Restano lunghi i tempi di gestione delle pratiche di esecuzione immobiliare nei tribunali d’Italia, nonostante il riavvio dell’attività a pieno regime dopo il blocco dovuto alla pandemia. Lo rileva la settima edizione dello Studio dei Tempi delle Esecuzioni Italiane dell’Osservatorio T6 presentato in occasione del Convegno Nazionale “Tra riforme e trend del mercato immobiliare”, secondo il quale la durata media complessiva per la chiusura delle procedure nel 2022 è stata di 4,97 anni, molto simile a quella registrata nel corso del 2021 (4,69 anni) (si veda qui comunicato stampa).
Peraltro,il trend di allungamento dei tempi era già stato evidenziato prima del Covid: il tempo medio di chiusura delle esecuzioni era passato dai 4,2 anni del 2018 ai 4,62 del 2019 con un aumento medio di 150 giorni (si veda altro articolo di BeBeez).
Detto questo, la buona notizia è che il numero delle procedure chiuse è in continuo aumento e l’anno scorso se ne sono chiuse infatti 67.970 contro le 66.111 del 2021. E, se si considerano soltanto le procedure concluse con una effettiva aggiudicazione dell’immobile (escludendo quindi le procedure terminate per altri motivi, come accade nel caso in cui il creditore decida di rinunciare alla causa), nel 2022 risultano chiusi 49.615 fascicoli, con un aumento di circa il 10% rispetto ai 44.652 conclusi nel 2021.
A proposito delle modalità di definizione, lo studio evidenzia come il 51% delle procedure si sia chiuso con un’aggiudicazione, mentre più del 35% sia stato definito prima della fase di vendita per una definizione stragiudiziale e il restante 14% si sia risolto comunque senza aggiudicazione per altre cause di estinzione.
Anche per le singole modalità di chiusura viene confermato un lieve incremento nella durata: i tempi medi delle esecuzioni definite con aggiudicazione sono pari a 6,31 anni e quindi in leggero aumento rispetto ai 6,22 del 2021; analogamente la conclusione delle procedure in via stragiudiziale è mediamente in 3,77 anni ed anche in questo caso registra quindi un leggero incremento rispetto ai dati 2021 che indicavano un tempo medio di 3,55 anni.
Ricordiamo che nella sua sesta edizione, pubblicata nel 2020, l’Osservatorio T6 aveva messo in risalto gli effetti del lockdown sulle attività dei tribunali, con 30.815 aste immobiliari rinviate nel solo primo periodo della chiusura nazionale per un controvalore di 3,7 miliardi di euro. Nel primo semestre dell’anno pandemico, le esecuzioni erano calate in media del 40% rispetto al 2019 ma con picchi negativi visti a Roma (- 47%), Milano (- 46,84%) e Napoli (-51%%) o nelle realtà stremate dal Covid, come Piacenza (-76,6%) e Lodi (-60,42%). Nell’anno pre lockdown, quindi nel 2019, le cose erano andate decisamente meglio con 88.913 pratiche definite, di cui oltre 37.000 con anzianità superiore ai 5 anni. L’incremento rispetto al 2018 era stato di ben 45.479 pratiche (si veda altro articolo di BeBeez).
Analizzando in dettaglio le aree geografiche e i tribunali più performanti, la nuova edizione del report conferma un importante divario tra Nord e Sud, che si manifesta in termini di durata complessiva delle procedure ma soprattutto con riferimento ai tempi di vendita giudiziale. In particolare, viene segnalato come il Nord Est sia ancora la zona più virtuosa con una media di 5,01 anni, mentre il Sud e le Isole si posizionano in coda con una media, rispettivamente, di 7,16 e 7,55 anni.
Per quanto riguarda i singoli tribunali, invece, al primo posto troviamo Gorizia, con 2,6 anni di media per giungere all’aggiudicazione. Il secondo e il terzo posto sono occupati a pari merito da Ferrara e Trieste (2,8 anni). Chiudono la top cinque dei tribunali più performanti a livello nazionale Savona (quarta piazza con 3,3 anni di media) e Mantova (quinta con 3,6 anni).
Federico Cecconi, Professore CNR e Coordinatore Comitato Scientifico dell’Associazione T6, ha commentato: “Rispetto ai precedenti studi, quest’anno abbiamo preso in esame solo i procedimenti che risultano effettivamente conclusi nell’anno 2022 e in linea generale possiamo confermare che i miglioramenti in termini di tempistiche per la definizione delle procedure esecutive, rispetto al periodo pandemico, mostrano un carattere permanente. Abbiamo anche evidenziato come la durata media delle procedure sia a livello nazionale che per area geografica sia molto vicina ai livelli registrati lo scorso anno. La nuova sfida da cogliere, adesso, potrebbe essere avvicinare le performance del Sud a quelle dei tribunali delle aree settentrionali del Paese”.
Laura Pelucchi, partner La Scala Società tra Avvocati e referente commissione esecuzioni immobiliari dell’associazione T6, ha aggiunto: “I risultati di questa nuova edizione dello Studio dei Tempi ci confermano che il trend dei tribunali italiani, almeno in termini di capacità di definizione delle procedure, è sicuramente in miglioramento e che siamo pertanto ormai prossimi al tanto atteso ritorno alla normalità. Nei prossimi anni bisognerà quindi capire se, anche grazie alle modifiche introdotte con la recente riforma della giustizia civile, potrà essere riavviato quel processo di efficientamento delle esecuzioni che aveva portato negli anni antecedenti alla pandemia ad una significativa riduzione dei tempi medi di durata delle procedure”.