
di Edoardo Pizzirani
Jody Vender, che è uno dei pionieri del private equity in Italia e vanta un’esperienza pluriennale nel mondo della finanza in ruoli di primario rilievo, è entrato come senior advisor in Intermonte, investment bank indipendente specializzata in intermediazione istituzionale, ricerca, capital markets, m&a e advisory sul mercato italiano, per sviluppare il business della divisione investment banking (si veda qui il comunicato stampa).
Questa divisione, guidata da Fabio Pigorini, ha chiuso i primi sei mesi del 2022 con una crescita a due cifre dei ricavi, determinata dall’aumento delle attività di m&a, arrivando a contribuire per il 35% al fatturato del gruppo.
Fabio Pigorini, amministratore delegato, head of investment banking di Intermonte, ha dichiarato: “Accogliamo Jody Vender con grande piacere e orgoglio. Siamo convinti che il suo ingresso nel Gruppo contribuirà a consolidare ulteriormente la posizione di leadership che Intermonte riveste all’interno del mercato italiano. La sua grandissima esperienza, la profonda conoscenza del tessuto imprenditoriale italiano ed il suo ampio network di relazioni nel settore industriale e finanziario costituiranno un fattore fondamentale per lo sviluppo futuro del business al servizio dei nostri clienti”.
Vender, che è nato a Milano nel 1950 e ha quattro figli, dopo essersi laureato in Economia Aziendale, con lode, presso l’Università Bocconi, ha lavorato presso l’ufficio studi della Borsa Valori di Milano (1974-1976) ed è stato professore incaricato nell’area finanza del medesimo ateneo milanese (1977-2004), oltre ad aver scritto diverse pubblicazioni di carattere accademico su temi quali, fra gli altri, private equity, quotazioni in borsa, finanziamento delle pmi.
Negli anni, oltre ad aver fondato (nel 1978) SOPAF, storica società finanziaria attiva nel private equity, quotata in Borsa dal 1984 e di cui ha ceduto il controllo nel 2005, il finanziere ha ricoperto la carica di consigliere di amministrazione in società importanti, fra cui Rinaldo Piaggio, Buitoni, Zanussi, Mondadori, Banca Nazionale dell’Agricoltura, ICLE Mediocredito Toscano, Recordati, Retequattro, Sasib, GIM Generale Industrie Metallurgiche, Camfin, Istituto Clinico Humanitas, Prelios, Life Care Capital (Spac), e ancora in numerose altre società industriali non quotate. Vender è stato anche senior advisor per l’Italia di Chequers Capital, storico fondo francese di private equity. Riveste il medesimo incarico in Green Arrow Capital, dove è anche presidente del comitato investimenti private equity, e in Decalia sim spa, dove è anche vice presidente.
A Vender, che nel mondo del private equity è stato come detto un precursore, si deve anche la nascita, quale fondatore, dell’Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital, Private Debt (AIFI), di cui è stato membro del consiglio direttivo.
Proprio in merito alla nascita dell’AIFI, è interessante il racconto di Anna Gervasoni, direttore generale dell’associazione, pubblicato nel libro “L’arte di fare impresa. Come e perché investire in economia reale”, a firma del ceo del gruppo Azimut, Paolo Martini, al quale BeBeez, in qualità di partner editoriale, ha fornito un contributo importante in termini di dati e di coordinamento (si veda altro articolo di BeBeez): “Oddio sono passati ormai più di 30 anni! Ero assistente in università di Jody Vender che allora insegnava a Milano in Bocconi e teneva un corso sulla finanza per le piccole e medie imprese. Un bel giorno mi chiese se volevo occuparmi di una piccola associazione che stava nascendo, non avevo capito bene cosa avrei dovuto fare, poi mi ha mandato in ufficio uno scatolone pieno di libri e riviste americane. Ho studiato, e sotto la guida del presidente che ha avviato AIFI, Marco Vitale, è nato il primo libro sul venture capital, su un mondo che in Italia già esisteva, ma che agiva sotto traccia, senza strutture. Era il 1986 e all’idea di Vender si aggregarono i pionieri di questo mestiere, quelli che sono diventati i primi associati di AIFI, l’Associazione Italiana delle Finanziarie di Investimento. Un acronimo che oggi suona un po’ stretto rispetto a tutto quanto ormai fanno gli associati, che sono operatori di private equity, venture capital e private debt, ma che ci è piaciuto mantenere inalterato negli anni. Prima, infatti, il mestiere del private equity, anzi, meglio, del venture capital, lo facevano degli imprenditori illuminati che, da soli o in gruppo, spesso in una logica che oggi chiamiamo di club deal, cercavano nuove idee da finanziarie e nuove tecnologie sulle quali scommettere. Ci si strutturava in società finanziarie e si cercavano aziende con imprenditori brillanti a cui dare i capitali per partire e svilupparsi. Attorno alla SO.PA.F. e alla Finnova di Vender, si aggregarono, prima altre due finanziarie di partecipazione, poi altre 3 … si arrivò a 7 e AIFI partì”.
Sul suo nuovo incarico Jody Vender ha commentato: “Nella mia carriera ho sempre cercato di dare un forte contributo alla crescita ed all’internazionalizzazione delle aziende, anche attraverso operazioni straordinarie. Intermonte rappresenta un importante punto di riferimento sul mercato per le imprese italiane ed una porta d’accesso privilegiata al mercato dei capitali, competenze di grande valore in un momento in cui le eccellenze imprenditoriali italiane hanno più che mai la necessità di essere accompagnate e supportate in operazioni volte allo sviluppo di lungo periodo.”
Intermonte è quotata all’Euronext Growth Milan di Borsa Italiana dal 21 ottobre 2021, dove ha debuttato chiudendo la seduta in rialzo di oltre otto punti percentuali, a 3,04 euro per azione (si veda altro articolo di BeBeez). Le azioni dell’investment bank hanno fatto il loro ingresso sull’allora AIM Italia nell’ultima seduta precedente il cambio del nome in Euronext Growth Milan. Alla fine delle contrattazioni di ieri il titolo valeva 2,57 euro.