Ricehouse, startup innovativa italiana e società benefit che trasforma gli scarti della lavorazione del riso in materiali naturali per la bioedilizia, il 20 ottobre scorso ha vinto la quarta edizione di WPP Innovators. Si tratta del premio creato da WPP, leader mondiale nei servizi di marketing e comunicazione, e Amici della Triennale, l’associazione no profit di privati e imprese che sostiene le attività della Triennale di Milano (si veda qui il comunicato stampa). Il premio consiste in un percorso di coaching di comunicazione a 360° da parte dei professionisti del gruppo WPP.
In pochi anni di attività, Ricehouse, che ha all’attivo collaborazioni con importanti realtà quali Terna e IGPDecaux, ha già ottenuto altri riconoscimenti, fra cui B Heroes 2020 nella categoria GreenTech e, a seguito di questo, la partecipazione al percorso Elite presso Borsa Italiana, il Premio Speciale Repower 2019, la selezione al Premio Gaetano Marzotto 2019 tra le startup vincitrici di un percorso di accelerazione sponsorizzato da Impact Hub Acceleration, il CasaClima Startup Awards 2018, oltre al Premio Sviluppo Sostenibile 2018 per la categoria edilizia sostenibile. Nel 2019 Ricehouse ha depositato due brevetti a livello europeo.
Ricehouse è stata fondata nel 2016 da Tiziana Monterisi (architetta specializzata in bioecologica) e Alessio Colombo (geologo). La startup, tra le più innovative nel campo delle costruzioni, realizza una linea completa di prodotti edili trasformando gli scarti della produzione risicola, altrimenti destinati a essere bruciati, perché inadatti all’allevamento. Grazie alla miscela di calce, lolla e paglia, i materiali firmati Ricehouse sono leggeri, altamente termici, traspiranti, sani, formaldeide free e 100% made in Italy. Inoltre, essendo completamente naturali, i prodotti della startup arrivati a fine vita non avranno alcun impatto sull’ambiente, in quanto biocompostabili e biodegradabili. La società, con sede ad Andorno Micca (Biella), offre un servizio integrato e completo, che spazia dalla progettazione allo sviluppo di nuovi materiali edili 100% naturali (idonei per il superbonus 110%), fino alla consulenza per le aziende che vogliono utilizzare prodotti naturali come materie prime. L’Ecobonus 110% ha fatto esplodere il business di Ricehouse, che attualmente sta commercializzando oltre 20 prodotti per costruire edifici e produciamo anche tessuti in riso.
Nel marzo scorso la startup ha chiuso un round da 600 mila euro. Lo hanno sottoscritto Boost Heroes (Gruppo B Holding), investitore in venture capital focalizzato sulle startup ad alto impatto economico sulla società; Impact Hub, incubatore certificato di startup innovative; a|impact (Avanzi Etica Sicaf), il fondo di venture capital promosso da Avanzi srl e da Etica sgr per sostenere le imprese a impatto sociale; Riso Gallo, leader del mercato del riso in Italia, che condivide con la startup l’intento della valorizzazione degli scarti della filiera produttiva. Ha partecipato al round anche un gruppo di investitori privati, fra cui l’imprenditore francese Jean-Sébastien Decaux, azionista di JCDecaux Holding e di JCDecaux sa, e i club di business angel Angels4Impact e Angels4Women (si veda altro articolo di BeBeez).
Monterisi ha spiegato: “Mi sono trovata a vivere a Biella in mezzo alle risaie e vedendo bruciare gli scarti del riso, mi è venuta col mio compagno la curiosità di capire cosa si bruciava. Italia è il primo produttore di riso in Europa. A Biella ho visto una casa nella risaia: tutto ciò che non è mangiabile può diventare una materia prima, tra ‘altro rinnovabile ogni anno. Ogni ettaro di risaia produce 10 tonnelate di scarto, da cui può essere prodotto materiale per l’edilizia, come fa Ricehouse”.
