Obiettivo di Credito Fondiario resta lo sbarco in Borsa entro fine anno, ma prima vuole crescere ancora sia per linee interne sia per aggregazioni. Lo ha detto chiaro ieri il direttore generale Jacopo di Francisco, in occasione della conference call di presentazione dei risultati del 2019 (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione completa).
L’anno per la banca specializzata in investimento e gestione di crediti deteriorati si è chiuso con asset in gestione per 51,2 miliardi di euro, distribuiti su oltre 40 veicoli di cartolarizzazione e corrispondenti a oltre 1,2 milioni di linee di credito, con oltre 17 miliardi di crediti gestiti in qualità di special servicing e con un portafoglio di investimenti di proprietà che ha raggiunto gli 1,1 miliardi di prezzo di acquisto, grazie agli oltre 320 milioni di euro di investimenti del 2019. In particolare, è stato ricordato, Credito Fondiario ha acquistato dal Gruppo UBI Banca un portafoglio NPL leasing, inclusi relativi rapporti e beni sottostanti, per un valore lordo che al 31 dicembre 2019 era pari a 688,5 milioni di euro, quindi un po’ meno dei 740 milioni di euro di valore lordo annunciato lo scorso luglio (si veda altro articolo di BeBeez).
Credito Fondiario l’anno scorso ha conseguito ricavi per 94,5 milioni, un utile di 40,6 milioni e un margine di interesse positivo per 53,7 milioni. Iacopo De Francisco, direttore generale di Credito Fondiario ha sottolineato che “il risultato è il più alto nella storia della banca, che ha da poco compiuto 120 anni. A fronte di un simile ritmo di sviluppo, che puntiamo a incrementare ulteriormente nel 2020, la nostra banca può fare affidamento su capacità e opportunità di crescita organica estremamente consistenti. Valuteremo, in modo attento, tutte le opportunità che il mercato offrirà nei prossimi mesi”.
Riguardo al futuro, De Francisco ha dichiarato: “Nel 2020 c’è una pipeline importantissima. Abbiamo voglia di crescere per linee interne con l’acquisizione di contratti e portafogli, ma guardiamo anche alla possibilità di combinazione con altri operatori per cassa o per carta, se c’è una comunione di interessi e di visione e la volontà di portare a casa sinergie”. L’ipotesi di quotazione in Borsa non è accantonata, “ma prima di andare in ipo serve una crescita dimensionale“, ha chiarito il direttore generale.
Come noto, a fine ottobre si sono concluse con un nulla di fatto le trattative con Banca Ifis per costituire una piattaforma comune di gestione dei crediti deteriorati (si veda altro articolo di BeBeez). In quell’occasione Di Francisco aveva commentato: “Restiamo convinti delle opportunità di consolidamento che il settore del servicing in Italia in questo momento offre. Continueremo a proporci come soggetto aggregante con un ruolo attivo sul mercato, finalizzato anche a realizzare accordi con altri operatori nel settore del debt servicing e del debt purchasing. Allo stesso modo, rimane oggetto di attenta valutazione l’opportunità di portare Credito Fondiario in Borsa per accelerare ulteriormente il percorso di crescita della banca”.
D’altra parte è da tempo che si parla di operazioni straordinarie per il futuro di Credito Fondiario, con le opzioni principali che sono la quotazione e l’aggregazione con un altro operatore nel settore del credit management.(si veda altro articolo di BeBeez).
In un’ottica di crescita, nel 2019 Credito Fondiario ha avviato con successo una partnership con Banco Bpm, che ha portato alla costituzione della joint venture CF Liberty Servicing (CFLS), la nuova piattaforma di recupero e gestione dei crediti in sofferenza di Credito Fondiario e Banco Bpm, che conta 103 dipendenti, sui 366 totali del Gruppo Credito Fondiario.
Ad ogni modo, Elliott Management, azionista di controllo di Credito Fondiario, è ovviamente interessato a che la controllata italiana cresca di dimensioni, per poter poi uscire dall’investimento con un adeguato ritorno. Ecco perché la banca ha reso noto che continuerà anche quest’anno a monitorare le dinamiche di consolidamento del settore degli Npe, dove intende giocare un ruolo attivo ove vi sia creazione di valore. Per quest’anno, Credito Fondiario punta a una forte crescita per linee esterne nei segmenti di operatività core: Npl, leasing, crediti fiscali, servicing. La nuova frontiera di intervento saranno gli Utp (acquisto e gestione).
Sotto il profilo tecnologico, la banca è passata a un approccio cloud native e ha sviluppato lo strumento fintech proprietario N3A, basato su AI e reti neurali e impiegato per la valutazione massiva delle garanzie immobiliari dei crediti secured (si veda altro articolo di BeBeez). Mirko Briozzo, vice direttore generale e chief business officer di Credito Fondiario, ha spiegato in proposito: “N3A, che coniuga il fintech con il credit management, è il fiore all’occhiello di un programma di investimenti e dedizione che si ramifica sul tutta la nostra operatività: chi conosce il nostro settore non potrà non riconoscere la rilevanza di uno strumento che è in grado di realizzare 5.000 valutazioni all’ora. Solo per fare un esempio concreto, con questo programma siamo stati in grado di simulare, nel giro di sole due ore, l’advance rate di una Gacs di natura residenziale”.