Sintesi e Ricerca (SER), società torinese leader a livello europeo nella produzione di cere industriali, ha ottenuto un finanziamento da 42 milioni di euro da Intesa Sanpaolo, a valere sul plafond da 6 miliardi per la circular economy stanziato dalla banca (si veda qui il comunicato stampa).
Il plafond era inizialmente da 5 miliardi, poi nell’ottobre 2020 era stato esteso alla rete UBI, aggiungendo un ulteriore miliardo (si veda qui il comunicato stampa). L’operazione su SER, messa a punto dalla filiale Imprese di Moncalieri, rientra nel piano più ampio per dare supporto agli investimenti legati al PNNR.
Con sede a Dronero (Cuneo), SER è stata fondata nel 1988 e fa capo alla famiglia Ambroggio, attraverso Awax spa. Oggi dà lavoro a 250 persone e utilizza tecnologie di ultima generazione, progettate dall’azienda stessa, per produrre cere da materie prime sostenibili. Queste ultime sono realizzate e sviluppate a Santena (Torino), e oltre che per la produzione di candele, sono impiegate in cosmetica, alimentare, agricoltura, packaging, gomma, adesivi, vernici e moltissimi altri settori. La R&S costituisce il cuore pulsante di SER, che reinveste più del 10% del fatturato annuo nell’innovazione, con un costante attenzione allo sviluppo di nuove soluzioni in grado di migliorare i processi dei suoi clienti e consolidare il proprio vantaggio sul mercato. La soceità ha chiuso il 2020 con 113,5 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 20,9 milioni e un debito finanziario netto di 39,3 milioni (si veda qui il report Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Per Giuseppe Ambroggio, amministratore delegato di Sintesi e Ricerca: “Grazie al sostegno di Intesa Sanpaolo, la SER potrà accelerare la sua transizione verso produzioni sempre più in equilibrio con l’ambiente. Il programma di investimenti in atto è stato pensato per consentirci di rafforzare la nostra leadership tecnologica nelle cere e nelle candele sostenibili e anche per rispondere alla crescente domanda di soluzioni personalizzate da parte del mercato internazionale, sempre più sensibile al tema della sostenibilità”.
Per Teresio Testa, direttore regionale Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo: “Si tratta di un’operazione particolarmente significativa sia sul piano finanziario sia per l’obiettivo di sostenibilità che l’azienda si è data. Intesa Sanpaolo ha riservato un plafond di 6 miliardi ai piani d’investimento delle imprese che rispondono a criteri green e di circular economy. Inoltre, il gruppo ha deliberato l’impegno a raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050, non solo per quanto riguarda le proprie, ma anche per i portafogli prestiti e investimenti”.
Ricordiamo che lo scorso maggio LU-VE Group, multinazionale varesina quotata sul MTA di Piazza Affari e tra i principali costruttori mondiali di scambiatori di calore, aveva ottenuto un prestito da 25 milioni sempre a valere sul plafond di 6 miliardi che il gruppo Intesa Sanpaolo ha destinato allo sviluppo dell’economia circolare (si veda altro articolo di BeBeez). Contestualmente, LU-VE aveva incassato altri 30 milioni di euro nella forma di Sustainable Loan (S-Loan) finalizzato a sostenere il capitale circolante e i piani di sviluppo dell’azienda incentrati su nuovi programmi ESG (Environmental, Social, Governance) già strategici per la società.