Glennmont REBS (Renewable Backed Securities) credit fund ha cartolarizzato un portafoglio da 25,6 milioni di euro di contratti di finanziamento in project finance erogati da una banca italiana e destinati alla realizzazione di impianti solari ed eolici in Italia, con capacità installata totale di 110 MW (si veda qui il comunicato stampa).
Glennmont aveva inizialmente acquisito quel portafoglio di prestiti attraverso un’operazione di cartolarizzazione single class, che ora è stata invece ristrutturata con l’emissione di due tranche di titoli abs: una tranche senior da16,5 milioni di euro e una tranche junior da 9,1 milioni di euro. Banco Bpm e Banca Finint hanno sottoscritti i titoli della classe senior mentre Glennmont REBS Fund e ancora Banca Finint hanno sottoscritto i titoli della classe junior.
Per Glennmont l’operazione è stata condotta da Claudio Vescovo, head of Glennmont REBS Fund, da Alberto Treglia, director, e dagli associate Alexandre Cary e Kevin Yassine. Banca Finint ha agito in qualità di sponsor regolamentare dell’operazione, sottoscrivendo una quota del 5% di ogni tranche dei titoli emessi nonché nei ruoli di servicer, corporate servicer, agente di calcolo e rappresentante degli obbligazionisti. Banca Akros ha agito in qualità di arranger nell’operazione. I legali di Orrick hanno assistito Glennmont nella strutturazione dell’operazione e nella redazione della documentazione, mentre i legali di Ashurst hanno assistito Banco Bpm e Banca Akros.
Ricordiamo che a fine febbraio Glennmont Partners ha annunciato il completamento della sua prima cartolarizzazione sintetica condotta attraverso il suo REBS Fund (si veda altro articolo di BeBeez). Si è trattato del primo deal green SRT (synthetic risk transfer) strutturato in Italia e di uno dei primi in Europa. L’operazione è stata infatti strutturata su un portafoglio di finanziamenti in project finance erogati da Intesa Sanpaolo per il finanziamento di 1,7 miliardi di euro di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili (fotovoltaici, eolici e biomasse) in Europa per una capacità complessiva di oltre 7 GW (si veda qui il comunicato stampa).
Lo scorso gennaio Intesa Sanpaolo, senza svelare il nome della controparte, aveva infatti annunciato la cartolarizzazione sintetica di un portafoglio di 42 finanziamenti in project finance strutturati per la costruzione di impianti eolici (50% del totale), fotovoltaici (40%) e a biomassa (10%), per un importo complessivo di 1,3 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez), ma poi le dimensioni del portafoglio sono aumentate. L’operazione rientrava nel Programma Gestione Attiva Rischi di Credito (GARC), lanciato dalla banca nel 2014 con l’obiettivo di ottimizzare il profilo di assorbimento di capitale regolamentare ed economico del portafoglio crediti performing del gruppo bancario e di liberare risorse per nuovi finanziamenti a sostegno dell’economia reale. Del programma, BeBeez ha parlato ampiamente nella sua Insight View dello scorso 19 ottobre 2020 (dedicata agli abbonati di BeBeez News Premium).
Ricordiamo che intanto è in corso l’asta per la cessio del portafoglio eolico onshore italiano di Glennmont Partners e Glennmont Partners e del suo partner, PGGM Infrastructure Fund, il veicolo di investimento infrastrutturale del fondo pensione olandese PGGM. Il portafoglio ha una capacità complessiva di poco meno di 400 MW ed è composto di impianti situati in gran parte nel Sud Italia e in gran parte eredità dell’acquisizione effettuata nel 2016 quando a cedere gli asset era stata la spagnola Iberdrola (si veda altro articolo di BeBeez). Lo scorso anno, quando il portafoglio aveva una capacità di da 245 MW, si diceva che potesse valere attorno ai 500 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Glennmont Partners è uno dei maggiori gestori di fondi europei che si concentra esclusivamente sugli investimenti nelle infrastrutture per l’energia pulita. A oggi Glennmont ha investito in credito in 7 Paesi europei (Germania, Francia, Belgio, Svezia, Spagna, Italia e Portogallo) in relazione a un migliaio di impianti per una capacità installata complessiva di oltre 8 GW. Nel giugno 2019 Glennmont Partners aveva annunciato il closing finale a quota 850 milioni di euro per il suo terzo fondo dedicato a progetti di energie rinnovabili in Europa e in Gran Bretagna , Clean Energy Fund III, superando di gran lunga il target iniziale di 600 milioni (si veda altro articolo di BeBeez).
Lo scorso gennaio Glennmont Partners è stato acquistato dalla società di investimento globale Nuveen, l’asset manager dell’American Teachers Insurance and Annuity Association (TIAA), con 1,1 trilioni di dollari di asset complessivi in gestione (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione porta i real asset privati di Nuveen a oltre 150 miliardi, diversificando ulteriormente la piattaforma che include real estate, terreni agricoli, infrastrutture, foreste, il settore agricolo e le materie prime.