Continua lo shopping in Polonia per il Gruppo San Donato (GSD), holding del più grande polo privato italiano nel settore ospedaliero, interamente controllato dalla famiglia Rotelli tramite la holding di famiglia Papiniano spa, che, con la holding di investimento GKSD, ha raggiunto l’accordo per l’acquisizione del 100% del gruppo Scanmed, attraverso la sua controllata American Heart of Poland (Ahop). Il gruppo Scanmed, che è specializzato in particolare nella diagnosi, nel trattamento e nella riabilitazione dalle malattie cardiovascolari, era sinora controllato al 100% dal fondo Abris Capital Partners, che lo aveva acquisito nel 2021 (si vedano qui il comunicato stampa del Gruppo San Donato e qui quello del fondo).
Con sede a Varsavia, Scanmed è il più grande gruppo privato diversificato di pazienti in Polonia, che gestisce 37 strutture in tutto il Paese, tra cui sette ospedali e 18 centri medici, e impiega circa 1.300 medici. Dal momento dell’ingresso di Abris nel capitale, Scanmed ha condotto una serie di acquisizioni, comprando ARS Medical nel 2022, Med-Lux nel 2023 e Centrum Rehabilitacji a Chorzów e Vital Medic quest’anno
GSD non ha voluto fornire dettagli finanziari a proposito del deal, ma, secondo quanto risulta a BeBeez, l’investimento potrebbe aggirarsi tra i 370 e i 400 milioni di euro. La transazione è ora soggetta a verifica dell’Antitrust.
American Heart of Poland è stato supportato dagli advisor finanziari, BNP Paribas, PwC e GKSD Advisory, mentre Rymarz Zdort Maruta ha fornito la consulenza legale.
Ricordiamo che l’annuncio dell’acquisizione di una quota di maggioranza in American Heart of Poland da parte del Gruppo San Donato era avvenuto nell’agosto scorso: Ahop è il principale fornitore indipendente di cure cardiovascolari in Europa e uno dei tre principali fornitori di servizi sanitari privati in Polonia, valutato 500 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez), partecipato per una minoranza dal private equity Usa Advent International.
GSD, leader della sanità privata in Italia, si arricchisce così di 39 strutture tra cui 4 ospedali, 13 reparti di cardiologia di ospedali pubblici gestiti in partnership pubblico privato (Ppp) e un network ambulatoriale di assistenza specialistica. Grazie a questa operazione, quindi, il gruppo consolida il suo posizionamento in Polonia e conferma una spinta all’internazionalizzazione. A livello aggregato, si legge in una nota, il fatturato arriverà a circa 2,5 miliardi di euro, i posti letto saliranno complessivamente a 8.260 e i pazienti saranno oltre 5,5 milioni.
“Siamo convinti che con il supporto del Gruppo San Donato e Gksd, nello sviluppo dell’infrastruttura medica, nella formazione universitaria del personale e nella promozione della ricerca scientifica a sostegno dello sviluppo di American Heart of Poland, la Polonia si confermerà ancor più leader nel campo delle innovazioni mediche in Europa centrale e orientale”, ha detto Kamel Ghribi, presidente di GKSD Investment Holding, vice presidente di Gsd e presidente del consiglio di amministrazione di Ahop. E ha aggiunto: “Per i prossimi anni GSD e GKSD hanno già pianificato un programma di investimenti di oltre 300 milioni di euro per migliorare la qualità dei servizi medici a disposizione nel sistema sanitario pubblico in Polonia”.
“Siamo lieti di espandere ulteriormente il nostro impegno in Polonia e siamo entusiasti di poter collaborare dal punto di vista didattico e scientifico con la nostra università. La Polonia è uno dei Paesi europei più attivi nello sviluppo e la nostra università intende espandersi ulteriormente attraverso la collaborazione con American Heart of Poland”, ha precisato Paolo Rotelli, presidente dell’università Vita-Salute San Raffaele di Milano e vice presidente Gsd.
Ha concluso Adam Szlachta, ceo di Ahop e direttore finanziario: “Una medicina di altissima qualità, ampiamente accessibile e garantita dal Fondo sanitario nazionale, rappresenta il futuro del sistema sanitario pubblico in Polonia e American Heart of Poland, oggi ancor più con Scanmed, si sente un partner integrato e fondamentale di questo sistema”.
Il tutto accade mentre il Gruppo San Donato è alla ricerca di un investitore da inizio anno, affiancato dall’advisor Morgan Stanley (si veda altro articolo di BeBeez). Finora, nel novero di potenziali investitori, sono girati i nomi dei colossi del private equity internazionale Advent, CVC, EQT, KKR, HIG e Apollo Global Management.
Ma sullo sfondo non si esclude l’interesse di fondi sovrani, vista l’intensa attività internazionale del gruppo nello sviluppo di iniziative umanitarie nel campo sanitario, soprattutto nell’area del Mediterraneo e in Medio Oriente, con diverse iniziative in corso in Tunisia, Libia, Egitto, Iraq e Arabia Saudita, sotto la regia dell’uomo d’affari svizzero tunisino Kamel Ghribi, vicepresidente del gruppo San Donato al fianco di Paolo Rotelli (si veda qui il comunicato stampa). Lo scorso febbraio, in particolare, il Policlinico San Donato ha sottoscritto un contratto biennale da 81 milioni di dollari per la gestione di un ospedale universitario ad alta specialità di 492 posti letto nella citta di Najaf in Iraq (si veda qui il comunicato stampa).
Non è ancora chiaro se l’intervento del nuovo investitore avverrà nella forma di una vendita di azioni, di un aumento di capitale oppure di un mix delle due soluzioni. Si dice comunque che l’operazione potrà riguardare il 40% del capitale, ma che questa percentuale possa anche salire sino al 50%.
Nel 2022 la gestione caratteristica delle controllate operative, tra cui spiccano l’Ospedale San Raffaele, il Policlinico San Donato e l’Ospedale Galeazzi hanno risentito del crollo dei rimborsi Covid a 2 milioni di euro dai 72 del 2021, e dell’aumento di 30 milioni di euro dei costi dell’energia, che hanno compresso l’ebitda di gruppo a 155 milioni di euro, a fronte di un fatturato di 1,88 miliardi di euro, dai 165 milioni del 2021. Fattori in assenza dei quali il mol consolidato, secondo quanto dichiarato dal gruppo, sarebbe risultato doppio.
E ora, grazie agli importanti investimenti avvenuti all’estero, come quello in Ahop, si dice che a oggi il gruppo possa valere circa 5 miliardi di euro e che quindi il valore del deal per il 40% del gruppo possa aggirarsi sui 2 miliardi.