Nel corso della serata di premiazione, il comitato scientifico del premio WPP Innovators ha inoltre assegnato il premio speciale sostenibilità a Ittinsect, la startup che ha la missione di ridurre la sovrapesca di pesce selvatico grazie a un mangime per l’acquacoltura sostenibile che sostituisce gli ingredienti provenienti dal mare con insetti e sottoprodotti agricoli valorizzati biotecnologicamente secondo i principi dell’economia circolare. Per ogni mille tonnellate di mangime, Ittinsect valorizza mille tonnellate di sottoprodotti agricoli evitando, così, la necessità di pescare trenta milioni di pesci, e riducendo le emissioni legate alla produzione di mangimi di oltre il 10%. Nel febbraio 2022 punta a ottenere il brevetto dei suoi mangimi, ad aprile lancerà il pilota pre-commerciale. Anche la vincitrice del premio sostenibilità riceverà come premio un percorso di coaching e consulenza in ambito comunicazione da parte delle agenzie WPP.
Il fondatore e ceo Alessandro Romano ha chiarito: “Ittinsect è una startup sostenibile che lavora nella blue economy per ridurre la sovrapesca di un milione di tonnellate di pesce l’anno. L’oceano potrebbe svuotarsi completamente di pesce entro il 2048 per colpa della sovrapesca. Dall’acquacoltura o itticultura arriva oltre 50% del pesce che mangiamo, ma non è molto sostenibile. Per ogni kg di pesce che deriva da esso, occorre pescare 4 kg di pesce selvatico, che sarà inserito nei mangimi per itticoltura. Ittinsect produce mangimi sostenibili per acquacultura tramite il biotech”.
Il comitato scientifico che ha valutato le candidature e selezionato le startup arrivate in finale è composto da Alberto Calvo (Value Partners), Michele Costabile (LUISS), Massimiliano D’Amico (Be-Come/Gli Irragionevoli), Marco Gaiani (serial entrepreneur/investor, co-fondatore assieme a Riello IInvestimenti Partners del fondo Linfa Ventures lanciato lo scorso maggio), Roberto Lombardi (Venture Capitalist), Francesco Perrini (Bocconi), Fabio Ranghino (Ambienta Sgr), Elena Tettamanti (Presidente Amici della Triennale), Elena Vitale (imprenditrice e business angel, socia di IAG – Italian Angels for Growth). Per WPP hanno partecipato Massimo Beduschi (presidente per l’Italia di WPP), Viola Gualini (business director in Italia di WPP) e Alberto Bottalico (chief strategy officer di BCW Italia).
Il comitato ha esaminato oltre 100 candidature di startup dalla giuria (ogni membro ha portato le candidature di 10 startup), in base a parametri oggettivi: massimo 5 anni di vita, massimo 2 milioni di capitali raccolti, idee di business concrete. Le altre 4 startup finaliste al premio WPP Innovators sono state: Kampaay; Futurely; Endelea, Farmelody.
Kampaay è una startup milanese che attraverso la sua piattaforma digitale di Event-as-a-Service aggrega tutti i servizi necessari per la realizzazione di qualsiasi evento aziendale, che sia fisico, virtuale o ibrido. Nel luglio scorso ha chiuso un nuovo round da 1,5 milioni di euro, guidato da 360 Capital (si veda altro articolo di BeBeez). La raccolta seguiva il round seed da 580 mila euro dello scorso anno in due tranche: la prima a giugno da 180 mila euro; la seconda da 400 mila euro conclusa a inizio novembre 2020 (si veda altro articolo di BeBeez). Quel round era stato sottoscritto un club deal di investitori privati, sia italiani sia internazionali, e seguiva a sua volta un round pre-seed da 90 mila euro incassato nel 2019. Kampaay è stata fondata a Milano e fine 2018 da da quattro ingegneri del Politecnico di Milano: Daniele Arduini (ceo), Stefano Brigli Bongi (cmo), Enrico Berto (head of product) e Marco Alba (cfo). A inizio anno Kampaay ha aperto la sua prima sede all’estero, a Stoccolma, con l’obiettivo di conquistare il mercato nordico. Il fatturato nella prima metà dell’anno ha superato i 400 mila euro, più che raddoppiando il risultato del 2020 di 150 mila euro, in soli 6 mesi.
