
Cerved, gruppo specializzato in business information e credit management quotato a Piazza Affari, ha dato mandato a Mediobanca perché esplori le opzioni strategiche per il futuro della divisione che fa capo alla controllata Cerved Credit Management Group srl. Lo ha annunciato ieri Cerved con una nota in risposta alle indiscrezioni anticipate ieri da Il Sole 24 Ore( si veda il comunicato stampa). La nota precisa però che “allo stato tali valutazioni sono ancora in fase preliminare e pertanto la società non ha assunto alcuna deliberazione in merito”.
Le opzioni di valorizzazione sul tavolo sono tante, dalla vendita della divisione, a una sua integrazione con operatori specializzati, a partnership industriali. Ma, secondo quanto risulta a BeBeez, nella rosa delle possibilità, quella della cessione della divisione relativa al servicing dei crediti deteriorati potrebbe avere un certo peso, perché permetterebbe al gruppo di portare a casa capitali importanti, in grado di risollevare le sue quotazioni, dopo il dietrofront di Advent International sull’annunciata opa nel marzo scorso (si veda altro articolo di BeBeez) e dopo la risoluzione del contratto, a inizio luglio, con Mps che assegnava alla piattaforma di gestione dei crediti Juliet, controllata da Cerved e Quaestio, l’esclusiva del servicing di una parte dei crediti della mega-cartolarizzazione di 26,1 miliardi di euro di Npl (si veda altro articolo di BeBeez).
L’effetto sulle quotazioni si è già visto ieri, con il titolo che ha chiuso in rialzo da lunedì del 3,29% a quota 7,7 euro, registrando la migliore performance tra le società a media capitalizzazione quotate su Borsa Italiana. Il titolo era crollato del 12,19% a 8,43 euro l’11 marzo scorso a Piazza Affari, dai massimi raggiunti a 9,66 euro per azione il 7 marzo, dopo che Advent International aveva comunicato di non essere più interessato a lanciare l’opa sul gruppo specializzato in business information e credit management, alla luce della corsa del titolo a causa dei rumor delle settimane precedenti, che non avrebbe reso più conveniente l’operazione. Successivamente il titolo Cerved ha continuato la sua discesa, per arrivare al minimo dei 7,14 euro di fine luglio. Un livello che è ancora più basso di quello al quale quotava il titolo a metà gennaio e per il quale Advent aveva visto un’interessante opportunità di acquisto. Advent aveva messo sul piatto 1,8-1,85 miliardi di euro per l’equity di Cerved, per una valutazione di circa 2,3 miliardi di euro debito compreso, pari a 11 volte l’ebitda rettificato 2018 che era stato di 208,5 milioni.
Detto questo, però, ora la questione Juliet pesa e quindi spuntare un prezzo interessante sulla divisione servicing non è così scontato. Certo, ci vuole l’interlocutore giusto, magari qualcuno che non è ancora in Italia e ha bisogno di una piattaforma oppure qualcuno che è già in Italia ma vuole essere protagonista di un consolidamento del mercato e vuole quindi crescere di dimensione. Chi ha un profilo di quest’ultimo tipo è certamente Credito Fondiario, che non a caso a inizio agosto ha annunciato di avere allo studio con Banca Ifis la creazione di una joint venture per il servicng e l’investimento in crediti deteriorati. In particolare, le due società stanno studiando la creazione di una nuova piattaforma in grado di operare lungo tutta la catena del valore della gestione dei portafogli di crediti deteriorati e presente in tutte le asset class (secured, unsecured, Npl, Utp, leasing, real estate e credito al consumo, si veda altro articolo di BeBeez).
Sul mercato, quindi, c’è chi si spinge a ipotizzare un’operazione più complessa, che vede Credito Fondiario come pivot, che acquisirebbe da Banca Ifis la sua divisione di investimento e gestione degli Npl, Ifis Npl spa, specializzata in Npl consumer unsecured, con Banca Ifis che potrebbe ottenere in cambio una quota del capitale della nuova realtà combinata e nella quale potrebbe confluire appunto anche Cerved Credit Management.
Credito Fondiario, infatti, a sua volta sta valutando le opzioni strategiche per il futuro che sono, da un lato, la quotazione in Borsa e dall’altro l’aggregazione con un altro operatore nel settore del credit management. A inizio luglio si erano diffuse voci di un forte interesse da parte di fondi di private equity come Bain Capital Credit e Cerberus, ma si era parlato anche della stessa Cerved e di Prelios. Quest’ultima, peraltro, secondo quanto risulta a BeBeez, segue con attenzione la vicenda, ma nella realtà il focus del business degli attori in campo risulta troppo diverso e Prelios non è interessata a essere della partita: Prelios è un piattaforma di asset management concentrata sul settore immobiliare e, se è vero che ha stretto il mega-accordo con Intesa Sanpaolo per la gestione di 6,7 miliardi di Utp e per la cartolarizzazione di altri 3 miliardi, resta vero che gran parte degli Utp in questione, tutti corporate, hanno una componente immobiliare da gestire (si veda altro articolo di BeBeez).
