Il gruppo Snam quotato a Piazza Affari insieme ad altri due operatori dei sistemi di trasmissione (TSO) de gas europei, la spagnola Enagás e la francese GRTgaz, hanno siglato ieri a Parigi un accordo per avviare iniziative di investimento congiunte finalizzate a dare impulso al mercato dell’idrogeno pulito il cui ruolo sarà fondamentale nella transizione energetica. Come prima iniziativa comune hanno annunciato un investimento di circa 33 milioni di euro ciascuna nel Clean H2 Infra Fund, con un ruolo di anchor investors, per un totale di circa 100 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Clean H2 Infra Fund è l’impact fund lanciato a inizio ottobre da Hy24, neonata joint venture paritetica tra Ardian e FiveT Hydrogen, che mira a sostenere lo sviluppo delle infrastrutture per l’idrogeno pulito (si veda altro articolo di BeBeez). Al momento del lancio, era astato comunicato che il nuovo fondo punta a raccogliere 1,5 miliardi di euro. Di questi, 800 milioni di euro erano già stati impegnati già a inizio ottobre da un importante gruppo di investitori industriali e finanziari attivi nell’idrogeno pulito. Il fondo aveva già raccolto infatti gli impegni da 100 milioni di euro ciascuno dei gruppi industriali Air Liquide, TotalEnergies e Vinci, che hanno agito da anchor investor. A questi si sono aggiunti Plug Power, Chart Industries e Baker Hughes (investitori chiave in FiveT Hydrogen). Anche Lotte Chemical, un grande gruppo industriale asiatico, ha confermato la sua intenzione di aderire come anchor investor, così come AXA. All’iniziativa intendono aderire anche altri grandi player industriali internazionali, tutti fortemente impegnati nella carbon neutrality. Questi includono: Groupe ADP, Ballard, EDF e Schaeffler. Ora, dunque, a questa batteria di investitori si sono aggiunti anche Snam, Enagàs e GRTgaz.
Non è chiaro se l’investimento in Hy24 da parte di Snam sia un’iniziativa diversa o rappresenti invece la messa a terra del progetto di cui aveva parlato il ceo di Snam Marco Alvarà nel novembre 2020, in occasione dell’annuncio dell’acquisto della quota del 33% del capitale di Industrie De Nora, il gruppo italiano attivo nella progettazione, produzione e fornitura di tecnologie elettrochimiche e per il trattamento delle acque, rilevandolo da Blackstone in un’operazione che aveva valutato De Nora 1,2 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Allora, infatti, si diceva che Snam sarebbe stata anchor investor di una piattaforma di investimento dedicata alla transazione energetica che sarebbe stata lanciata nel corso del 2021 per rispondere al crescente interesse nella transizione energetica e nella decarbonizzazione. Il ceo Alvarà aveva detto che l’investimento in De Nora ha “un’ottica di lungo periodo”, ma che “parte della quota sarà conferita alla nuova piattaforma di investimento dedicata alla transazione energetica, per la quale è stato già identificato un team di investimento di professionisti” (si veda qui la presentazione agli analisti dell’operazione su De Nora).
A proposito di De Nora, nel nuovo Piano industriale 2021-2025, presentato da Snam a fine novembre, sono stati confermati i rumor di mercato di inizio ottobre (si veda atro articolo di BeBeez) sull’ipotesi di quotazione del gruppo per il 2022.
Che il progetto di quotazione di De Nora vada in porto o meno, si legge nel piano, dipenderà dalle condizioni del mercato, ma in ogni caso obiettivo della quotazione per Snam è quello di far emergere il valore di De Nora, di cui Snam possiede oggi una quota del 35,6%, dopo un investimento complessivo di circa 450 milioni di euro. De Nora, si legge ancora nel piano, si avvia a chiudere il 2021 con ricavi superiori ai 600 milioni di euro, in aumento di oltre il 20% rispetto al 2020. Ricordiamo che l’ipo potrebbe prevedere una parte di aumento di capitale per finanziare ulteriormente lo sviluppo delle attività nell’idrogeno.
Tornando all’investimento dei tre TSO europei in Hy24, Pierre-Etienne Franc, amministratore delegato di Hy24, ha commentato: “L’ingresso di tre TSO di primo piano nel panorama delle infrastrutture gas europee è un passo fondamentale e testimonia il ruolo chiave di questa iniziativa a supporto dello sviluppo dell’intero settore dell’idrogeno pulito, dalla produzione alla distribuzione e agli utilizzi. Siamo onorati che la prima mossa di questo consorzio sia stata investire nel fondo di Hy24 e ci aspettiamo che questa adesione inneschi altri progetti in questa parte della filiera”.
