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Sono scese a 34,7 miliardi di euro a fine 2023, di cui il 68% sofferenze e il 32% UTP, le masse in gestione di AMCO, l’asset management company del MEF, in calo del 5% dai 36,1 miliardi di euro di fine giugno 2023 (si veda altro articolo di BeBeez)i. In totale il portafoglio contava 236 mila posizioni, di cui oltre 100 mila imprese.
Lo ha comunicato ieri la società del Ministero dell’Economia e delle Finanze, guidata dal ceo Andrea Munari in occasione della presentazione dei risultati di bilancio dello scorso anno e del Piano 2024-2028, che si concentrerà sulla generazione di valore dal portafoglio esistente, ottimizzando la performance di recupero grazie a una maggiore efficienza della macchina operativa, che sarà raggiunta attraverso l’evoluzione del modello di gestione del portafoglio in logica data-driven, maggior specializzazione nella gestione in-house e nell’outsourcing e il potenziamento dell’infrastruttura IT e dei processi interni. Contestualmente, le masse in gestione sono previste in diminuzione a 32,3 miliardi nel 2026 e 28,5 miliardi al 2028 (si veda qui il comunicato stampa).
Più nel dettaglio, si prevede che rafforzamento del modello operativo migliorerà il tasso di recupero, che è previsto in aumento al 6,7% nel 2026 con graduale normalizzazione al 5% al 2028, da un collection rate del 4,6% a fine 2023 e del 4,7% a fine 2022. In particolare, il collection rate della Divisione Workout (NPL) a fine 2023 era cresciuto al 3,4% (3% nel 2022), mentre quello della Divisione UTP è salito al 8,1% (7,6% nel 2022) e quello della Divisione SP&S è sceso al 3,6% (3,8% nel 2022). La solida performance degli incassi e del collection rate è accompagnata da un approccio proattivo nella gestione del credito: il 94% degli incassi da crediti UTP proviene da attività stragiudiziale, così come il 43% degli incassi da crediti NPL.
AMCO strutturerà progetti innovativi per facilitare il riequilibrio finanziario di famiglie e imprese. Le iniziative previste sono: l’avvio di fondi multi-originator dedicati a specifici settori e/o geografie per favorirne il rilancio; operazioni di restructuring e rilancio industriale, tramite nuova finanza, di posizioni già presenti a portafoglio e anche attualmente non in gestione (single name) relative a imprese medio-grandi; il progetto RE.Perform per accompagnare la clientela dei mutui retail nel rientro in bonis.
Il nuovo modello capital light permetterà ad AMCO di non emettere nuovo debito, azzererare il debito finanziario in essere e liberare capitale. Già lo scorso febbraio parte della liquidità disponibile è stata utilizzata per il rimborso di una obbligazione da 250 milion di euro in scadenza. A fine 2023 AMCO aveva in circolazione bond unsecured per un totale di 3,412 miliardi di euro e contava un debito finanziario netto di 2,71 miliardi, in miglioramento dai 3,377 miliardi di fine 2022, grazie alla solida capacità del business di generare cassa. Capacità che migliorerà negli anni successivi: il piano prevede generazione di utile in tutti gli anni del piano, che si attesteranno a 50 milioni al 2026 e saliranno a 51 milioni al 2028
“Lanciamo un Piano quadriennale ambizioso per produrre valore dal portafoglio crediti esistente, grazie a una maggiore efficienza operativa e all’industrializzazione dei processi. Il Piano delinea nuovi progetti per la gestione dei crediti deteriorati e focalizza il nostro ruolo sistemico nel settore, per facilitare il riequilibrio finanziario di famiglie e imprese. AMCO genererà utile in tutti gli anni di Piano e libererà capitale nell’interesse pubblico”, ha spiegato l’ad Munari.
ìNel 2023 AMCO ha gestito con successo posizioni in diversi settori. Tra le più significative, nel comparto manifatturiero italiano: Snaidero, Tecnogear e Imprima; nel settore dei trasporti: Augusta 2 e nell’immobiliare, i progetti: Vulcano Buono, Bagnoli-ex Italsider e GHT-Genova High Tech. Nel settore alberghiero, infine, Maritalia.