Il gruppo Marcegaglia ha firmato un contratto di fornitura di 7 anni, del valore di 1,79 miliardi di euro, con la scaleup svedese H2 Green Steel (si veda qui il comunicato stampa), di cui è azionista dal 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). Con questo deal l’azienda italiana è anche diventata fra i primi clienti di H2 Green Steel per quanto concerne l’acciaio cosiddetto verde, che sarà destinato alle sue attività in Sud Europa, Gran Bretagna e Polonia. Nella negoziazione Marcegaglia è stata assistita da LCA Studio Legale.
H2GS sta realizzando un impianto siderurgico greenfield nel nord della Svezia, a Boden, per la produzione di acciaio senza fossili a costi competitivi, così come annunciato dalla società a febbraio 2021 (si veda qui il comunicato stampa di allora). Il progetto include un impianto di idrogeno verde su scala elevata come parte integrante dell’impianto di produzione dell’acciaio. La produzione dovrebbe iniziare nel 2024 ed entro il 2030 H2GS dovrebbe avere una capacità produttiva annuale di cinque milioni di tonnellate di acciaio di alta qualità. Marcegaglia , cui è diretto proprio l’acciaio prodotto a Boden, oltre che finanziatore è anche partner industriale e strategico: trasformerà 250 mila tonnellate di acciaio l’anno nella prima fase di attività e 500 successivamente.
H2 Green Steel si è proposto come sfidante innovativo su un mercato tradizionale come quello dell’acciaio circa due anni fa, grazie a rapidità, efficienza e a un team di alto livello. “Noi crediamo nel sistema delle partnership come strumento di business, e abbiamo deciso di adottare questo modello fin dall’inizio dell’attività di H2 Green Steel, che svolgerà un ruolo essenziale nel percorso di decarbonizzazione del nostro gruppo”, ha dichiarato Antonio Marcegaglia, chairman e ceo di Marcegaglia Steel.
“Si tratta di una pietra miliare per lo sviluppo di Green Steel e di un importante riconoscimento del nostro progetto”, ha aggiunto Henrik Henriksson, ceo dell’azienda siderurgica svedese. “Questo non soltanto per i suo ingente valore economico, ma anche per l’importanza di un player come Marcegaglia nell’industria siderurgica europea”, ha aggiunto. “Il gruppo della siderurgia lombarda controllata dall’omonima famiglia”, ricorda H2 Green Steel in una nota “è uno dei principali player europei nella lavorazione e nella distribuzione di prodotti in acciaio, come tubature, materiale per l’edilizia, guardrail, laminati, barre e altro”.
Nel dettaglio, quindi, l’ingresso del gruppo italiano nella compagine societaria della scaleup svedese è avvenuto a maggio 2021 quando la società aveva partecipato al round di Serie A da 105 milioni di dollari cui avevano partecipato diversi altri investitori, fra cui Exor, holding della famiglia Agnelli-Elkan.
Fra gli investitori internazionali, il fondo di venture capital Altor Fund V, Ane & Robert Maersk Uggla (la famiglia azionista di riferimento del colosso dello shipping Maersk), Bilstein Group (gruppo tedesco produttore e distributori di componenti di ricambio per il settore automotive), l’acceleratore specializzato in energia sostenibile EIT InnoEnergy, FAM (holding della famiglia Wallenberg, con interessi che vanno da Ericcson, Electrolux ad ABB, oltre a essere lo sponsor del gruppo di private equity EQT. A completare il parterre dei finanziatori, IMAS Foundation (gruppo IKEA), Kingspan (gruppo irlandese produttore di soluzioni di isolamento per edifici), i colossi dell’automotive Mercedes-Benz e Scania, i gruppi industriali SMS Group e Stena Metall Finans, Cristina Stenbeck (azionista di controllo della casa di investimento svedese Kinnevik, uno dei primi investitori nel marketplace di abbigliamento Zalando), Daniel Ek (fondatore di Spotify) e la holding di investimento svedese Vargas (investitore, tra l’altro, anche in Northvolt, progetto miliardario di sviluppo di giga-factory di produzione di batterie al litio, a cui si sono poi ispirati i progetti BritishVolt e Italvolt dell’imprenditore svedese Lars Carlstrom).
Il gruppo Marcegaglia, leader mondiale con 6.600 dipendenti, 60 uffici commerciali, 29 acciaierie, ha chiuso il 2021 con un fatturato di 7,7 miliardi di euro, un ebitda di 632,6 milioni (+20% sul 2020) e 6,2 milioni di tonnellate di acciaio lavorato all’anno.
La società è molto attiva sul fronte m&a. A luglio 2022 ha investito per la prima volta nella produzione primaria di acciaio e ha acquisito la divisione prodotti lunghi (bond products business) in acciaio inossidabile della multinazionale finlandese Outokumpu per un valore di 228 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Qualche giorno dopo, tramite la controllata Marcegaglia Specialties spa, aveva completato l’acquisizione della totalità del capitale di Trafital spa, una delle storiche trafilerie italiane, con sede a Gorla Minore, in provincia di Varese, dalle famiglie Vergani, Errico e Fossati.
A metà maggio 2022, invece, tramite l’omonima controllata nello UK, la società aveva annunciato l’acquisizione di una parte rilevante degli asset del gruppo Liberty Steel, controllato dal magnate indiano Sanjeev Gupta, relativi allo stabilimento Liberty Precision Tubes di Oldbury nel Regno Unito. Un deal che ha consentito al gruppo mantovano di consolidarsi nella produzione di tubi in acciaio sul mercato britannico ed europeo. L’operazione era stata finanziata attingendo a parte delle risorse incassate con il prestito esg linked da un miliardo di euro a sei anni ottenuto a fine maggio da Marcegaglia Steel da un pool di banche (si veda altro articolo BeBeez).
Infine, a luglio 2020, c’era stato un doppio deal per il Supply Chain Fund, il primo fondo chiuso di invoice financing specializzato nell’acquisto di crediti commerciali direttamente dalle pmi, gestito da Groupama am sgr. In entrambi i casi il debitore ceduto è stato il gruppo Marcegaglia (si veda altro articolo BeBeez).