Elliott Management, azionista di controllo di Credito Fondiario, è ovviamente interessato a che la controllata italiana cresca di dimensioni, per poter poi uscire dall’investimento con un adeguato ritorno. A oggi, infatti, Elliott ha investito molto nel progetto. Nelle scorse settimane ha deliberato di iniettare altri 120 milioni di euro in aumento di capitale per finanziare l’operazione annunciata nel dicembre scorso, con la quale il gruppo Banco Bpm ha ceduto a Credito Fondiario ed Elliott un portafoglio di non performing loan da 7,4 miliardi di euro e il 70% della piattaforma di gestione dei crediti (si veda altro articolo di BeBeez). L’operazione, che si concluderà formalmente a brevissimo, aggiusterà ulteriormente al rialzo la quota di Elliott in Credito Fondiario, oggi all’81,53%. Si tratta del secondo aumento di capitale sottoscritto dal fondo americano in Credito Fondiario, dopo quello da 65 milioni di euro sottoscritto nell’ottobre 2018, che aveva portato partecipazione diretta di Elliott in Credito Fondiario dal 40% al 69,48% del capitale sociale, ma era già stato precisato allora che quella partecipazione sarebbe stata incrementabile sino all’81,53% (si veda altro articolo di BeBeez), quota che infatti era stata raggiunta considerando anche la partecipazione di Elliott nella holding controllata dal management, CF Holding (la ex Tages Holding), e che sarà poi oggetto di fusione inversa con la società operativa. Elliott era entrato nel capitale di Credito Fondiario nel 2015 pagando 100 milioni per il 40%.
La divisione Npl di Cerved sinora è cresciuta ed è molto redditizia: i ricavi sono aumentati del 30,5% nel primo semestre 2019, in confronto allo stesso periodo del 2018. Merito della crescita organica del business e degli incarichi di special servicer assunti da Cerved nell’ambito della gestione dei crediti in sofferenza originati dalle partnership industriali e dall’acquisizione di Eurobank da parte di Cerved Property Services, perfezionata nell’aprile 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). I numeri, però, non incorporano l’impatto della cessazione delle attività di special servicing sui crediti in sofferenza tra la piattaforma Juliet e Banca Mps, avvenuta nel luglio scorso (si veda altro articolo di BeBeez). Nel secondo trimestre di quest’anno la divisione Credit Management è cresciuta del 26,5%. Per quanto riguarda l’ebitda adjusted, nei primi 6 mesi del 2019 è salito del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2018, a quota 111 milioni di euro (dai 104,4 del primo semestre 2018), di cui 30,9 milioni generati dalla divisione Credit Management. Al 30 giugno 2019 la divisione aveva in gestione 53,3 miliardi di crediti, di cui 43,8 miliardi di deteriorati (si veda qui il comunicato stampa) .
Cerved, come detto, aveva chiuso il 2018 un ebitda rettificato in aumento del 14,8% a 208,5 milioni dai 181,7 milioni del 2017, anche in questo caso grazie a un balzo compiuto dalla divisione Credit Management, il cui ebitda è quasi raddoppiato, passando a 52,4 milioni e un utile netto rettificato in rialzo addirittura del 24,5% a 117,1 milioni dai 94,1 milioni del 2017 (si veda altro articolo di BeBeez).
In occasione della presentazione della semestrale 2019, Cerved ha anche annunciato le acquisizioni di MBS Consulting, Euro Legal Services e Mitigo Servizi (rinominata Cerved Finline srl). Nel dettaglio, Cerved ha comprato il 100% di Euro Legal Services (società attiva nell’ambito della home collection di crediti unsecured di natura consumer finance con un’importante rete esattoriale) e di Mitigo Servizi (società attiva nell’offerta di servizi in outsourcing a favore di banche, confidi ed imprese per favorire l’accesso ad agevolazioni finanziarie ed altre iniziative di finanza agevolata), mentre ha rilevato una quota di controllo della società di consulenza manageriale MBS Consulting e delle sue società controllate (si veda qui il comunicato stampa).
Il Gruppo Cerved dall’aprile scorso è guidato dal ceo Andrea Mignanelli, affiancato dal presidente esecutivo Gianandrea De Bernardis (si veda altro articolo di BeBeez). Mignanelli, prima a capo di Cerved Credit Management, era stato indicato come ceo fin da marzo (si veda altro articolo di BeBeez), a seguito delle dimissioni a sorpresa di Marco Nespolo nell’ottobre 2018 e la sua sostituzione in corsa con De Bernardis. Nespolo ha lasciato il gruppo per ricoprire il ruolo di ceo per la cartiera Fedrigoni, controllata da fine 2017 da Bain Capital (si veda altro articolo di BeBeez).