“Attualmente abbiamo poco meno di 14 miliardi di euro di crediti non performing in gestione, dopo aver chiuso il 2016 con 13,5 miliardi e il primo semestre con 12,9 miliardi”. Lo ha detto a MF-Milano Finanza Marco Nespolo, amministratore delegato di Cerved Group, che venerdì 28 ha annunciato i conti del primo trimestre (scarica qui il comunicato stampa).
E l’obiettivo di Cerved è continuare con questo ritmo di crescita, acquisendo sempre più portafogli in gestione e acquisendo all’esterno nuove competenze per ampliare l’attività a nuovi tipi di asset come quelli real estate. cerved, dunque, sarà certamente uno dei protagonisti dell’m&a del settore dei servicer nei prossimi mesi(si veda altro articolo di BeBeez).
“Abbiamo fatto richiesta a Banca d’Italia per essere iscritti all’albo unico degli intermediari finanziari, perché vogliamo poterci proporre anche come master servicer di cartolarizzazioni. Non ci interessa invece acquistare portafogli direttamente”, ha detto ancora Nespolo, aggiungendo che quello che manca ancora a Cerved sul fronte della gestione crediti è un’esperienza forte nel settore real estate e infatti il gruppo “sta ragionando su possibili acquisizioni”.
L’m&a è nel dna di Cerved e le munizioni non mancano anche per operazioni in altri settori: il debito finanziario netto a fine marzo era sceso a 510 milioni dai 523,6 di dicembre, pari a 2,8 volte l’ebitda; un livello di leva che lascia ampi spazi per eventuali altri finanziamenti. I ricavi consolidati infatti sono saliti a 97,8 milioni dagli 88,5 del primo trimestre 2016 dopo un fatturato di 377 milioni nell’intero anno e con un ebitda, che è stato di 44,5 milioni (dai 41,8 del primo trimestre 2016 e dai 180 milioni per l’intero anno).
Sebbene la fetta più importante di ricavi e reddività arrivi dall’attività di business information, quella di gestione dei crediti continua a guadagnare peso sul risultato complessivo: l’attività di gestione dei crediti ha generato 21,5 milioni di ricavi (dai 17,4 di un anno prima) e il contributo del credit management all’ebitda del trimestred è stato di 4,5 milioni (da 3,8).
L’attività di gestione degli Npl è poi ad alto valore aggiunto: “Per ogni miliardo di euro di npl in gestione, a commissioni di mercato si genera circa 1 milione di euro di ebitda. Per contro, gestire crediti performing è meno remunerativo, si parla di circa 3-400 mila euro per ogni miliardo l’anno, e infatti abbiamo stimato che il portafoglio di mutui performing di Barclays da 12 miliardi per il quale abbiamo siglato un accordo di gestione ci renderà 3-4 milioni di ebitda l’anno». In ogni caso «si tratta di un’attività molto interessante, perché completa a monte il ciclo della gestione del credito. Oggi abbiamo in gestione 13 miliardi di crediti performing, contando anche il portafoglio da 1 miliardo di prestiti al consumo che la scorsa estate ci è stato dato in gestione da CR&C, che lo ha rilevato dal gruppo Intesa”.
Cerved è in corsa come special servicer accanto a investitori che puntano ad acquisire i portafogli npl messi in vendita da Intesa Sanpaolo, Banco Bpm , Popolare Vicenza e Veneto Banca, mentre resta alla finestra sulla piattaforma Juliet di Mps , per la quale aveva vinto la gara lo scorso novembre nell’ambito di un deal poi bloccato in seguito all’insuccesso dell’operazione di aumento di capitale.