Illumia spa, società bolognese di distribuzione al dettaglio di luce e gas, si è assicurata un finanziamento di 15 milioni di euro, erogato da Banca CF+, ovvero la challenger bank nata dopo lo scorporo dall’ex Credito Fondiario, un anno fa, delle attività di gestione e investimento in crediti deteriorati (si veda altro articolo di BeBeez), controllata da Elliott (si veda qui il comunicato stampa).
Secondo quanto risulta a BeBeez si tratta di un finanziamento a 6 anni con 12 mesi di preammortamento. Più nello specifico, il finanziamento assistito da SACE tramite Garanzia Italia è finalizzato a sostenere il piano di crescita della società, nonché a fronteggiare gli impatti del contesto pandemico consentendo a Illumia di sviluppare il piano di investimenti, con benefici per til territorio in cui opera.
Illumia è controllata dal Gruppo Tremagi, un family business italiano attivo nella fornitura di energia e di gas naturale, che a oggi conta circa 400.000 clienti su tutto il territorio nazionale. Nel 2021, il gruppo ha registrato risultati positivi e in crescita su tutta la linea, con un fatturato di 826,16 milioni di euro e un ebitda di 32 milioni (si veda qui il comunicato stampa).
Tra le novità degli ultimi mesi vi è la nascita della Esco E-Wide, come risposta di Tremagi alla sfida dell’efficienza energetica. Partita subito con interventi sul territorio, come il Teatro Comunale, ora è pronta a favorire la nascita e la diffusione delle comunità energetiche per dare il proprio contributo all’obiettivo, impegnativo, di fare di Bologna una delle città carbon neutral entro il 2030. Sul fronte internazionale, invece, il Gruppo può contare su Wekiwi, il primo operatore digitale, lanciato nel 2016 che in Francia ha già convinto 40.000 clienti e che nei prossimi mesi approccerà anche il mercato iberico.
Marco Bernardi, presidente di Illumia ha commentato così l’ultima operazione: “Il 2021 si è concluso per Illumia con un incremento di margini e clienti, malgrado la crisi dei prezzi che ha stravolto il mercato negli ultimi mesi dell’anno. L’anno in corso sta confermando lo lo stesso trend e proprio per questo motivo il sostegno del mondo finanziario è fondamentale per far fronte alle esigenze di liquidità del gruppo in un’ottica sostenibile di lungo periodo. Siamo quindi contenti di lavorare con Banca CF+ per la velocità e propositività con cui si è mossa nel sostenere la nostra crescita”.
Iacopo De Francisco, amministratore delegato e Direttore Generale di Banca CF+, già ospite prima di Pasqua di BeBeez Live, ha aggiunto: “Siamo molto soddisfatti di questa operazione e di affiancare un’azienda come Illumia nel suo percorso di sviluppo. Il ruolo di Banca CF+ è proprio quello di sostenere la crescita o il rilancio delle imprese italiane ad elevato potenziale, offrendo sempre la soluzione di finanziamento più adeguata ed efficace. Il prestito, erogato in soli 30 giorni, finanzierà gli investimenti necessari a conseguire gli obiettivi di sviluppo della società e conferma la capacità di Banca CF+ di affiancare le imprese, anche in un momento congiunturale complesso, offrendo la migliore soluzione di credito nel minor tempo possibile”.
Ricordiamo che Banca CF+, così come la scorporata Gardant, è controllata all’88% dal fondo Usa Elliott attraverso Tiber Investments sarl, con il resto del capitale in capo ai soci di Tages (12%), società di investimenti fondata nel 2011 dagli investment banker Panfilo Tarantelli e Sergio Ascolani, e presente nel capitale della banca dal 2013. La svolta rappresenta il capolinea di un lungo processo che ha visto la banca, dapprima specializzata nella concessione di mutui casa, controllato dalle allora tre banche di interesse nazionale (BCI, Credito Italiano e Banca di Roma), diventare un investitore in crediti deteriorati legati all’immobiliare, sotto il controllo di Morgan Stanley, per poi passare a fine 2018 sotto le insegne di Elliott (si veda altro articolo di BeBeez) con Tages in posizione di minoranza.
il piano industriale a 5 anni si propone di raggiungere 4,2 miliardi di euro di attivi in gestione e di conseguire target di efficienza e redditività tra i più alti del sistema bancario, che si riassumono in un cost/income ratio del 42% e un Roae (Return on average equity) del 23%. Il tutto con un utile netto di 50 milioni e 200 dipendenti dagli attuali 100. La banca ha chiuso il 2021 con un margine di intermediazione di 20,6 milioni e una perdita netta di circa 6 milioni di euro, risultati largamente influenzati dagli effetti dello scorporo di Gardant (si veda qui il bilancio 2021).
Per raggiungere gli obiettivi del piano, Banca CF+ punta sulle pmi con fatturato compreso tra 2 e 100 milioni di euro: oltre 200 mila aziende, con 5,5 milioni di addetti, che hanno rating bassi e hanno ricevuto poco credito dalle banche fra il 2010 e il 2019. A queste aziende la banca offrirà, avvalendosi di una piattaforma tecnologica evoluta, diverse soluzioni specializzate di finanziamento per l’impresa: factoring (pro soluto e pro solvendo), finanziamenti garantiti o meno da MCC e SACE, acquisto di crediti fiscali (su quest’ultimo tema si vedano qui BeBeez Live e qui il webinar dello scorso giugno).