Sono tre ipotesi che circolano attualmente sul futuro dello stadio San Siro di Milano: uno stadio nuovo a San Siro, uno nuovo a Sesto San Giovanni oppure la cessione dello stadio Meazza. Lo ha detto venerdì scorso il sindaco di Milano Giuseppe Sala, a margine dell’inaugurazione del primo Uniqlo in Italia (si veda altro articolo di BeBeez).
“Ovviamente il Comune da San Siro non vuole farci soldi: siamo disponibilissimi a una valutazione di un ente terzo, che dica quanto vale. Non abbiamo assolutamente né bisogno né interesse a speculare su San Siro. Ci sarà un range completo di possibilità. Io di più non posso fare. Le squadre decideranno, nel loro legittimo interesse, quello che conviene loro fare”, ha aggiunto Sala.
In caso di cessione, lo stadio potrebbe valere attorno ai 70 milioni di euro. Proprio ieri, però, a margine dell’inaugurazione degli uffici Sperlari in Galleria Privata Pattari, il sindaco di Milano si è sbilanciato in favore di una cessione dello stadio: “La mia posizione come sindaco e quindi della Giunta è che vogliamo sperare che si consideri anche l’ipotesi di recupero di San Siro. […] La proposta di acquistarlo l’ho pensata in un’ottica di intervenire su San Siro, non voglio sgravarmi di un problema. Non mi spingerei nemmeno a dire che il nuovo stadio debba essere di nostra proprietà: troveremo la formula più adatta per non penalizzare il Comune che, ripeto, non ci vuole guadagnare”.
Dal canto loro, Milan e Inter nei giorni scorsi hanno presentato un dossier al Comune di Milano che prevede una demolizione dello stadio nell’arco di 235 giorni, partendo dal primo anello per poi giungere fino alle fondamenta. Le due società fin dal luglio scorso sono alla ricerca di alleati nel mondo del real estate, in particolare sgr, ai quali affidare la gestione del fondo immobiliare nel quale dovrebbero confluire gli asset relativi al nuovo stadio milanese condiviso tra le due squadre (si veda altro articolo di BeBeez).
In particolare, Milano Finanza riferisce che il presidente del Milano Paolo Scaroni avrebbe sondato la disponibilità di Generali, di cui è stato consigliere di amministrazione, e di Hines, che di recente ha rilevato l’area dell’ex Trotto già di proprietà di Snai, adiacente lo stadio Meazza e si è detta pronta a investire 3 miliardi di euro a Milano entro il 2023 (si veda altro articolo di BeBeez). Secondo indiscrezioni, il piano per lo stadio San Siro, in via di elaborazione, prevede la creazione di due newco (StadCo e RealCo) che avranno rispettivamente la funzione di realizzare l’impianto sportivo (dal piano che sta circolando tra le banche d’affari si fa riferimento al triennio 2020-2022) e gli altri interventi di natura immobiliare: un hotel di lusso, residenze e, soprattutto, un centro commerciale (le opere che dovrebbero essere definite nel periodo 2023-2025). Per quanto riguarda l’impianto sportivo, il fondo Elliott, proprietario del Milan dal luglio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez), ha già dato la sua disponibilità a fornire supporto finanziario.
In corsa per la realizzazione del nuovo stadio sono rimasti il gigante americano Populous (che ha realizzato lo stadio dei Tottenham Hotspurs) e Progetto Cmr, con Sportium, che ha firmato le strutture di Cagliari e Padova, mentre è stato escluso il progetto realizzato dall’archistar Stefano Boeri, insieme a Fabio Novembre, Marco Balich e lo studio di ingegneria Arup (si veda qui la Repubblica).
Oltre a Milan e Inter, anche le altre squadre italiane di serie A, B e C dovrebbero guardare ai loro impianti sportivi, in un’ottica di riqualificazione. Lo calcola il Terzo Osservatorio sulla sostenibilità e sulla sicurezza, realizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Johnson Controls (azienda irlandese attiva nella fornitura di soluzioni e servizi di sicurezza, rivelazione e spegnimento incendi e intelligence per il retail) e presentato lo scorso venerdì 13 settembre al 27°Forum di Scenari Immobiliari a Santa Margherita Ligure (si veda qui il comunicato stampa). Nel dettaglio, dice lo studio, per aumentare la competitività e l’appeal delle squadre italiane appartenenti alle categorie di serie A, B e C, sarà necessario nei prossimi dieci anni un investimento complessivo di circa 2,5 miliardi di euro nella riqualificazione degli impianti sportivi. Quest’opera potrà creare effetti positivi sull’economia generale quantificabili in circa 9 miliardi di euro e circa 2.600 posti di lavoro.
Lo studio ricorda anche che, secondo la Figc, gli impianti italiani di serie A utilizzati nella stagione sportiva 2017-2018 hanno mediamente 61 anni e quasi tutti non hanno effettuato lavori di rinnovamento per anni. L‘Osservatorio Innovazione Digitale nell’Industria dello Sport del Politecnico di Milano certifica che negli ultimi 10 anni sono stati investiti negli stadi italiani solo 180 milioni di euro, contro i 15 miliardi del resto d’Europa. Il comparto trainante del settore degli stadi è quello della serie A: i 700 milioni di euro necessari per ammodernarli potrebbero generare ricadute e ricavi superiori anche in settori non strettamente dipendenti da quello sportivo.
Gli stadi si trasformano da asset immobiliari in infrastruttura strategica, capace di generare benefici sia territoriali che economici, oltre che costituire una grande opportunità per gli investimenti immobiliari nel medio lungo periodo in Italia e per i bilanci delle società sportive. Lo stadio assume il ruolo di promotore di sinergie: la funzione principale è una infrastruttura alla quale sono affiancate altre destinazioni d’uso, passando dallo smart stadium allo smart village, che offre opportunità di sport e ricreazione sette giorni alla settimana, al centro di un hub altamente connesso, formato da infrastrutture e sistemi di trasporto nel quale le persone vivono, lavorano e giocano.
“La riqualificazione dei fabbricati deve avere come fine ultimo l’incremento della vivibilità del territorio, aumentando conseguentemente la sua attrattività e i fondamentali economici a esso legati.La capacità attrattiva che ne deriva può essere un volano importante per l’intera filiera immobiliare: gli sviluppi urbani contemporanei vedono nel modello di città policentrica la strategia maggiormente qualificante. Lo stadio, inteso come spazio di aggregazione all’interno del più complesso organismo urbano, ha nella città contemporanea l’importante compito di essere servizio per la collettività, attirando tipologie di utenti eterogenei per estrazione sociale, età e livello culturale, diventando nuovo protagonista urbano, incrementando in modo esponenziale il valore del percepito fisico e immobiliare del contesto”, ha spiegato Francesca Zirnstein, Direttore Generale di Scenari Immobiliari. “Oggi, la tecnologia sta letteralmente cambiando il campo di gioco creando una nuova esperienza di visione dello sport, ma anche del ruolo che uno stadio può svolgere come importante attrattività urbana. La tecnologia al servizio dell’intrattenimento offre comfort e sicurezza al tifoso e flessibilità allo stadio, in grado di accogliere fan alla ricerca di un’esperienza sempre più coinvolgente e immersiva sia durante gli eventi sportivi che extra sportivi”, ha concluso Francesco Giaccio, Managing Director di Johnson Controls Italia.