Andreotti Impianti, società attiva nella progettazione, costruzione, montaggio ed avviamento di impianti per la lavorazione e per la produzione di oli vegetali ed animali, realizzerà in collaborazione con l’azienda locale Carrinho Empreendimentos sa un impianto chiavi in mano in Angola per il trattamento semi oleosi ed estrazione di olio con solvente. L’operazione è stata finanziata con un prestito di 57 milioni di euroda Deutsche Bank, assistito da SACEe dal Banco de Desenvolvimento de Angola. I tempi di costruzione previsti per il sito sono di due anni (si veda qui il comunicato stampa).
Con il finanziamento sarà realizzato il più grande impianto del suo genere in Africa per una capacità di lavorazione fino a 4.000 tonnellate di soia o 2.400 tonnellate di semi di girasole al giorno. L’impianto creerà circa 300 posti di lavoro diretti e migliaia di posti di lavoro indiretti legati alle piantagioni di soia e girasole.
Il progetto fa parte del grande piano di sviluppo di un parco industriale agroalimentare nell’area di Lobito nella Provincia di Benguela, finalizzato a ridurre le importazioni di beni alimentari e d’igiene personale dell’Angola. L’impianto infatti sarà consegnato alla società angolana Carrinho Empreendimentos, partecipata dal gruppo importatore di alimenti Leonor Carrinho & Filhos, specializzato nella gestione in tutte le fasi del trasporto, armamento, trasformazione e commercializzazione dei prodotti.
Questa transazione è il primo individual loan agreement realizzato nell’ambito del framework export credit agreement firmato tra Deutsche Bank, BDA e il Ministero delle Finanze dell’Angola nel maggio 2019, per il finanziamento di progetti rilevanti per l’economia locale e con impatto positivo sull’economia, sull’offerta di beni e servizi e sull’occupazione (si veda qui il comunicato stampa).
La Andreotti Impianti, nata nel 1955 su iniziativa di Argentino Andreotti, con sede a Calenzano (Fi), negli anni è rimasta sotto la proprietà della famiglia, consolidando la sua posizione nel settore in Italia ed all’estero. Ciascuna divisione di produzione del gruppo fabbrica sia piccole unità produttive che grandi linee continue di grosse capacità, la maggior parte delle quali controllate da sistemi di controllo elettronici dotati di software ad hoc. Nel 2021. il gruppo ha fatturato 38,4 milioni di euro, l’ebitda è stato di 5,2 milioni e la liquidità netta pari a 18,9 milioni (si veda qui l’analisi di Leanus dopo essersi registrati gratuitamente).
Alberto Andreotti, managing director dell’azienda, ha commentato: “Siamo molto orgogliosi di associare il nome di Andreotti Impianti al più grande progetto industriale di questo tipo mai realizzato fino ad oggi in tutta l’Africa Subsahariana – ha commentato Alberto Andreotti, managing director di Andreotti Impianti – e siamo grati a Deutsche Bank e SACE per aver posto in essere e reso operativo, con nostra grande soddisfazione, un modello finanziario innovativo, a supporto dell’esportazione di tecnologia e macchinari italiani in un mercato estremamente competitivo”.
“Tecnologia e know how Made in Italy sbarcano ancora una volta in Angola con questa operazione che vede SACE al fianco di una realtà imprenditoriale come Andreotti e insieme a un partner consolidato come Deutsche Bank. In Africa siamo l’agenzia di export credit tra le più attive e questa operazione racconta perfettamente il contributo importante che possiamo dare alle aziende anche in aree molto complesse, per far sì che possano crescere in sicurezza”, ha aggiunto Bernardo Attolico, chief business officer di SACE.
Werner Schmidt, global head of structured trade export finance di Deutsche Bank, ha aggiunto: “Siamo orgogliosi di questa operazione, che arricchisce l’esperienza decennale di Deutsche Bank nel finanziamento di progetti di sviluppo in Africa. Il nuovo impianto sosterrà il percorso di transizione dell’economia locale da una posizione di dipendenza nell’approvvigionamento di materie prime alla creazione di processi alimentari a più alto valore aggiunto, riducendo così le importazioni di cibo e consentendo alla produzione locale di risalire la catena del valore”.
Tra le ultime operazioni di Deutsche Bank in Italia, ricordiamo il finanziamento a medio termine da 30 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa), con scadenza nel 2028, concesso a LU-VE, società quotata su Euronext Milan e attiva nel settore degli scambiatori di calore ad aria (si veda qui il comunicato stampa). Il prestito è finalizzato a supportare i piani di crescita della società, e in particolare l’ampliamento strategico di alcuni stabilimenti in Italia e all’estero (Belluno in Italia, Gliwice in Polonia, Jacksonville in Texas).
Lo scorso febbraio, invece, Deutsche Bank si è messa anche sul fronte dei crediti non performing, sottoscrivendo con il Gruppo Banca Finint e con l’Italian NPL Opportunities Fund (il cui advisor è Eidos Partners) un accordo per la vendita di 296,5 milioni di npl derivanti da contratti di mutuo con sottostante di natura immobiliare. Di questi, circa 270,1 milioni sono posizioni classificate npl e 26,4 milioni posizioni classificate utp e past due (si veda altro articolo di BeBeez).