Banche e vari altri soggetti finanziari scommettono sempre di più sullo sviluppo delle rispettive attività utilizzando le Distributed Ledger Technologies, cioé le tecnologie che permettono di distribuire il controllo di dati tra più soggetti, come le blockchain. E lo fanno in gruppi, consapevoli del fatto che, per avere successo, l’applicazione della blockchain ha bisogno di venire adottata da quanti più soggetti possibili.
AbiLab (il centro di ricerca e innovazione per la banca promosso dall’Associazione bancaria italiana) ha infatti annunciato nei giorni scorsi un nuovo test tecnico per verificare la robustezza della piattaforma Spunta Project, il progetto di applicazione di una blockchain di settore alla spunta interbancaria (si veda il comunicato stampa). Quest’ultima è il procedimento che verifica la corrispondenza delle attività che interessano due banche diverse, ad esempio operazioni effettuate fra due clienti di due istituti, e riguarda la riconciliazione dei flussi e delle operazioni che generano scritture sui conti reciproci in Italia e la gestione dei sospesi.
Il lancio del progetto era stato annunciato lo scorso giugno da Abi (si veda altro articolo di BeBeez) con la partecipazione di un primo gruppo di 14 banche italiane (Banca Mediolanum, Mps, Banca Sella, Bnp Bnp Paribas, Banca Popolare di Sondrio, Banco Bpm, CheBanca!, Credito Emiliano, Crédit Agricole, Credito Valtellinese, Iccrea Banca, Intesa Sanpaolo, Nexi Banca e Ubi), coordinate da AbiLab, che per prime avevano sperimentato sul processo di spunta l’utilizzo della piattaforma Corda del consorzio R3, la società di software, con sede a Londra e New York, partecipata da alcune delle principali istituzioni finanziarie globali per sviluppare applicazioni commerciali con tecnologia blockchain. Il tutto con la collaborazione di Ntt Data per lo sviluppo applicativo e di Sia come fornitore dell’infrastruttura di nodi.
Lo scorso autunno è stato poi completato il caricamento di 60 giorni di dati reali, pari a 1,2 milioni di movimenti relativi alle 14 banche e a 14 nodi dell’infrastruttura. Con l’ingresso nel progetto di altre banche, fino ad arrivare a quota 200 istituti di credito coinvolti e 200 milioni di dati, sono stati successivamente caricati 2 milioni di movimenti con buone performance, pari a 3,28 secondi per le query per tutti i movimenti di un nodo.
Secondo l’ultimo Rapporto Abi Lab 2019, la blockchain è applicata in banca soprattutto sui trasferimenti intra e interbancari (42% delle banche), proprio sulla spinta dello Spunta Project. Alcune banche stanno poi lavorando all’applicazione della blockchain e Dlt ai servizi di notarizzazione (27%), con l’inserimento nel processo di un documento in modo da certificarne l’esistenza, e al trade finance (23%), relativo al supporto per i pagamenti alle imprese. Su quest’ultimo fronte a fine marzo Unicredit ha eseguito la prima transazione commerciale in Italia sfruttando la tecnologia blockchain tramite la piattaforma we.trade (si veda altro articolo di BeBeez). Seguono tra i campi di applicazione l’identificazione del cliente (KYC) e il credito finalizzato.
Intanto nei giorni scorsi in Francia Société Générale SFH, società sussidiaria dell’omonimo gigante bancario francese, ha effettuato la sua prima STO (Security Token Offering) di obbligazioni garantite (“obligations de financement de l’habitat” o “OFH”) per un importo totale di 100 milioni di euro. L’emissione è stata interamente sottoscritta da Société Générale e il security token è stato valutato Aaa / AAA rispettivamente da Moody’s e Fitch, il tutto nell’ambito di un progetto pilota di SocGen e Société Générale FORGE, una delle 60 startup interne lanciate via “Internal Startup Call”, il programma intra-imprenditoriale del gruppo, con il quale si spinge il management della banca a sperimentare con il fintech per creare soluzioni dirompenti, in questo caso la blockchain (si veda articolo di Crowdfunding Buzz).
A livello mondiale, secondo il rapporto “Casting Light on Central Bank Digital Currencies” redatto dall’Fmi, sarebbero almeno 15 le banche centrali che stanno seriamente progettando di utilizzare la blockchain per creare una versione digitale delle loro valute. Tra queste, rientrano quelle di Cina, Canada, Svezia, Norvegia, Singapore, India, Ecuador, Uruguay, Tunisia e Senegal.