di Oriana Magnano,
Head of Legal di Fondaco Lux sa
La gestione degli investimenti e il controllo dei rischi sono attività inerenti alle funzioni delle società di gestione; pochi operatori del settore però avrebbero anticipato il ruolo essenziale che queste svolgeranno, a beneficio di tutto il settore finanziario, in questa era dominata da investimenti “sostenibili”, con un’impronta ambientale, sociale e di governance (ESG).
Tale ruolo trova la sua fonte nei nuovi obblighi imposti dal Regolamento UE 2019/2088 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 novembre 2019 relativo all’informativa sulla sostenibilità nel settore dei servizi finanziari, che esige che i fondi di investimento (e dunque gli attori di questa industria) diano informativa sul modo in cui prevedono di applicare i criteri ESG ai loro investimenti. (sul tema si veda anche altro articolo di BeBeez, ndr).
Questi requisiti che devono, in parte, essere rispettati sin dal 10 marzo 2021 (la conformità finale con il regolamento è richiesta per dicembre 2022), formalizzano la volontà europea, se non mondiale, di tendere verso un’economia più sostenibile, e di regolare un settore che è diventato il centro di tutte le attenzioni.
Lo sviluppo di questi nuovi obblighi informativi e il crescente interesse da parte del pubblico hanno, senza sorprese, accelerato la revisione delle politiche interne e la ristrutturazione delle aziende che desiderano essere ammesse come investimenti nei portafogli dei fondi europei.
Per fare chiarezza su questa nuova normativa, le società di gestione dovranno quindi impostare e operare nuovi controlli e trovare la migliore organizzazione interna per affrontare il futuro dell’era ESG. In effetti, se le società di gestione già svolgevano un ruolo centrale di dialogo tra il regolatore, gli investitori e il mercato, ora saranno la chiave di volta del settore ESG, definendo il modo in cui questi criteri dovranno essere rispettati e dando impulso all’industria a migliorare le informazioni condivise e le scelte fatte.
Attraverso questo ruolo contribuiranno a fare sì che si profili un futuro più trasparente per gli investimenti ESG, ma un tale ruolo richiede dei cambi trasversali, su tutta la struttura.
Questo determinerà il posizionamento di ogni società di gestione che dovrà stabilire quali criteri applicare nel mondo dell’ESG, determinandone il posizionamento e questo rappresenterà un vero e proprio biglietto da visita. In secondo luogo, per ciò che concerne l’operatività quotidiana, le società di gestione dovranno stabilire una politica e organizzazione chiare relativamente ai criteri ESG applicati ai, e dai, fondi gestiti, per permetterne il monitoraggio e controllo.
Ovviamente, l’attuale mancanza di una classificazione standardizzata dei criteri ESG ha conseguenze dannose sulla trasparenza ricercata e le società di gestione hanno quindi un ruolo determinante da svolgere nell’ambito dell’educazione finanziaria sugli ESG. È il loro ruolo far capire agli investitori che tali investimenti non sono per forza redditizi o Green e chiarire che questi possono anche adottare forme distanti dalla nozione comune di investimento sostenibile.
In effetti se oggi tutti dichiarano la propria conformità con i criteri ESG, il concetto è così ampio che lascia spazio a un “cherry picking” che deriva in livelli di impegno svariati e difficili da decifrare anche dagli esperti.
Al momento di strutturare gli investimenti, i criteri ESG dovranno quindi essere scelti dalla società di gestione in modo diligente (attraverso selezione e controlli rigorosi) al fine di soddisfare le esigenze degli investitori e di adattarsi alle loro strategie di investimento. Solo una tale accuratezza potrà garantire l’allineamento degli interessi degli investitori con le loro politiche ESG dei fondi gestiti.
Risulta evidente che la società di gestione del futuro deve colmare le lacune degli operatori di mercato e delle normative proponendo soluzioni smart, e forzando, attraverso una cooperazione attiva, gli attori di mercato a migliorare gli strumenti di analisi esistenti a beneficio di tutta l’industria.
Dev’essere esigente nei confronti delle risposte apportate dalle controparti e pronta a rispondere alle richieste degli investitori e delle autorità in quanto rappresenta il vincolo tra gli sforzi messi in atto dal mercato, per tendere verso un’economia più sostenibile, e, gli investitori, che dovranno integrare le specificità e i rischi connessi a questi investimenti per investire.
Sarà quindi compito e responsabilità delle società di gestione di aumentare il livello di aspettativa del mercato diventando l’elemento centrale del cambio verso una migliore definizione del concetto ESG e alzando l’asticella del sostenibile in una realtà che vorrebbe farci credere che ora tutti gli investimenti integrano in modo uguale i criteri ESG.