Pillarstone Italy, la piattaforma di turnaround sponsorizzta da KKR, ha lanciato RSCT Fund (Responsible & Sustainable Corporate Turnaround Fund), un nuovo fondo per la gestione e valorizzazione di crediti corporate Utp da 600 milioni di euro, finalizzata al risanamento e al rilancio di aziende italiane (si vedano qui il comunicato stampa di Pillarstone e qui quello dei consulenti).
Intesa Sanpaolo, Banca Imi, Unicredit, BPER Banca, Crédit Agricole Italia e Crédit Agricole FriulAdria hanno già trasferito al fondo gestito dalla società indipendente Davy Global Fund Management un portafoglio di crediti verso 14 società operanti in diversi settori, tra cui retail, consumer and industrial goods, manufacturing, IT services & infrastructure, logistica e leisure. Tra questi, ci sono i crediti verso Pittarosso, la catena di negozi che vende borse e calzature che si sta preparando a presentare istanza di concordato preventivo (si veda altro articolo di BeBeez).
Nell’operazione, Davy Asset Management e Pillarstone Italy sono stati assistiti, per i profili relativi alla strutturazione della piattaforma e all’acquisizione dei predetti crediti, dagli studi legali RCCD, Fivelex, Bird&Bird e Maisto e Associati. Gli istituti bancari sono stati seguiti dagli studi legali internazionali White & Case e Linklaters. Banca IFIS agisce in qualità di liquidity line provider del fondo e BNP Paribas in qualità di banca depositaria del fondo.
Gaudenzio Bonaldo Gregori, chief executive officer di Pillarstone Italy, ha commentato: “Soprattutto in questo peculiare momento che l’Italia e il mondo intero stanno attraversando, siamo soddisfatti di poter offrire il nostro supporto, insieme a Davy Asset Management, per il rilancio e il risanamento di diverse realtà italiane”.
L’operazione RSCT Fund è parte di un progetto più ampio finalizzato alla realizzazione di una innovativa piattaforma dedicata all’acquisizione di crediti deteriorati vantati da primari istituti finanziari nei confronti di società italiane operanti in vari settori, con l’obiettivo di gestire e valorizzare tali posizioni a beneficio del partecipanti del fondo e delle imprese partecipate, anche mediante interventi finanziari di ricapitalizzazione ed erogazione di nuova finanza a sostegno delle aziende stesse.
RSCT Fund è infatti la seconda iniziativa di questo genere supportata da Pillarstone Italy, dopo FI.NAV, il fondo creato per la gestione di asset nello shipping italiano, con asset in gestione per oltre 500 milioni di euro. Ricordiamo che il fondo di recente ha comprato ulteriori 80 milioni di euro di crediti assistiti da ipoteche navali verso PB Tankers da Unicredit e Intesa Sanpaolo, realizzando la quarta cessione di crediti problematici relativi al settore navale effettuata in favore del fondo a partire dall’avvio attività nel febbraio 2019 (si veda altro articolo di BeBeez). A inizio maggio il fondo aveva annunciato la conclusione dell’operazione di ristrutturazione del debito di PB Tankers, con il conseguente deposito ai sensi dell’articolo 182 bis della Legge Fallimentare presso il Tribunale di Roma. L’operazione prevede il conferimento in due fasi di quattro navi MR2 di PB Tankers in Finav, che operativamente saranno gestite dalla controllata Premuda (si veda altro articolo di BeBeez).
A inizio 2019, invece, Pillarstone Italy tramite Finav aveva rilevato 300 milioni di euro di crediti deteriorati shipping da Intesa Sanpaolo e Unicredit, verso i gruppi armatoriali Motia, Perseveranza di Navigazione, Elbana di Navigazione, Morfini e Finaval (si veda altro articolo di BeBeez). Nei mesi successivi Finav ha poi condotto un secondo closing, sempre con crediti apportati dalle medesime banche, che ha portato gli asset shipping in gestione al comparto a 500 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Di quei 500 milioni, già una buona parte è stata trasformata in navi a seguito di operazioni di ripossessamento, come quella conclusa a fine 2019 con la compagnia armatoriale Motia.
Pillarstone Italy sta infatti portando avanti un progetto di piattaforma armatoriale di gestione tecnica e commerciale che sta costruendo attorno a Premuda, uno dei principali operatori nei servizi di trasporto marittimo e nel noleggio di navi per il trasporto di rinfuse liquide e secche e proprietario di FPSO (ovvero sistemi di estrazione, stoccaggio e ridistribuzione di prodotti petroliferi mediante strutture galleggianti). Ora che Premuda è tornata in salute, infatti, il progetto di Pillarstone è quello di farne una piattaforma aggregatrice con l’obiettivo di riportarla poi in Borsa (si veda altro articolo di BeBeez).
L’attività di Pillarstone Italy era partita nel 2015 con l’acquisizione di un portafoglio di crediti da Intesa San Paolo e Unicredit verso cinque società per un valore nominale di circa un miliardo di euro: Manucor, Burgo, Lediberg, Alfa Park (la holding di Rainbow Magicland spa, la società che gestisce l’omonimo parco dei divertimenti romano) e Cuki (si veda qui l’avviso di cessione dei crediti al veicolo di cartolarizzazione Pillarstone Italy Spv srl in Gazzetta Ufficiale e altro articolo di BeBeez). A quel portafoglio di crediti si erano poi aggiunti quelli verso Sirti, sempre con un accordo con Unicredit e Intesa Sanpaolo, e poi i crediti verso Premuda, con un accordo che si era allargato anche a Banca Carige. Sirti, Premuda, Manucor e Alpha Park sono poi passate sotto il controllo di Pillarstone Italy. Così come il produttore di agendine Lediberg, che è poi stato ceduto interamente all’imprenditore Marzio Carrara, che l’ha poi fusa con Johnson per dare vita a Boost spa.
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