Credito Fondiario , banca italiana attiva negli investimenti e nel servicing di portafogli di Npl, ha archiviato il primo trimestre 2020 con 51,1 miliardi di euro di asset in gestione, distribuiti su 45 veicoli di cartolarizzazione, ricavi per 31 milioni (erano 15,8 milioni nel primo trimestre 2019), un ebitda di 22,5 milioni (8,3 milioni nel primo trimestre 2019), un margine di interesse positivo per 20 milioni (contro gli 8,8 milioni di fine marzo 2019) e un utile netto in aumento da 1,5 milioni a 8,5 milioni (si veda qui il comunicato stampa). Da un punto di vista finanziario e patrimoniale, le disponibilità liquide della banca ammontano a circa 230 milioni e sono ulteriormente aumentate nel corso delle ultime settimane di aprile 2020, a circa 300 milioni.
Il 2019 per la banca specializzata in investimento e gestione di crediti deteriorati si era chiuso con asset in gestione per 51,2 miliardi di euro, distribuiti su oltre 40 veicoli di cartolarizzazione e corrispondenti a oltre 1,2 milioni di linee di credito, con oltre 17 miliardi di crediti gestiti in qualità di special servicing e con un portafoglio di investimenti di proprietà che ha raggiunto gli 1,1 miliardi di prezzo di acquisto, grazie agli oltre 320 milioni di euro di investimenti del 2019 (si veda qui altro articolo di BeBeez). Credito Fondiario l’anno scorso ha conseguito ricavi per 94,5 milioni, un utile di 40,6 milioni e un margine di interesse positivo per 53,7 milioni.
Iacopo De Francisco, direttore generale di Credito Fondiario, ha commentato così i risultati dei primi tre mesi del 2020: “Siamo soddisfatti dei risultati del primo trimestre, che riflettono stabilità e profilo di crescita della nostra attività. La banca ha generato reddito, in crescita rispetto ai dati 2019, e si presenta con un profilo di cassa e patrimoniale importante, che ci servirà per cogliere al meglio le possibili opportunità di investimento che si presenteranno nei prossimi meni. Stiamo valutando con attenzione l’impatto dell’emergenza sanitaria sui nostri portafogli, e sulle prospettive di medio-lungo termine del nostro settore, ma è ancora presto per trarre conclusioni”.
Ricordiamo che lo scorso anno, Credito Fondiario ha trattato per mesi con Banca Ifis la creazione di una piattaforma comune di gestione di crediti deteriorati (si veda altro articolo di BeBeez), ma le trattative si sonno poi interrotte nell’ottobre scorso (si veda altro articolo di BeBeez).
In occasione della presentazione dei dati di bilancio 2019, De Francisco aveva dichiarato: “Nel 2020 c’è una pipeline importantissima. Abbiamo voglia di crescere per linee interne con l’acquisizione di contratti e portafogli, ma guardiamo anche alla possibilità di combinazione con altri operatori per cassa o per carta, se c’è una comunione di interessi e di visione e la volontà di portare a casa sinergie”. L’ipotesi di quotazione in Borsa non è accantonata, “ma prima di andare in ipo serve una crescita dimensionale“, aveva aggiunto il direttore generale (si veda qui altro articolo di BeBeez).
Credito Fondiario è controllato dal fondo Elliott, che nell’agosto 2019 ha investito ulteriori 120 milioni di euro in aumento di capitale per finanziare l’operazione con la quale il gruppo Banco Bpm ha ceduto a Credito Fondiario ed Elliott un portafoglio di non performing loan da 7,4 miliardi di euro e il 70% della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati (si veda altro articolo di BeBeez).