L’Antitrust europea ha posto dei paletti a Mps per l’attesa cessione di Utp per circa 7 miliardi di euro a Sga (si veda altro articolo di BeBeez), perché le due controparti hanno entrambe il Ministero dell’Economia e delle Finanze come azionista di riferimento. Lo ha riferito Il Messaggero. Per questo motivo, infatti, la scorsa settimana l’Antitrust ha imposto a Mps la nomina di un advisor per la vendita e si dice che la scelta cadrà su Oliver Wyman.
Quest’ultimo è lo stesso consulente che ha supportato la DG Comp della Commissione Ue negli oltre sei mesi di negoziazione tra Mps e la Commissione per approvare il piano di ristrutturazione del gruppo bancario, fondato sull’aumento di capitale precauzionale da 5,4 miliardi di euro a carico del Tesoro Italiano, mentre Montepaschi era stata assistita da Mediobanca.
Un advisor per il deal servirà a garantire che l’operazione venga condotta a valore di mercato, per evitare distorsioni competitive; che il rischio venga effettivamente trasferito da Mps a Sga; e che Sga si finanzi autonomamente, senza quindi erogare alcun vendor loan. L’operazione tra Mps e Sga sugli Utp potrebbe prendere la forma di una partnership simile a quella siglata nell’aprile scorso tra Intrum e Intesa Sanpaolo (si veda altro articolo di BeBeez).
Nel frattempo, si stanno concludendo le aste per i portafogli di Utp di Mps battezzati Papa2 e Lima. Il primo stock comprende un’ottantina di posizioni con sottostante immobiliare per un importo lordo di circa 500 milioni (si veda altro articolo di BeBeez), che si dice stia finendo nelle mani del fondo Cerberus; mentre il secondo portafoglio interessa cinque o sei crediti single-name per un valore di circa 130 milioni. La cessione di quest’ultimo sarebbe a sua volta in dirittura di arrivo e l’acquirente sarebbe Bank of America Merrill Lynch (si veda altro articolo di BeBeez). Nei giorni scorsi, poi, Il Sole 24 Ore ha riferito che in vendita c’è anche un altro portafoglio di crediti deteriorati da 600 milioni di euro con sottostante asset di origine agricola che ha suscitato l’interesse di doBank e di Illimity.
A fine marzo lo stock di crediti deteriorati sui libri del gruppo bancario era sceso a 16,2 miliardi di euro lordi, dai 16,8 miliardi di fine dicembre 2018, di cui 8,4 miliardi di sofferenze e 7,6 miliardi di Utp.