Gli Npe in Italia aumenteranno di 60-100 miliardi di euro nei prossimi 18-24 mesi. Lo prevede un’analisi presentata ieri al sesto Credit Village Spring Day 2020 “Distressed debt ecosystem: The Italian new deal” da Pier Paolo Masenza, partner e financial services leader di PwC, che ha aggiunto: “Il sistema bancario però è più pronto a gestire un nuovo flusso di Npl: le banche hanno migliorato la qualità dei loro asset, sono più patrimonializzate e hanno incrementato la loro copertura dei bad loans, grazie anche a una forte spinta del regolatore”.
A questo proposito, l’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha sottolineato che “le banche sono state spinte a vendere crediti deteriorati dalle regole molto dure della Bce e non sempre le operazioni sono lasciate alle opzioni di mercato. Il settore bancario è iper regolamentato. Anche per far fronte a queste complessità le aggregazioni andranno avanti. La spinta a operazioni domestiche viene data dalla fusione tra Intesa Sanpaolo e UBI Banca; ora il gruppo è un colosso talmente distante dagli altri competitor per dimensioni che deve far pensare anche a noi tutti di andare in quella direzione”.
Un trend, quello del consolidamento, che riguarda anche l’industria del servicing. “Si tratta di un mercato molto competitivo, con pressione sui margini, e che richiede sempre maggiore specializzazione e capacità di gestire i dati. Per questo, ci aspettiamo possibili ulteriori specializzazione e consolidamento del settore del servicing di Npl“, ha affermato Masenza.
E a proposito di servicer, Corrado Passera, ad di Illimity, è tornato sul ruolo di AMCO e della concorrenza tra pubblico e privato, un tema che aveva tenuto banco anche lo scorso 30 settembre all’Npl Meeting 2020 di Banca Ifis a Cernobbio (si veda altro articolo di BeBeez): “Il settore degli Npl ha bisogno di attirare operatori sempre più specializzati, anche in virtù della creazione di un mercato secondario del settore”. In questo senso le bad bank sono uno strumento utile per gestire i crediti deteriorati, ma potrebbero rivelarsi anche un errore, se il pubblico dovesse fare concorrenza al privato. “Se si arrivasse a una situazione in cui lo Stato, il pubblico, attraverso le bad bank si mette in concorrenza con il privato, anche in situazioni di mercato, questo scoraggerebbe gli operatori e gli investitori. E porterebbe un rischio alle casse dello Stato e indebolirebbe il settore degli Npl, rendendolo meno attraente per gli operatori di mercato”, ha concluso Passera.
PwC ha anche stimato che fino a 100 mila imprese sono potenziali Utp o crediti molto rischiosi. La ripresa passerà anche dalla capacità del sistema di gestirli, specialmente quelli delle pmi. “Serve una soluzione sistematica e di mercato al problema, ispirata al sarebbe spagnolo. Sarebbero utili anche l’introduzione di una Gacs sugli Utp e una alleanza tra banche, pmi e servicer”, ha concluso Masenza.
L’ad di Banco Bpm Castagna ha però invitato a diffidare delle previsioni disastrose sulla qualità del credito e sull’arrivo di una grossa mole di Npl: “Su 70 mila richieste di moratoria, il 78-80% proviene da aziende con rating elevatissimi. Solo il 22% riguarda aziende con rating medio-alti o alti, e di queste soltanto il 15% opera in settori particolarmente colpiti dalla crisi. Sicuramente gli Npl delle banche balzeranno alla scadenza delle moratorie sul credito, perché in loro assenza, alcune aziende non riusciranno a sopravvivere, ma è assolutamente sbagliato pensare che ci sarà un forte aumento degli Npl nei bilanci delle banche, visto che la leva finanziaria delle imprese e delle banche è migliorata rispetto a 10 anni fa”.
L’ad di Banco Bpm a margine dell’evento ha inoltre precisato alla stampa che l’attesa cessione di circa un miliardo di Utp da parte della banca potrebbe essere annunciata in occasione della prossima trimestrale “se i prezzi e le condizioni saranno corretti. Siamo in una fase in cui stiamo ancora attendendo le reverse inquiring da parte di alcuni soggetti che ci hanno detto di essere interessati. Ma non abbiamo ancora ricevuto nessuna manifestazione di interesse”. In realtà, secondo quanto riportato da Il Messaggero nei giorni scorsi, il potenziale acquirente sarebbe AMCO a un prezzo pari al 35-40% del nominale, Ricordiamo che la banca era al lavoro dallo scorso maggio per vagliare le opzioni su come gestire un portafoglio di Utp da 2 miliardi di euro lordi. Un’opzione sul tavolo era quella di siglare un’alleanza con un partner industriale specializzato nel servicing di questi crediti, sulla falsariga dell’accordo chiuso lo scorso anno tra Intesa Sanpaolo e Prelios (si veda altro articolo di BeBeez), prevedendo quindi di cedere almeno una metà del portafoglio tramite cartolarizzazione e di dare in gestione la restante parte (si veda altro articolo di BeBeez).
Infine Marco Varone, CTO e cofondatore di Expert.ai, nuovo nome di Expert System, attiva da oltre 30 anni nell’applicazione al settore bancario dell’AI e quotata a Piazza Affari, ha illustrato come quest’ultima può essere applicata alla gestione degli Npl: “Le informazioni che li riguardano sono presenti in fascicoli cartacei complessi e voluminosi e devono essere analizzate e sintetizzate in pochissimo tempo. Expert.ai tramite l’AI e il machine learning segmenta i fascicoli in modo intelligente, analizza le singole pagine, li ricompone in modo logico, li classifica ed estrae informazioni e dati strutturati. In questo modo, riduciamo tempi di analisi, attività manuali e data entry, garantendo al contempo una maggiore qualità alle informazioni”.