Ha superato i 73 miliardi di euro il valore lordo delle cessioni di crediti deteriorati annunciate sul mercato italiano quest’anno. Emerge dal database di BeBeez, considerando nel conto anche i 18 miliardi di crediti deteriorati che sono stati trasferiti dalle due banche venete alla SGA e la mega cartolarizzazione da 24,1 miliardi di Mps.
Mentre si calcola che ci siano ancora in arrivo entro fine anno operazioni per poco meno di 33 miliardi. Il che significa che quest’anno potrebbe essere superata la soglia dei 100 miliardi di euro di transazioni, cioè ben più del doppio dei 46 miliardi di euro di valore lordo dei deal conclusi nel 2017, di cui il più grande è quello relativo al progetto Fino di Unicredit da 17,7 miliardi. Questi numeri sono stati anticipati da MF Milano Finanza in edicola da sabato 15 settembre.
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In particolare, nel conto condotto da BeBeez ci sono sei cartolarizzazioni per un valore lordo dei portafogli da cartolarizzare di 8,2 miliardi, che prevedono il ricorso alla garanzia pubblica (Gacs), per la quale la Commissione Europea ha accettato il prolungamento solo sino a inizio marzo 2019 e per questo le banche stanno accelerando quanto più possibile per poterne prendere vantaggio per tempo.
Da un lato c’è la già annunciata cartolarizzazione multioriginator da 1,7 miliardi di euro organizzata da 14 banche popolari socie della Luigi Luzzati, alla quale Banca Popolari di Bari contribuirà con un portafoglio da 800 milioni e a cui potrebbe seguire a ruota una seconda operazione gemella per un altro miliardo. Poi c’è il gruppo Bper che, dopo la cartolarizzazione (sempre con Gacs) da 900 milioni di euro varata lo scorso giugno dal Banco di Sardegna, prevede di concludere una seconda operazione da circa 2 miliardi entro fine anno. Poi c’è Carige che a sua volta intende chiudere una securitization da un miliardo con garanzia pubblica e lo stesso vuole fare Cariparma. Infine c’è Rev Gestione Crediti, bad bank dove sono confluiti i crediti deteriorati di Banca Etruria, Carichieti, Cariferrara e Banca Marche, che a sua volta sta preparando un’operazione con Gacs da 1,5 miliardi.
Quanto ai deal che non prevedono ricorso alla garanzia pubblica, il più importante in termini di valore lordo di portafoglio è senza dubbio la vendita sul secondario dei 6 miliardi di euro di Npl italiani messi in vendita dalla divisione investment banking di Crédit Agricole. Un altro grande atteso deal sul mercato secondario è poi la vendita del portafoglio di Npl battezzato Beyond the Clouds che lo scorso anno i fondi Christofferson, Robb & Company (Crc) e Bayview avevano acquistato da Intesa Sanpaolo. Si tratta di 2 miliardi di euro lordi di Npl secured.
Parecchie operazioni riguardano poi crediti deteriorati diversi dalle sofferenze, cioé in fase precedente (le inadempienze probabili o unlikely-to-pay). Su questo fronte, per esempio, Intesa Sanpaolo sta ancora lavorando alla cessione di 1,35 miliardi di euro di crediti di natura immobiliare in fase di ristrutturazione (il progetto Rep), qualcosa di abbastanza simile quindi al progetto Sandokan lanciato negli anni scorsi da Unicredit e di cui Unicredit sta preparando la seconda edizione. Si parla di un’operazione da 2-3 miliardi. E l’altro grande deal sul tavolo è quello sui crediti deteriorati di Banco Bpm. Sul piatto ci sono 3,5 miliardi di euro di sofferenze, ma anche una quota o addirittura il 100% della piattaforma di gestione dei crediti deteriorati. ll dossier è ovviamente all’esame di tutti i principali operatori italiani e internazionali. Insomma per il settore sarà un autunno caldo.
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