AMCO ha rimborsato 250 milioni di euro del prestito erogato da Ubs e JPMorgan e garantito dal portafoglio del compendio MPS (si veda altro articolo di BeBeez). Il rimborso, effettuato da AMCO tramite la cassa generata dal portafoglio stesso, ha portato il debito a diminuire da un miliardo a circa 750 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Ricordiamo che l’operazione di MPS con AMCO ha previsto la scissione parziale da parte della banca in favore di AMCO di un compendio composto da crediti deteriorati, attività fiscali (DTA), altre attività, debito finanziario, altre passività e patrimonio netto. Più precisamente, sono stati trasferiti: Npl per un valore netto contabile di 2,313 miliardi di euro (valore lordo 4,798 miliardi di euro); Utp per un valore netto contabile di 1,843 milioni miliardi (valore lordo 3,345 miliardi); titoli obbligazionari e azionari per un valore contabile di 5 milioni; contratti derivati per un valore contabile di un milione; DTA, sulla base dell’ammontare del patrimonio netto scisso rispetto al patrimonio netto totale di MPS, per un valore netto contabile di 104 milioni; contratti derivati (passività) per un valore contabile di 100 mila euro; patrimonio netto per 1,087 miliardi; e appunto un bridge loan erogato a MPS da JPMorgan e UBS da 3,179 miliardi.
Il bridge loan era costituito inizialmente da una Facility A rappresenta da un bridge to secured financing per 1,329 miliardi; una Facility B (bridge to BTP per 850 milioni), una Facility C1 (bridge to unsecured bond A per 500 milioni) e una Facility C2 (bridge to unsecured bond B per 500 milioni). Alla data di efficacia della scissione, cioé il 1° dicembre 2020, la Facility A è stata sostituita, da parte di AMCO, da un secured financing che ha i crediti del compendio scisso come garanzia, mentre le Facility B, C1 e C2 sono state rifinanziate da AMCO tramite l’impiego dei proventi derivanti da obbligazioni unsecured, collocate sul mercato e la vendita del portafoglio BTP detenuto da AMCO stessa (si veda qui il Documento informativo di MPS sulla scissione).
Nel dettaglio, il secured financing è stato erogato attraverso un’operazione di cartolarizzazione che è consistita nella concessione, da parte della società veicolo HydraM spv srl (messa a disposizione da Zenith Service), di un finanziamento a ricorso limitato in favore di AMCO e garantito dal portafoglio di crediti in sofferenza e inadempienze probabili originato da MPS, che, trasferito ad AMCO per effetto della scissione parziale, continua a essere iscritto tra le attività del bilancio di AMCO (si veda altro articolo di BeBeez).
Sempre ieri AMCO ha inoltre reso noto di aver scelto, tramite una procedura competitiva avviata nell’ottobre 2020, gli 11 servicer che gestiranno 3,3 miliardi di crediti deteriorati, relativi a circa 72.000 debitori a valle dell’acquisizione del portafoglio MPS. Si tratta di: AT, Banca Ifis, Cerved Credit Management, Covisian Credit Management (già CSS), Credito Fondiario, Cribis Credit Management, Fire, Finint Revalue (Gruppo Finint), Gruppo doValue (doValue e Italfondiario), Intrum Italy e Sistemia. Aumentano così da 7 a 12 i servicer che gestiscono specifiche tipologie di crediti Npe in outsourcing per conto di AMCO. AMCO è stata assistita nella procedura competitiva da Prometeia in qualità di advisor per l’analisi e la valutazione delle offerte dei servicer e dallo Studio Legale Cappelli – RCCD in qualità di advisor legale (si vedano qui il comunicato stampa di AMCO e qui quello di Fire).
Daniele Ciglioni, Chief Commercial Officer del Gruppo Fire, ha spiegato: “Si tratta di un portafoglio misto, acquisito da AMCO a valle dell’operazione conclusa con Monte dei Paschi di Siena, costituito da crediti con esposizione fino a 500 mila euro, riferiti sia a privati che imprese, per l’80%, coperti da garanzia immobiliare. Essere stati selezionati, al termine di una procedura competitiva con requisiti estremamente stringenti, conferma la validità ed il valore differenziante del nostro approccio industrializzato al credit management, la valenza della copertura capillare di tutto il territorio italiano e la capacità di gestione di crediti sia garantiti che non, basi sulle quali continueremo a costruire la crescita e lo sviluppo del Gruppo”.
Claudio Manetti, ad di Fire spa (la principale controllata del Gruppo Fire), ha aggiunto: “Abbiamo compiuto un’altra tappa verso gli obiettivi del piano industriale 2020-2023: rinnovare ed ampliare la partnership con Amco per la gestione del servicing non solo è fondamentale per il nostro futuro ma è anche l’attestazione più tangibile della qualità del lavoro svolto in questi anni. Continuare a supportare uno dei player più rilevanti per l’evoluzione del panorama italiano degli Npe, con un ruolo fondamentale nel deleveraging delle banche, è assai significativo sia per l’opportunità di generare ricavi a lungo termine, sia per la possibilità di mettere la nostra esperienza e la nostra capacità a disposizione del sistema: è l’unica via che conosciamo per preservare e creare valore per tutti i soggetti coinvolti, attraverso una gestione del credito sostenibile”.