Da oggi sono due le società italiane quotate a Piazza Affari che sono arrivate sul listino grazie alla fusione inversa con una Spac (Special purpose acquisition company). Il gruppo Sesa, infatti, leader italiano nella distribuzione di software e hardware alle piccole e medie imprese, fa il suo debutto proprio oggi all’Aim Italia (si veda altro articolo di BeBeez), mentre Ivs Group, leader italiano delle vending machine, è sbarcato sul listino la scorsa primavera.
Una Spac è una società di investimento strutturata nella forma che gli anglosassoni chiamano «blank check» o assegno in bianco. Una Spac, promossa da un gruppo di manager, raccoglie capitali da investitori privati e si quota su un mercato regolamentato, dopodiché cerca una società target non quotata nella quale investire entro un periodo per definito (di solito due anni dalla quotazione della Spac).
Nel periodo di ricerca della società target, la Spac non fa pagare management fee agli investitori e prevede che i manager sponsor dell’iniziativa si autofinanzino fino al momento dell’acquisizione della società target, acquisizione che peraltro deve essere approvata dall’assemblea degli azionisti della Spac sulla base di una maggioranza precisa. Gli azionisti della Spac che non sono d’accordo con l’investimento proposto, hanno diritto di recesso e di vedranno rimborsare quanto investito.
Per maggiori dettagli sul funzionamento delle Spac e sui primi due veicoli lanciati in Italia, si veda il seguente articolo di MF-Private Equity.
MF – Il private equity riparte dalla Spac
Tra gli esempi di gruppi quotati noti che sono arrivati in Borsa grazie a una Spac, c’è per esempio Burger King. Nella primavera del 2012, a meno di due anni dal delisting a opera del fondo di private equity 3G Capital Management, la catena di ristoranti concorrente di McDonald’s si è fusa con Justice Holdings, la Spac quotata a Londra e che ha raccolto da investitori internazionali 900 milioni di sterline (1,1 miliardi di euro), importo record per una società di questo tipo.