Dall’entra in vigore della legge 130 sulle cartolarizzazioni, nel 1999, all’agosto 2017 in Italia sono stati cartolarizzati quasi mille miliardi di crediti, per la precisione 986,6 miliardi. Di questi, 25,5 miliardi sono stati cartolarizzati quest’anno (di cui 14,16 miliardi covered bond) e 89,7 miliardi l’anno scorso (di cui 43,7 miliardi covered bond), senza però considerare le cartolarizzazioni di Npl con la Gacs.
Lo ha calcolato AIAF che ieri ha presentato un quaderno dedicato proprio agli sviluppi del mercato e alle prospettive (scarica qui le slide di presentazione).
In occasione della presentazione, Andrea Pilati, vice capo del dipartimento Vigilanza Bancaria e Finanziaria di Banca d’Italia (scarica qui il testo dell’intervento), ha ricordato che le cartolarizzazioni sono “una leva importante da poter utilizzare per contribuire a risolvere il problema ma che non viene ancora adeguatamente sfruttata: nel 2016 e nella prima metà di quest’anno sono stati cartolarizzati poco meno di 3 miliardi lordi di sofferenze. Le prospettive sono in miglioramento, grazie ad alcune grandi operazioni in corso di finalizzazione per quasi 50 miliardi, ma tutti gli intermediari beneficerebbero di un maggiore sviluppo in Italia del relativo mercato e, più in generale, di un mercato secondario dei crediti deteriorati“.
Per raggiungere questi obiettivi, ha detto ancora Pilati, “occorre agire su alcuni fattori che sono di ostacolo. Innanzitutto, vi è il problema dei lunghi tempi di recupero che caratterizzano l’Italia nel confronto internazionale. In secondo luogo vi è la qualità ancora insufficiente delle informazioni sugli NPL che le banche possono mettere a disposizione degli investitori. Questi due fattori ( tempi lunghi per i recuperi, poche informazioni ) acuiscono molto la portata del terzo elemento problematico, dato dal divario tra il valore al quale i crediti da cartolarizzare sono iscritti nei bilanci delle banche e i 9 prezzi di offerta prevalenti sul mercato, che fanno sì che quest’ultimo sia nei fatti un “mercato del compratore”. Detto questo, “alcune importanti iniziative di carattere normativo assunte negli ultimi anni pongono le premesse per superare questi problemi”.
In particolare, ha aggiunto Pilati, “recentemente il legislatore italiano ha introdotto importanti novità nella disciplina della cartolarizzazione dei crediti contenuta nella legge 130 del 1999. L’obiettivo delle modifiche normative è di facilitare la cartolarizzazione dei crediti deteriorati delle banche (Npl). Le modifiche nascono dall’esigenza di rimuovere, o quanto meno attenuare, alcuni vincoli che nel precedente quadro normativo ostacolavano la cartolarizzazione di alcune categorie di Npl” (si veda altro articolo di BeBeez e qui il testo del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, coordinato con la legge di conversione 21 giugno 2017, n. 96, art. 60-sexies).
Infatti, ha detto ancora Pilati, “mentre la cartolarizzazione delle sofferenze (bad loan) e dei crediti chirografari (unsecured loan) era relativamente agevole, risultava più difficile la cartolarizzazione di altre categorie di crediti deteriorati e dei crediti assistiti da garanzie immobiliari. Per superare questi vincoli sono state ampliate le possibilità operative delle società-veicolo di cartolarizzazione, che potranno ora svolgere alcune attività importanti per poter gestire in un’ottica di recupero e non di liquidazione finanziamenti concessi a controparti che stanno sperimentando situazioni di crisi temporanea, a causa di andamenti negativi dell’economia o del settore di riferimento, con ragionevoli prospettive di ritorno ad una situazione di normalità attraverso la revisione o l’ampliamento delle linee finanziarie o la riduzione della leva finanziaria mediante aumenti di capitale” .