Intrum Italy, controllata al 51% dall’omonimo gruppo con sede a Stoccolma, principale servicer europeo di npl, e per il restante 49% da Intesa Sanpaolo, ha sottoscritto un accordo di servicing della durata massima di cinque anni con Crédit Agricole Italia. L’accordo prevede l’outsourcing integrale e in esclusiva a Intrum Italy della gestione di uno stock iniziale di crediti problematici derivanti da mutui residenziali e prestiti a imprese pari circa 400 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Più nello specifico, si tratta di un portafoglio granulare di circa 4.000 posizioni, di cui 80% è costituito da mutui residenziali, suddivise in 280 milioni di euro di UTP, e 120 milioni di euro di NPL. Sono previsti inoltre flussi annui per circa il 95% della nuova produzione della banca relativa a crediti con le medesime caratteristiche.
L’iniziativa, che potrà avvalersi delle piattaforme tecnologiche e dei processi sviluppati da Intrum, è in linea con l’approccio di Crédit Agricole volto ad agevolare la sostenibilità delle rate dei mutui in una congiuntura di mercato non semplice come l’attuale.
Ha dichiarato Alberto Marone, ceo di Intrum Italy: “La finalizzazione del contratto arriva al termine di una lunga fase di studio, progettazione e investimenti che permetteranno una più efficace ed efficiente gestione dei processi, sia in un’ottica di cost-income ratio che di capitale regolamentare per la banca. Inoltre, l’attenta e accurata gestione delle posizioni da parte di Intrum Italy permette di rendere maggiormente sostenibile l’esposizione debitoria di famiglie e imprese supportandole in questo complesso contesto macroeconomico”.
Roberto Ghisellini, Condirettore Generale di Crédit Agricole Italia, ha aggiunto: “Grazie a questo accordo con Intrum riusciremo a sostenere ancora più efficacemente coloro che si trovano a dover contrastare la difficile congiuntura economica di questo particolare momento storico. Tecnologia, soluzioni innovative e rispetto dei criteri ESG, inoltre, sono elementi condivisi da Crédit Agricole Italia e da Intrum che conferiscono valore aggiunto all’operazione”.
Intrum è il maggiore operatore mondiale del credit servicing, nato nel giugno del 2017 dall’unione della norvegese Lindorff (controllata da Nordic Capital) e della svedese Intrum Justitia (si veda altro articolo di BeBeez). Intrum Italy, che è guidata da Alberto Marone (ex UBS a Londra), è nata invece nel 2018 dall’integrazione delle attività di recupero crediti e dei team di asset class specialist di Intesa Sanpaolo, con circa 600 dipendenti della direzione recupero crediti della banca e dei team operativi di leasing & Reoco, che sono confluiti nella jv, a valle dell’accordo in base al quale Intesa Sanpaolo ha anche ceduto un portafoglio di Npl da 10,8 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Nel giugno 2019 Intrum Italy ha anche integrato le attività di CAF, servicer romano che era stato acquisito da Intrum nel 2017 (si veda altro articolo di BeBeez).
Oggi Intrum Italy conta circa mille collaboratori, tra interni ed esterni e alla fine del 2021 deteneva 37,1 miliardi di euro di crediti deteriorati in gestione (si veda qui classifica PwC disponibile come Insight View di BeBeez per gli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Nel settembre 2021, Massimo Della Ragione ne è diventato vice-presidente dopo aver lasciato il suo ruolo di co-head di Goldman Sachs in Italia (si veda altro articolo di BeBeez). Tra i punti di forza di Intrum Italy c’è il fintech, ambito sempre più presente nel supporto del settore di gestione dei crediti deteriorati (si veda in proposito qui il video del webinar Assofintech, in collaborazione con BeBeez, dello scorso giugno), che ha giocato un ruolo determinante nel coinvolgimento di Della Ragione nel management della società.
Ricordiamo che lo scorso agosto Intrum Italy aveva effettuato un’operazione simile in termini di imoprto, anche se con un’altra banca. Allora infatti aveva acquisito da Banca Monte dei Paschi di Siena un portafoglio di sofferenze unsecured per 365,9 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez), composto per l’80% da crediti verso piccole-medie imprese italiane e per il 20% da crediti verso privati, per circa 7mila posizioni concentrate nel Nord e Centro Italia.
Qualche settimana prima, Intrum Italy aveva stretto una partnership con Mooney (la ex SisalPay, ceduta da CVC Capital Partners nel dicembre 2021 a Enel e Intesa Sanpaolo, si veda altro articolo di BeBeez), per offrire ai propri debitori un’innovativa soluzione che consente di effettuare i pagamenti in modo sicuro, immediato e intuitivo attraverso la generazione di un QR code univoco ricevuto in pochi istanti via smartphone o mail per effettuare il pagamento, sia in contanti che attraverso carta di debito (si veda altro articolo di BeBeez).
Ad aprile, sempre di quest’anno, risale invece l’ingresso di Intrum Italy nel capitale dello studio legale i-law Società tra Avvocati srl guidato dai soci avvocati Davide Sarina, Stefano Menghini, Antonio Schiavone e Giulia Galati (si veda altro articolo di BeBeez). In virtù di questa operazione, Intrum è stata in grado di trarre vantaggio dai servizi di master legal offerti da i-law, beneficiando al contempo di maggiori sinergie e prestazioni legali ad alto valore aggiunto. In termini di governance, oltre ai soci dello studio, si sono aggiunti in quota Intrum Ivana Impelluso e Antonio Romualdo Rabossi, rispettivamente direttore finance e capo ufficio affari legali di Intrum Italy.