Mps nell’ultimo anno ha ridotto i suoi crediti deteriorati lordi di 4,5 miliardi di euro, portandoli a 11,6 miliardi a fine marzo 2020 (5,8 miliardi netti), dagli 11,9 miliardi di dicembre 2019 (6,1 miliardi netti) e dai 16,1 miliardi di marzo 2019 (7,5 miliardi netti), grazie soprattutto alle cessioni del secondo semestre 2019. Lo ha reso noto ieri la banca, in occasione della presentazione della sua prima trimestrale del 2020 (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli analisti).
Mps ha in particolare venduto a fine dicembre 2019 1,8 miliardi di euro di Npl, di cui 1,6 miliardi a Illimity (si veda altro articolo di BeBeez). Con quell’ultima operazione la banca aveva comunicato nel febbraio scorso di aver ceduto nel 2019 circa 3,8 miliardi di euro NPE, portando il suo NPE ratio pro-forma lordo al 12,5%, battendo con 2 anni di anticipo l’obiettivo del 12,9% previsto dal piano di ristrutturazione a fine 2021 (si veda altro articolo di BeBeez). In realtà poi l’NPE ratio lordo nell’ultima revisione si è portato al 12,4% a fine dicembre 2019 e all’11,8% a fine marzo 2020, mentre l’NPE ratio netto è sceso al 6,4% dal 6,8%.
Più nel dettaglio, le sofferenze lorde sono scese a 6,26 miliardi dai 6,4 miliardi di fine dicembre 2019, le inadempienze probabili si sono portate a 5,18 miliardi da 5,38 miliardi, mentre gli scaduti sono saliti a 125 milioni da 98 milioni.
Infine, il tasso di copertura dei crediti deteriorati è salito dal 48,7% di fine 2019 al 49,6%, a causa delle revisioni sulle posizioni dovute al coronavirus. La copertura delle sofferenze è invece scesa dal 61,3% del marzo 2019 al 54,5% del marzo 2020, a causa del deconsolidamento delle posizioni oggetto di cessione.
Quanto alle prossime cessioni, da mesi Amco è in trattative per acquisire da Mps un portafoglio di crediti deteriorati fino a 10 miliardi di euro (si veda altro articolo di BeBeez), nell’ambito dell’operazione più ampia che vede da mesi il Ministero del Tesoro impegnato in discussioni con la Commissione europea in vista dell’uscita dal capitale di Montepaschi, che il Tesoro controlla al 68% dal 2017, a valle dell’operazione di salvataggio dell’istituto. Sul tema l’amministratore delegato uscente di Mps, Marco Morelli, ha dichiarato ieri in conferenza stampa che l’operazione, battezzata Progetto Idra, “andrebbe conclusa al più presto”, precisando che il confronto tra Ministero dell’Economia e delle Finanze e Ue prosegue da mesi e auspicando che “possa essere finalizzato entro pochissimo tempo, a stretto giro”.