Util Industries, produttore globale di parti metalliche principalmente destinate al mercato dei freni per automotive, controllato dal fondo CCR I, gestito da Dea Capital Alternative Funds sgr, ha sottoscritto un accordo con Banca CF+ per un contratto di factoring pro solvendo verso un portafoglio di debitori ceduti costituito per la maggior parte da grandi gruppi internazionali per un turnover complessivo annuo di 120 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Il finanziamento, finalizzato a sostenere il capitale circolante, contribuirà ad accelerare il percorso di crescita dell’azienda e semplificherà il processo della riscossione dei crediti. Proprio il factoring, peraltro, è stato lo strumento che ha permesso a Util Industries di liberare liquidità in un momento di difficoltà a cavallo tra il 2019 e il 2020, nonostante appunto l’impatto dei lockdown dovuti alla pandemia. Come spiegato a BeBeez nel novembre 2020 da Vincenzo Manganelli, responsabile della gestione del fondo CCR I, “soltanto lavorando sui flussi clienti, fornitori e magazzino è stato possibile creare liquidità per gli investimenti, senza dover ricorrere al supporto di finanza fresca da parte del fondo” (si veda altro articolo di BeBeez). Più nel dettaglio, aveva detto ancora Manganelli, “dei 15 milioni di euro di cassa che ci ritroveremo a fine anno, circa 12 milioni sono stati liberati grazie alle linee di factoring impostate per cedere i crediti commerciali verso i nostri clienti e grazie ad accordi di reverse factoring per supportare la filiera dei nostri fornitori. Nel dettaglio, 5 milioni arriveranno grazie a un’operazione messa in piedi con Generalfinance (soprattutto factoring tradizionale) e altri 7 grazie a quella impostata con Factorit (sia factoring sia reverse factoring). In particolare, grazie al reverse factoring viene previsto l’acquisto, su base revolving, da parte del factor di fatture emesse dai fornitori di Util, che vengono quindi pagate dal factor alla loro rispettiva scadenza, mentre a Util viene concessa una dilazione finanziaria rispetto alla scadenza originaria delle fatture. Infine, altri 2 milioni circa sono stati liberati grazie a una più oculata gestione del magazzino”.
L’offerta di factoring di Banca CF+, che si articola in soluzioni di direct e reverse factoring di crediti commerciali e di finanziamento della supply chain, si rivolge sia ad aziende performing sia ad aziende con accesso limitato al sistema bancario tradizionale, in difficoltà o che cade comunque nella definizione di special situation (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo che Il fondo CCR I, specializzato nell’acquisto di crediti deteriorati corporate dalle banche con l’obiettivo di rilanciare le aziende creditrici in difficoltà, aveva rilevato il 70% di Util Industries nel marzo 2017 sulla base di un enterprise value di circa 90 milioni, con i fondi precedenti azionisti, cioé i fondi di Investitori Associati sgr e Wise sgr, che erano scesi in minoranza (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione era stata condotta dal fondo CCR I convertendo in equity i crediti acquisiti nel giugno 2016 e ceduti dalle banche finanziatrici (si veda altro articolo di BeBeez). Allora il fondo era diventato il maggiore creditore del gruppo.
Con sede a Villanova D’Asti (Asti), Util Industries Spa opera dal 1959 nella lavorazione dei metalli, principalmente attraverso soluzioni per sistemi frenanti in particolare per il comparto automotive. A partire dal 2019 la società ha iniziato un profondo processo di diversificazione del proprio portafoglio di soluzioni, sviluppando tecnologie e prodotti innovativi per indirizzare altri settori, come quelli delle macchine agricole e movimento terra, costruzioni, elettrodomestici e mobilità elettrica. Oltre al sito astigiano, l’azienda dispone di altri 3 stabilimenti in Messico, Canada e Cina e di 2 uffici commerciali in Germania e negli Stati Uniti. Guidata dall’amministratore delegato Fernando Bertoni, la società ha chiuso il 2021 con 125,1 milioni di euro di ricavi (da 83,3 milioni nel 2020), un ebitda di 14,9 milioni (da 7,4 milioni) e un debito finanziario netto di 40 milioni.
A proposito dell’accordo con Banca CF+, Marco Rizzi, cfo di Util Industries, ha commentato: “Siamo molto soddisfatti del rapporto di collaborazione instaurato con Banca CF+. Tra i fattori che contribuiscono, ogni giorno, al successo di questa partnership, l’elevato livello di professionalità, la capacità di strutturare soluzioni personalizzate e di interagire efficacemente con la filiera mantenendo una visione di lungo periodo. Questo accordo supporterà concretamente i prossimi passi del nostro piano di crescita”.
Iacopo De Francisco, amministratore delegato e direttore generale di Banca CF+, ha aggiunto: “Siamo orgogliosi di affiancare una realtà così prestigiosa con cui condividiamo la forte attitudine verso l’innovazione tecnologica e la continua ricerca dell’eccellenza. Attraverso la nostra piattaforma di Digital Factoring, uno strumento a elevato valore tecnologico, abbiamo potuto gestire in tempo reale la cessione di un considerevole numero di documenti verso debitori provenienti da tre diversi continenti. Il tutto, rispettando tempi di erogazione ridottissimi che vedono una fattura o una nota credito trasformarsi in liquidità entro le 24 ore successive al caricamento in piattaforma”.
Alberico Potenza, co-head of Factoring di Banca CF+, ha concluso: “Questa operazione conferma la capacità di Banca CF+ di soddisfare le esigenze di credito delle imprese anche in contesti complessi, in presenza di debitori ceduti internazionali o di un’elevata concentrazione di fatturato su un singolo debitore” .