Il Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) ha lanciato un progetto pilota per la tracciabilità del made in Italy basato sulla blockchain. Il progetto è stato realizzato con il supporto di Ibm e la collaborazione di associazioni e aziende della filiera del tessile italiano ed è stato presentato il 14 novembre scorso (si vedano qui il comunicato stampa e qui lo studio di fattibilità del progetto).
Lo studio è partito dall’individuazione delle problematiche della filiera, cui sono seguite proposte di miglioramento dei processi di tracciamento e l’individuazione delle esigenze delle aziende tramite il metodo dell’enterprise design thinking. La fase di sperimentazione ha quindi prodotto un primo prototipo basato su piattaforma blockchain: una piattaforma condivisa proof-of-concept, messa a disposizione delle aziende partecipanti via cloud. Come caso di riferimento è stato scelto quello di un’azienda che emette al suo fornitore un ordine per un lotto di lino, verifica che la fibra sia certificata come biologica e ne realizza delle camicie per un particolare marchio.
Stefano Patuanelli, Ministro dello Sviluppo Economico, ha dichiarato: “Stiamo lavorando a livello europeo nell’ambito della European Blockchain Partnership (firmata il 10 aprile 2018 insieme ad altri 20 Stati membri, ndr) al fine di esportare il modello italiano di protezione delle filiere produttive attraverso le tecnologie emergenti. Pensiamo che in questo ambito il nostro Paese possa giocare un ruolo di leader a livello comunitario”.
“L’apertura alla competizione dei mercati globali pone il brand Made in Italy nella condizione di dover assicurare la massima trasparenza e tracciabilità. L’uso della blockchain è l’innovazione che può consentire alle nostre imprese di garantire i propri prodotti, differenziandoli in termini di qualità e sostenibilità. Questo permetterà ai consumatori di scegliere con la massima consapevolezza, garantendo alle aziende un ritorno importante in termini di fiducia”, ha spiegato Enrico Cereda, presidente e amministratore delegato di Ibm Italia.
Il progetto pilota potrebbe crescere con un approccio progressivo e una visione di lungo termine, e potrebbe anche essere replicato in altri contesti industriali. A tale scopo, il Mise intende lanciare delle nuove sperimentazioni su altre filiere produttive. Non è la prima volta che la blockchain è utilizzata in Italia per il tracciamento della filiera: la tecnologia è già applicata nel settore agroalimentare, ad esempio nel tracciamento della filiera di polli, limoni e arance da Carrefour e nel settore vitivinicolo da Casa Girelli e Ruffino (si veda altro articolo di BeBeez).