Angelini Pharma, società interamente controllata da Angelini Industries, si rafforza nel trattamento dell’epilessia, investendo fino a 505,5 milioni di dollari per lo sviluppo e la commercializzazione in tutto il mondo della tecnologia J-Brain Cargo dell’azienda farmaceutica giapponese Jcr Pharmaceuticals (si veda qui il comunicato stampa). Si tratta del secondo investimento a livello internazionale per il trattamento dell’epilessia, dopo che nel 2021 ha acquisito la svizzera Arvelle Therapeutics e la licenza esclusiva di commercializzazione in Europa del farmaco innovativo cenobamato per un valore fino a 960 milioni di dollari (si veda qui il comunicato stampa dell’epoca).
L’accordo di collaborazione internazionale appena firmato punta, in particolare, allo sviluppo di nuove terapie biologiche capaci di penetrare la barriera emato-encefalica. La partnership unisce l’esperienza di Angelini Pharma nell’area delle malattie neurologiche e l’eccellenza scientifica e tecnologica di JCR Pharmaceuticals per fornire farmaci biologici che agiscono penetrando la barriera emato-encefalica. La tecnologia J-Brain Cargo dell’azienda giapponese consente di veicolare i bioterapici nel sistema nervoso centrale attraverso un meccanismo chiamato transcitosi mediata dal recettore.
Secondo i termini dell’intesa, JCR Pharmaceuticals riceverà il rimborso delle spese sostenute per la ricerca, un pagamento anticipato e avrà diritto a ricevere ulteriori milestone di sviluppo e commerciali fino a 505,5 milioni di dollari, oltre a royalties graduali sulle vendite nette post-approvazione. Dopo la fase di sviluppo preclinico, Angelini Pharma avrà il diritto di licenza esclusiva per candidare i farmaci terapeutici identificati nell’ambito della collaborazione per lo sviluppo clinico e la commercializzazione al di fuori del Giappone, mentre JCR Pharmaceuticals manterrà il diritto di commercializzazione nel Paese asiatico.
Il patto è stato voluto da Sergio Marullo di Condojanni, amministratore delegato di Angelini Industries, e si inquadra in una più ampia strategia di crescita che vede nella prescription medicine e soprattutto nell’area terapeutica della salute mentale un driver di sviluppo per il business farmaceutico del gruppo italiana.
“L’epilessia è una delle patologie neurologiche croniche più diffuse. Nell’ultimo decennio è stata riconosciuta come una malattia sociale con un alto livello di disabilità e di mortalità e sono urgenti e necessarie ulteriori ricerche per identificare soluzioni mirate per questa comunità di pazienti poco trattata. Grazie a questa collaborazione strategica con JCR, un’azienda con grandi competenze biotecnologiche, uniremo i nostri rispettivi punti di forza per esplorare l’uso dei biologici in questo segmento e per accelerare lo sviluppo di ulteriori opzioni terapeutiche di cui le persone con epilessia hanno bisogno”, ha spiegato Jacopo Andreose, amministratore delegato di Angelini Pharma.
“La barriera emato-encefalica è rimasta una zona d’ombra nella ricerca clinica per le malattie neurologiche e siamo entusiasti di collaborare con Angelini Pharma per proporre nuove terapie per questi pazienti. Credo che la nostra tecnologia proprietaria J-Brain Cargo sia una chiave importante per il trattamento dei disturbi del sistema nervoso centrale. Combinando le nostre tecnologie con la competenza terapeutica di Angelini Pharma nelle malattie neurologiche, potremo offrire nuove opzioni terapeutiche per le persone affette da epilessia”, ha aggiunto Shin Ashida, presidente di JCR, nata 48 anni fa in Giappone e oggi attiva e in crescita nello studio di malattie rare e genetiche in tutto il mondo negli Stati Uniti, in Europa e in America Latina.
L’epilessia, che si stima colpisca più di 50 milioni di persone in tutto il mondo, rappresentando una delle condizioni neurologiche più comuni, gravi, croniche e debilitanti, è al centro della ricerca di Angelini Pharma, che sviluppa e commercializza soluzioni per la salute con particolare attenzione alle aree della salute del cervello, compresa la salute mentale e della consumer health. La patologia si manifesta in persone di tutte le età e ha numerose conseguenze neurobiologiche, cognitive e psicosociali. In molte di queste persone le crisi non possono essere controllate con i farmaci attualmente disponibili e questo aumenta la necessità di nuove terapie che sollevino i pazienti dal peso della malattia che ricade su tutti gli aspetti della loro vita, si legge nella nota.
Angelini Pharma opera direttamente in venti Paesi, impiegando più di tremila persone. I suoi prodotti sono commercializzati in oltre settanta Stati attraverso partnership con i principali gruppi farmaceutici internazionali. Fa parte, come detto, di Angelini Industries, gruppo multi-industry internazionale, che spazia dal settore vitivinicolo all’immobiliare, fondato ad Ancona nel 1919. Impiega circa 5.800 dipendenti in dodici siti produttivi e opera in ventuno Paesi con un fatturato di oltre 2 miliardi di euro, generato nei settori della salute, delle tecnologie industriali e dei beni di consumo. Nel 2021 ha conseguito ricavi per più di 1,72 miliardi di euro, con un ebitda superiore ai 165 milioni e una posizione finanziaria netta di quasi 96,4 milioni (debiti totali di 601 milioni, di cui 551 milioni a medio-lungo termine, e una liquidità di 505 milioni) (si veda qui il report di Leanus, dopo essersi registrati gratuitamente).
Nello scorso autunno Angelini Industries ha lanciato Angelini Ventures, società internazionale di venture capital con una dotazione di 300 milioni di euro, sede a Roma e un team globale che compone una rete internazionale di esperti in innovazione (si veda altro articolo di BeBeez). Angelini Ventures, che a ottobre scorso aveva già pianificato investimenti internazionali, focalizzerà la ricerca sulla salute del cervello e sui segmenti di mercato rivolti a donne, bambini e terza età. Nel portafoglio ci sono Argobio, “startup studio” del settore biotech con sede a Parigi (si veda altro articolo di BeBeez), Angelini Lumira Biosciences Fund, fondo nordamericano che investe in start up, e Pretzel Therapeutics, società di Boston che sviluppa terapie mitocondriali, già finanziata da Eir Ventures, società di venture capital svedese incentrata sulle scienze della vita, e da Cambridge Innovation Capital, l’investitore di venture capital fondato per migliorare il tasso di successo del deeptech e delle scienze della vita dell’Università di Cambridge.