Banca Ifis ha chiuso il primo trimestre del 2020 con 17,8 miliardi di euro di crediti deteriorati lordi in portafoglio (1,27 miliardi netti), in linea con il portafoglio a fine 2019. Lo ha annunciato ieri la banca quotata a Piazza Affari, in occasione della presentazione della prima trimestrale dell’anno, precisando che nel corso del trimestre alcuni acquisti sonno stati spostati avanti nel tempo a causa del lockdown da coronavirus e che in totale sono stati acquisiti Npl nel periodo per soli 50 milioni di euro lordi (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).
Luciano Colombini, amministratore delegato di Banca Ifis, ha commentato: “Abbiamo continuato a investire nel mercato dei Non Performing Loans, partecipando attivamente ai processi di cessione di crediti NPL unsecured e rafforzato l’attività di recupero attraverso la modalità telefonica essendo state temporaneamente sospese le attività della rete agenti. Per il futuro, grazie alla nostra decennale esperienza nel settore, confidiamo di continuare a effettuare buoni acquisti. Prevediamo, inoltre, che l’impatto della chiusura dei tribunali sia temporaneo e principalmente legato a più lunghe tempistiche di pagamento piuttosto che a minori pagamenti. Banca Ifis, infatti, offre ai suoi debitori rimborsi attraverso piani sostenibili di lungo termine con una durata media del recupero del portafoglio tra i 5 e i 7 anni”.
Banca Ifis intanto si contende con MBCredit Solutions (gruppo Mediobanca) il portafoglio di Npl battezzato Loira messo in vendita da Unicredit . Secondo quanto risulta a BeBeez, infatti, sono loro le due offerte vincolanti arrivate in fondo all’asta per il portafoglio da 250 milioni di euro di crediti al consumo (si veda altro articolo di BeBeez).
Secondo il piano industriale 2020-2022, la banca punta a ottenere ricavi per 602 milioni di euro da Npl e factoring. La crescita sarà guidata da acquisti per 8,5 miliardi di euro di crediti deteriorati nel triennio e dall’incremento dei volumi verso le clientela nel segmento commercial e corporate banking nel triennio in questione (si veda altro articolo di BeBeez).
Da segnalare infine che lunedì 11 maggio Banca Ifis ha confermato di essere in negoziazione esclusiva, fino al prossimo 29 maggio, per l’acquisizione del 70,77% del capitale sociale di Farbanca spa, l’istituto di credito italiano dedicato alle farmacie, che fa capo a Banca Popolare di Vicenza, tuttora in liquidazione coatta amministrativa (si veda qui il comunicato stampa). Il 10 aprile scorso (ultimo giorno utile), Banca Ifis aveva presentato un’offerta vincolante per rilevare il 70,77% di Farbanca. Il restante 29,23% della banca fa capo a 450 piccoli azionisti, prevalentemente farmacisti (si veda altro articolo di BeBeez).
Farbanca, fondata nel 1997, ha chiuso il 2019 con un utile netto di 4,1 milioni di euro e crediti verso la clientela pari a circa 598 milioni di euro. Al 31 dicembre 2019 il patrimonio netto era è di 65,5 milioni di euro, il CET1 era pari al 16% e le attività ponderate per il rischio (RWA) erano di 409,9 milioni di euro.
Alla fine del febbraio scorso, Banca Popolare di Sondrio avrebbe dovuto acquisire il 70,77% di Farbanca per 30 milioni di euro, ma era stata bloccata dalla Vigilanza di Banca d’Italia, che le aveva suggerito di concentrarsi sulla riduzione dei suoi crediti deteriorati e sul rafforzamento delle strutture di presidio interne (si veda altro articolo di BeBeez). Era stata la seconda acquisizione saltata per Banca Popolare di Sondrio: lo scorso ottobre la Bce aveva infatti bloccato per gli stessi motivi l’acquisto della Cassa di Risparmio di Cento da parte dell’istituto di credito valtellinese.
Il dossier Farbanca era stato studiato anche dalla Spac Prima Lending e (mai quotata e oggi in liquidazione, si veda altro articolo di BeBeez), Vivi Banca e il fondo Elliott.
Farbanca è in vendita dal 2017, in quanto non faceva parte del portafoglio acquisito da Intesa Sanpaolo nel giugno dello stesso anno (si veda altro articolo di BeBeez). Tuttavia la cessione si è rivelata difficile. A fine 2017 era stata ceduta a New Seres Apennines, un veicolo controllato dalla cinese CEFC China Energy Company (si veda altro articolo di BeBeez). Ma poi transazione era saltata per difficoltà di Cefc e i commissari avevano dovuto rimettere sul mercato la società. Tra i soggetti interessati che avevano partecipato a quella gara c’era già Banca Ifis, oltre al Credito Valtellinese e ai fondi internazionali Blue Skye e Atlas (si veda altro articolo di BeBeez). Nel frattempo, poi, Banca Ifis si era rafforzata nel settore con l’acquisto di Credifarma a gennaio 2018.