Futurely è una startup che aiuta ragazze e ragazzi delle scuole superiori a costruire il loro futuro offendo una piattaforma per l’orientamento scolastico, digitale, guidata e personalizzata, incentrata sulla scoperta di sé e delle opzioni dopo le scuole superiori. Nel settembre scorso ha chiuso un round di raccolta da 1,5 milioni di dollari (si veda altro articolo di BeBeez). Lo hanno guidato i soci di Italian Angels for Growth (IAG) insieme ad Angels4Women (A4W), frutto dell’accordo siglato pochi mesi fa dalle due associazioni a sostegno dell’imprenditoria femminile, e altri investitori privati, tra cui Diego Piacentini (appena nominato advisor e presidente di Exor Seeds, il veicolo di investimento in venture capital di Exor, la holding della famiglia Agnelli quotata a Piazza Affari; si veda altro articolo di BeBeez), Riccardo Zacconi (cofondatore ed ex ceo di King, la software house che ha sviluppato Candy Crush)e Fabio Mondini (fondatore di Growth Capital). Futurely è stata infatti fondta nel 2019 a Milano da due giovani imprenditrici, Elisa Piscitelli e Mariapaola Testa, che si sono guadagnate un posto nella lista degli under 30 del 2021 di Forbes Italia e che hanno cominciato a lavorare a questo progetto quando la prima stava concludendo il suo master al MIT e la seconda stava iniziando l’MBA a Harvard, dopo aver studiato entrambe al Politecnico di Milano e aver intrapreso carriere in società di consulenza strategica di eccellenza.
Endelea è un marchio di moda nato a Milano nel 2018 con l’idea di creare collezioni di abiti e accessori in tessuti wax africani, dal design made in Italy e realizzate in Tanzania. Il nome “Endelea” in lingua Swahili, significa “andare avanti senza arrendersi” ed è coerente con la vision del brand. Endelea è una delle prime 5 startup da accelerare scelte nell’aprile 2020 da Bocconi for Innovation (B4i), la piattaforma di pre-accelerazione, accelerazione e sviluppo interno alle aziende, dell’Università Bocconi di Milano (si veda altro articolo di BeBeez).
Farmelody è una startup che punta a migliorare la sostenibilità e ridurre lo spreco di cibo in allevamento. Confrontandosi con allevatori, veterinari e industriali, la startup ha compreso il forte rinnovamento che il settore sta affrontando. Gestire ed interpretare la quantità spropositata di dati prodotta negli allevamenti moderni rappresenta una sfida stimolante quanto impegnativa. Farmelody si propone, quindi, di avviare un nuovo processo di digitalizzazione basato su tecnologia cloud per venire incontro alle necessità sollevate. Ambisce, inoltre, a integrare ai dati tradizionali le informazioni derivanti dal microbioma intestinale degli animali, una fonte inesplorata e promettente come dimostrato dall’impatto straordinario sulla salute umana dei batteri e virus che risiedono nel nostro intestino. La startup attualmente collabora con industrie multinazionali e una delle maggiori aziende di produzione animale in Italia per ultimare lo sviluppo del prototipo.
Massimo Beduschi, presidente di WPP in Italia, ha concluso: “Anche quest’anno siamo stati sorpresi da realtà incredibilmente innovative che uniscono idee brillanti applicate a creatività e ingegno in settori simbolo del made in Italy: dalla moda alla cultura al food, passando per il design e la comunicazione. L’innovazione per noi è importante. Se ne parla molto ultimamente. L’innovazione delle 5 finaliste utilizza tecnologia e digitale, ma ha alla sua base inclusività e idee. WPP da sempre è vicina all’innovazione ai giovani (che costituiscono il 40% dei nostri dipendenti) e ci teniamo ad aiutare le startup. Infatti metteremo a disposizione le nostre eccellenze nel mondo della comunicazione, affinché la startup abbia visibilità, raccolga i capitali, si faccia conoscere e dimostri quello che vale”.