Quanto all’accordo più ampio annunciato ieri da Snam, Enagàs e GRTgaz, ricordiamo che i tre gruppi fanno già parte della European Hydrogen Backbone Initiative, il cui studio più recente prefigura la possibilità di realizzare un’infrastruttura paneuropea per il trasporto di idrogeno, basata in gran parte sul “repurposing” delle reti gas, che potrebbe estendersi per quasi 40.000 km entro il 2040, collegando 19 Stati membri dell’Ue più il Regno Unito e la Svizzera.
A proposito dell’accordo siglato a Parigi, Marcelino Oreja, amministratore delegato di Enagás, ha commentato: “I Transmission System Operator europei sono attori chiave nella lotta contro il cambiamento climatico e questa iniziativa si adatta perfettamente alla strategia di Enagás a supporto di una transizione energetica equa. Questo consorzio è un chiaro esempio di cooperazione tra tre TSO europei che avranno un ruolo importante per la futura decarbonizzazione dell’energia”.
Thierry Trouvé, amministratore delegato di GRTgaz, ha aggiu to: “In futuro, l’idrogeno avrà un ruolo importante nel bilanciamento del sistema elettrico e nella decarbonizzazione dell’industria, come dimostra la consultazione nazionale sul tema lanciata in Francia da GRTgaz insieme a Teréga lo scorso giugno. L’industria esprime la necessità di un accesso affidabile e a prezzi competitivi all’idrogeno pulito ed è quindi interessata allo sviluppo progressivo di un’infrastruttura dedicata a questo scopo”.
il ceo di Snam Marco Alverà ha cconcluso: “Con questo accordo, tre importanti operatori di rete europei si impegnano a lavorare insieme per contribuire all’accelerazione della transizione energetica in tutto il continente e oltre, in linea con il pacchetto Fit for 55 e con la strategia europea sull’idrogeno. Le nostre infrastrutture di trasporto e stoccaggio si stanno preparando all’idrogeno al fine di abilitare un percorso di decarbonizzazione più efficiente. Siamo pronti a condividere le nostre competenze e a sostenere nuove iniziative di investimento come il Clean H2 Infra Fund per promuovere progetti nell’idrogeno verde e favorire il raggiungimento degli obiettivi di zero emissioni”.
Snam ha individuato entro il 2030 opportunità di investimento per 23 miliardi di euro nel trasporto e nello stoccaggio di energia e in nuovi progetti green, con al centro in particolare l’idrogeno. Snam è stata la prima azienda di trasporto gas in Europa a sperimentare l’immissione di idrogeno in miscela con il gas naturale nella propria rete, per la quale è in corso la certificazione hydrogen-ready. La società ha inoltre testato la possibilità di stoccare miscele di idrogeno fino al 100% nei propri siti.
Da oltre due anni Snam ha dato vita a una Business Unit dedicata all’idrogeno. Le iniziative si collocano su tre direttrici strategiche. La prima riguarda la logistica e l’utilizzo di idrogeno in vari Paesi e in diversi ambiti quali le industrie hard-to-abate e la mobilità, in partnership con altri rilevanti operatori. In questo campo, Snam sta gestendo più di 150 progetti, dalla conversione a idrogeno di tratte ferroviarie alimentate a diesel a iniziative in settori quali acciaio, vetro, ceramica, carta, chimica, porti e aeroporti. Alcuni di questi progetti rientrano nell’ambito dei programmi di finanziamento nazionali ed europei (IPCEI, PNRR, Innovation Fund, Horizon 2020). Un altro set di iniziative riguarda una rete di oltre 50 partner internazionali lungo l’intera catena del valore dell’idrogeno, incluse collaborazioni con aziende leader nelle principali tecnologie di elettrolisi, alcalina (Industrie De Nora) e a membrana (ITM Power).
Un’altra direttrice riguarda infine iniziative di ricerca e sviluppo e venture capital. Snam, ad esempio, sta realizzando una rete internazionale di centri di innovazione sull’idrogeno (Hydrogen Innovation Center) attraverso collaborazioni con università e centri di ricerca di primo piano a livello internazionale. Inoltre lo scorso ottobre Snam ha lanciato HyAccelerator, il primo programma di accelerazione su scala globale per startup focalizzato sull’idrogeno e gestito da un’azienda, con l’obiettivo di valorizzare le realtà più innovative del settore, dando vita a progetti ad alto potenziale. Le startup selezionate riceveranno supporto su ricerca e sviluppo e testing delle tecnologie (si veda qui il comunicato stampa). Le startup selezionate a valle delle call accederanno a un percorso di accelerazione che durerà dai 4 ai 6 mesi, con supporto su ricerca e sviluppo, oltre a sessioni di mentorship, networking e testing delle soluzioni. Queste attività potranno anche fare leva sulla rete dell’Hydrogen Innovation Center. Al termine del percorso, le startup realizzeranno insieme a Snam studi di fattibilità per futuri progetti pilota nell’idrogeno.