Ci si aspetta grandi cose dal mercato dell’acquisition finance quest’anno in Italia. Almeno a sentire gli addetti ai lavori intervistati per l’indagine periodica condotta dallo studio internazionale DLA Piper su un campione di 300 top manager europei di banche, fondi e altri veicoli di investimento attivi sul fronte del m&a, di cui oggi MF Milano Finanza anticipa i principali risultati.
Nel dettaglio, il 68% degli intervistati italiani si aspetta che quest’anno il mercato dell’acquisition finance, cioè della finanza a supporto di operazioni di m&a, vedrà un incremento di attività rispetto all’anno scorso, quando in un’analoga indagine la percentuale degli ottimisti era del 60%. Poco più ottimisti degli italiani ci sono gli olandesi (69%) e più ottimisti di tutti sono gli spagnoli (77%), mentre in Germania, Francia e Regno Unito gli intervistati quest’anno sono meno ottimisti di quanto non fossero l’anno scorso.
“A far immaginare un aumento dell’attività è il fatto che negli ultimi tempi il legislatore italiano abbia introdotto una serie di misure che favoriscono l’accesso a fonti alternative di credito da parte delle aziende. In particolare il decreto di febbraio ha introdotto la possibilità per i fondi di investimento alternativi italiani ed europei di erogare credito diretto alle aziende (si veda altro articolo di BeBeez, ndr)”, ha commentato a MF-Milano Finanza Mario D’Ovidio, partner di DLA Piper e responsabile per l’Italia dell’European Acquisition Finance Debt Report 2016.
Per esempio, ha aggiunto l’avvocato, è ragionevole immaginarsi un aumento del ricorso a finanziamenti del tipo unitranche, strumento nato negli Usa e già diffusosi negli ultimi quattro anni in Regno Unito, Francia e Germania”, interessante perché, a fronte di un’unica linea con un unico pacchetto di garanzie, si possono modulare diverse seniority tra i finanziatori senza che questo comporti diversi accordi con il debitore. Il tutto con una spesa di strutturazione più contenuta rispetto a quella di una cartolarizzazione o di un fronting con una banca locale”.