E’ in arrivo nei bilanci bancari un’ondata di Npl da 60-100 miliardi di euro entro il 2023, generata dalla crisi innescata dal coronavirus. Lo ha detto Marina Natale, amministratore delegato di AMCO, in audizione mercoledì 3 febbraio davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, guidata da Carla Ruocco (si veda qui il video completo).
Nelle valutazioni di Amco, l’impatto sul settore bancario dell’ondata di Npl dipende dalle esposizioni verso i settori a maggiore rischio. In Italia l’incidenza dei settori ad alto rischio è pari al 42,6% che tuttavia, dato il loro alto indebitamento, pesano per oltre il 59% del debito bancario. Secondo le stime di AMCO, sono Banco Bpm, Bper, Mps e Ubi Banca gli istituti che mostrano un’esposizione percentuale più alta verso i settori ad alto rischio.
Per far fronte al peggioramento della qualità del credito, Marina Natale davanti alla Commissione banche ha suggerito l’adozione di strumenti ad-hoc per dare nuova finanza alle imprese meritevoli, in particolare pmi, e ha indicato la necessità di “omogeneizzare i requisiti di accesso al mercato del servicing, per garantire trasparenza del mercato a tutela degli stakeholder, compresi i debitori, e facilitare la concorrenza”.
Natale ha ricordato che, al 31 dicembre 2020, AMCO gestisce circa 34 miliardi di euro di crediti deteriorati relativi a circa 229 mila controparti. Di questi, il 58% è composto da sofferenze (circa 20 miliardi) e il 42% da UTP (circa 14 miliardi). Il 74% del totale viene gestito in-house e il 26% in outsourcing. AMCO conta oggi su un organico di 287 persone (a cui si sommano 88 distaccati da banca MPS).
Natale ha voluto inoltre rispondere una volta per tutte alle critiche di concorrenza sleale che il mercato ha sollevato contro AMCO (si veda altro articolo di BeBeez). Marina Natale ha rivendicato la posizione di AMCO come player di mercato. I concorrenti, in sostanza, sostengono che AMCO offra prezzi più alti del mercato per comprare portafogli di Npl, forte di una capacità di indebitamento a tassi bassi, grazie alla garanzia del suo azionista che è il Tesoro. Natale ha spiegato che “le transazioni di Amco sono riviste da Dg Comp” per verificare che i prezzi pagati per gli Npl “siano in linea con il mercato”.
La precisazione è arrivata per sottolineare il ruolo che AMCO potrebbe avere nel facilitare l’operazione di fusione tra MPS e Unicredit. Si dice infatti che AMCO potrebbe rilevare 14 miliardi di euro di crediti deteriorati di Unicredit e che potrebbe acquistarre anche un altro pacchetto di crediti deteriorati da Mps, dopo gli 8,1 miliardi già comprati lo scorso 1° dicembre (si veda altro articolo di BeBeez). Natale ha voluto precisare che anche questa operazione, se si farà, sarà fatta a prezzi di mercato: “Non parlerei di regali, AMCO è un operatore che formula un prezzo secondo logiche e griglie ben definite; si tratta di un interesse commerciale che AMCO ha verso tutti gli operatori in modo continuativo”, siano essi Unicredit, MPS o altri. In ogni caso, ha detto ancora la ceo di AMCO, “non c’è alcun impegno del board” a rilevare Npl di Unicredit.
La Presidente Ruocco ha concluso: “La pandemia Covid-19 rappresenta uno shock rilevante per l’economia italiana, l’audizione di oggi conferma la necessità di rivedere a livello UE la regolamentazione in materia di sofferenze/incagli e di incentivare a livello nazionale, attraverso anche una fiscalità di scopo, soluzioni di sistema/di mercato volte a favorire la gestione delle posizioni deteriorate. Cedere gli NPL a operatori finanziari non vuol dire risolvere i problemi di imprese e famiglie, ma in molti casi significa avviare esclusivamente la fase liquidatoria di imprese temporaneamente illiquide ma sane. Ritengo che dotare AMCO Spa di una licenza bancaria equivale a farle assumere un maggior ruolo strategico e di creazione di valore per lo Stato nel processo di gestione degli NPE. Occorre salvare le imprese e non attendere le crisi bancarie dovute ai fallimenti di imprese e clienti”.