Intesa Sanpaolo ha annunciato ieri, in occasione della prima trimestrale, una riduzione dei crediti deteriorati, al lordo delle rettifiche di valore, di circa un miliardo di euro nel primo trimestre 2019 a 35,5 miliardi dai 36,5 miliardi di fine 2018. Al netto delle rettifiche i crediti deteriorati sono invece scesi a 16,3 miliardi dai 16,6 miliardi di fine 2018 (si veda qui la presentazione agli analisti).
Tornando al dato lordo, la diminuzione dello stock dei deteriorati è stata di circa 30 miliardi dal settembre 2015 (di circa 19 miliardi escludendo la cessione dei crediti in sofferenza a Intrum perfezionata nel quarto trimestre del 2018) e di circa 17 miliardi dal dicembre 2017 (di circa 6 miliardi escludendo l’operazione Intrum), realizzando nei primi 15 mesi del Piano di Impresa 2018-2021 già il 64% dell’obiettivo di riduzione previsto per l’intero quadriennio a 26,4 miliardi a fine 2021.
Nel dettaglio, dei 35,5 miliardi di euro di crediti deteriorati lordi, 21 miliardi sono sofferenze (7,1 miliardi netti), 14 miliardi sono inadempienze probabili o Utp (8,8 miliardi netti) e 500 milioni di euro sono crediti scaduti (400 milioni netti).
“Stiamo lavorando su gli Utp perché è l’area dove vogliamo accelerare la riduzione dei crediti deteriorati”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, nel corso della conference call sui conti trimestrali, sottolineando che “l’obiettivo principale è riportare i crediti in bonis, ma c’è anche la valutazione di possibili vendite”.
Su questo fronte sta prendendo forma l’accordo tra Intesa Sanpaolo e Prelios su un portafoglio di Utp da 10 miliardi di euro per il quale Prelios è in due diligence dallo scorso marzo. Le due parti si starebbero accordando, da un lato, sulla cessione di 4 miliardi di euro di crediti a Prelios a un prezzo pari al 50-55% del valore nominale a fronte di un livello di copertura al 36,2% e, dall’altro, sull’assegnazione di un mandato di gestione a Prelios per i restanti 6 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
La banca guidata da Carlo Messina aveva comunicato a marzo di aver firmato un accordo non vincolante con il servicer controllato dal fondo Davidson Kempner Capital Management, a cui aveva concesso un periodo di negoziazione esclusiva per la possibile costituzione di una partnership strategica finalizzata all’ottimizzazione della gestione delle posizioni.
Interpellato sullo stato delle trattative con Prelios, ieri Messina ha commentato: “Sono valutazioni che faremo entro fine giugno, inizio luglio. Quello è il periodo in cui capiremo se accelerare da soli o se fare una partnership e sapremo che tipo di partnership fare. In ogni caso, ha precisato, non avremo impatti sulla redditività e sul patrimonio e quindi sulla nostra capacità di raggiungere i target del nostro piano”. E ha concluso: “La velocità di riduzione del nostro portafoglio di crediti deteriorati è ben superiore a quella prevista nel piano d’impresa e quindi c’è una forte possibilità di conseguire in anticipo gli obiettivi”.