Fabrick, piattaforma che promuovere nuovi modelli di business e servizi bancari favorendo la collaborazione tra istituti finanziari, corporate e fintech, è stata autorizzata da Banca d’Italia a operare come istituto di pagamento (si veda qui il comunicato stampa). MJH ALMA ha assistito Fabrick nella procedura di autorizzazione dinnanzi alla Banca d’Italia per l’ottenimento della licenza di istituto di pagamento.
In particolare, sulla base dell’autorizzazione di istituto di pagamento, Fabrick può operare come Prestatore del Servizio di informazione sui conti (AISP) e di Prestatore del Servizio di disposizione di ordini di Pagamento (PISP), entrambi ruoli introdotti dalla direttiva europea PSD2.
Ricordiamo che la direttiva prevede l’obbligo per le banche di permettere a terze parti certificate di accedere ai conti dei loro clienti che lo abbiano richiesto per eseguire operazioni di pagamento o interrogazione di saldi e movimenti del conto tramite le cosiddette API (Application Programming Interfaces), cioé interfacce informatiche che consentono appunto di sviluppare applicazioni e servizi che utilizzano dati messi a disposizione dall’infrastruttura tecnologica di un’istituzione finanziaria terza (si veda qui altro articolo di BeBeez).
Fabrick è nata nel 2017 con l’obiettivo di favorire l’open banking, favorendo l’incontro e la collaborazione tra le società fintech, le grandi aziende e gli operatori tradizionali del mondo finanziario, mettendo a loro disposizione tecnologie, competenze e servizi. Fa capo a Banca Sella, che detiene l’80% del capitale. Il resto è invece distribuito tra i soci-imprenditori che via via hanno aderito al progetto apportando in tutto o in parte il capitale della loro azienda alla piattaforma, entrando a far parte del management e della compagine sociale di Fabrick (si veda altro articolo di BeBeez). A maggio 2019 contava un milione di transazioni API al mese, mentre a un anno di distanza ne conta oltre un milione al giorno.
A oggi Fabrick ha integrato in piattaforma il 97% degli istituti bancari e 198 sono le controparti che usano le oltre 500 API pubblicate. Molti i casi d’uso già in produzione come ad esempio Account Aggregation, Data Enrichment (PFM), Smart Banking, Payment & Collection Engine e il Payment Initiation Sevice (PIS). Quest’ultimo è stato lanciato un paio di settimane fa da Illimity Bank (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso aprile Soisy, startup fintech di pagamenti rateali online finanziati via P2P lending, ha integrato le sue soluzioni di finanziamento degli acquisti nella piattaforma Fabrick, pubblicandovi le sue API (si veda altro articolo di BeBeez). Nel marzo scorso Fabrick, insieme a Bandyer, scaleup che ha sviluppato una piattaforma di videocomunicazione via browser senza l’installazione di software, ha lanciato la branch bancaria virtuale: un nuovo canale digitale di contatto diretto tramite il quale istituzioni finanziarie e realtà corporate possono dialogare con la propria clientela, mantenere e rafforzare le relazioni e garantire una gestione ottimale e tempestiva dell’operatività, anche all’epoca del coronavirus (si veda altro articolo di BeBeez). Nell’agosto 2019 Fabrick aveva partecipato al round da 8 milioni di euro di Penta, startup fintech tedesca che offre a startup e pmi una piattaforma digitale per il digital banking (si veda altro articolo di BeBeez).
Paolo Zaccardi, ceo di Fabrick, ha commentato: “Fabrick nasce per aver visto da subito nella PSD2 l’opportunità per innovare il mondo finanziario, proponendo un approccio attivo alla normativa. In questi anni abbiamo posto le basi per diventare un partner di riferimento per tutte quelle realtà che vogliono innovare e sviluppare rapidamente servizi digitali e alle quali proponiamo soluzioni chiavi in mano che, con l’autorizzazione a istituto di pagamento, si completano ulteriormente. Il 2020 si conferma l’anno di trasformazione in offerte concrete del nuovo paradigma open banking, costruito su piattaforme aperte e collaborative. Si affermeranno sul mercato quelle realtà che, indipendentemente dalle loro dimensioni, saranno in grado di offrire ai clienti servizi personalizzati e digitali, guidati da un’innovazione che risponde a bisogni concreti, dei privati così come delle aziende, specialmente le piccole e medie spesso sprovviste di figure e risorse per farsi carico delle tante incombenze legate alle attività finanziarie e amministrative. Bisogni che, mai come in questo momento, evolvono anche per effetto di fattori esogeni e imprevedibili come quelli generati dal profondo shock inferto dalla pandemia che, non solo impatta sui comportamenti, ma anche sulle attività economiche e sulla necessità di fare ricorso a servizi finanziari innovativi e convenienti. È qui, nella risoluzione di un problema reale, che nasce l’opportunità di un profondo cambio di paradigma”.