E’ stata avviata ieri l’attività di Milano Hub, il polo del fintech di Banca d’Italia (si veda qui il video della presentazione).
Si tratta del polo tecnologico progettato per “sostenere l’evoluzione digitale del mercato finanziario, rafforzare il dialogo con tutti gli attori che ne sono parte, favorire l’attrazione di talenti e di investimenti”, ha detto in un videomessaggio il governatore, Ignazio Visco, che ha aggiunto: “Milano Hub mira a rappresentare il luogo fisico e virtuale dove la Banca d’Italia assiste gli operatori nella collaborazione in iniziative di analisi e ricerca, nello sviluppo di progetti, nella verifica della qualità e della sicurezza di innovazioni specifiche in grado di apportare vantaggi diffusi”.
Milano Hub era stato inaugurato nel dicembre scorso (si veda altro articolo di BeBeez), mentre la sua apertura era stata annunciata a fine maggio 2020 dal governatore di Bankitalia Ignazio Visco in occasione delle sue Considerazioni finali (si veda qui l’Insight View di BeBeez del 1° giugno 2020, disponibile per gli abbonati a BeBeez News Premium). “Stiamo per costituire una struttura dedicata a compiti di impulso e coordinamento in materia di fintech, nonché di sorveglianza sulla filiera degli strumenti e dei servizi di pagamento al dettaglio”, aveva detto allora Visco, aggiungendo che l’obiettivo è “valorizzare la principale piazza finanziaria del Paese, quella di Milano, quale centro di innovazione digitale di respiro europeo”. E aveva aggiunto: “Milano Hub mira a sostenere progetti particolarmente innovativi, selezionati con criteri oggettivi e trasparenti. Può rappresentare un punto di raccordo e diffusione al mercato delle sperimentazioni delle diverse funzioni delle banche”, ammonendo che, sebbene stia aumentando la domanda di soluzioni digitali da parte di consumatori e imprese e possa favorire l’inclusione di risparmiatori, “il digitale introduce nuovi rischi, non solo informatici ma anche di concentrazione dato l’appoggio delle fintech a provider terzi”.
Stefano De Polis, segretario generale dell’Ivass, ha detto: “L’innovazione può favorire una maggiore integrazione nel settore finanziario. Per Ivass, Milano Hub è opportunità per settore assicurativo per avviare progetti di ricerca e sperimentazione, a vantaggio del sistema nel suo complesso”.
Pier Francesco Ragni, chief financial officer di Cassa Depositi e Prestiti, ha affermato che Cdp attraverso sua rete di acceleratori sta guardando con attenzione al fintech e ha ribadito l’importanza dei rischi per la cybersecurity. Cdp attualmente sta lavorando con Banca d’Italia e Consob a un’emissione attraverso blockchain e smart contract, volta a evidenziare la trasparenza e la riduzione dei costi che porta con sè questa tecnologia, ha annunciato Maria Antonietta Scopelliti, segretaria generale della Consob. Quest’ultima è molto favorevole alla virata della finanza tradizionale verso il fintech, preservando i rischi e facendo attenzione alla tutela del risparmio.
Roberta Cocco, assessore alla trasformazione digitale e ai servizi civici del Comune di Milano, ha commentato: “Milano Hub rafforza la volontà di Milano di essere a disposizione di tutti e di offrire dei servizi concreti e di valore per il tessuto nazionale nel suo insieme. Milano ha l’innovazione nel suo DNA, che però non deve mai essere il fine di un percorso, ma lo strumento che ci aiuta a raggiungere degli obiettivi: in questo caso, fornire servizi ad aziende e persone nel modo più ampio possibile”.
Giorgio Gobbi, direttore della sede di Milano della Banca d’Italia, ha precisato che il polo del fintech è nato proprio a Milano perché: qui hanno sede il distretto finanziario italiano (la maggior parte delle banche, delle sgr, delle assicurazioni); Milano è uno dei centri universitari di eccellenza del paese, che fornisce formazione e ricerca. Fermo restando che “la concentrazione di distretto finanziario e università a Milano non ostacoleranno altre collaborazioni a livello nazionale e internazionale”.
In tal senso, Alessandra Perrazzelli, vice direttrice generale della Banca d’Italia, che ha seguito fin dai primi passi la nascita di Milano Hub in veste di incaricata del suo sviluppo, ha aggiunto: “Banca Italia ha già avviato un confronto costruttivo con università, e il centro di Singapore dell’Innovation Hub della Banca dei Regolamenti Internazionali (Bri)”.
Perrazzelli poi ha chiarito la differenza tra Milano Hub e la sandbox per il fintech, i cui lavori sono partiti la scorsa settimana (si veda altro articolo di BeBeez): “Il primo fornisce supporto allo sviluppo mentre la seconda sostiene la fase di prototipazione”. Inoltre, Milano Hub può fornire consulenza ad aziende, enti di ricerca e università, operando in collaborazione con altre istituzioni, anche internazionali.
Michele Lanotte, direttore operativo di Milano Hub, ha chiarito: “Milano Hub offrirà consulenza, approfondimenti regolamentari, eventi tematici e seminari. Non intende offrire finanziamenti o contributi o supportare iniziative commerciali”. L’hub avrà tre aree di operatività: fintech, soggetti vigilati (banche e assicurazioni) e centri di ricerca e università.
Dal 27 settembre al 29 ottobre 2021 saranno aperte le candidature per entrare in Milano Hub. La prima call sarà dedicata al tema “Il contributo dell’intelligenza artificiale nel migliorare l’offerta dei servizi bancari, finanziari e di pagamento a imprese, famiglie e pubblica amministrazione, con particolare riguardo ai profili di inclusione finanziaria, efficace tutela del consumatore e sicurezza dei dati” (si veda qui il testo della call for proposal 2021). Ogni soggetto può presentare gratuitamente un progetto. Le domande dall’hub saranno valutate in base a valore e realizzabilità, secondo sette criteri: rilevanza per il sistema ed espandibilità; contenuto innovativo; completezza; sostenibilità; misurabilità; fattibilità; sicurezza. Questi avranno un peso diverso a seconda del proponente: società fintech; soggetto vigilato; ente di ricerca. Dal 30 ottobre al 28 novembre saranno valutate le candidature. Entro il 13 dicembre sarà pubblicata la lista dei progetti ammessi a lavorare a Milano Hub, che saranno al massimo 10. L’hub costituirà un team di esperti che seguirà i progetti per sei mesi al suo interno.