienda ha come priorità la capacità di accettazione dei pagamenti embedded multi-country e il 94% prevede di aumentare il proprio budget a tal fine. Infine è emersa anche la consapevolezza delle aziende di non possedere tecnologia e competenze necessarie per essere indipendenti e di doversi appoggiare a fornitori terzi di servizi finanziari integrati che le supportino nel fornire valore al business: il 76% ritiene fondamentale o molto importante che i fornitori di servizi di pagamento siano in grado di coprire l’intero ciclo di pagamento end-to-end, compresi i processi di back-office.