Nuovo fondo in vista per F2i sgr, questa volta focalizzato sul debito. Lo ha detto l’amministratore delegato dell’sgr, Renato Ravanelli, in un’intervista al Corriere della Sera lo scorso agosto.
Il fondo, per il quale l’sgr ha già ottenuto l’autorizzazione da Banca d’Italia, inizierà la raccolta il prossimo settembre con un target di 300-500 milioni di euro. L’obiettivo è investire nel debito infrastrutturale, affiancando le banche nei finanziamenti alle imprese.
“E’ una novità per l’Italia, dove non esiste un intermediario finanziario, oltre alle banche, che guarda al medio-lungo periodo in questo comparto. Pensiamo che ci sia domanda da parte delle imprese e forte interesse da parte degli investitori. Abbiamo appena ricevuto le autorizzazioni da Consob e Banca d’Italia, da settembre cominceremo la raccolta, con un target di 300-500 milioni. Non è un’operazione in concorrenza alle banche, vogliamo affiancarci. F2i ha un forte know how in infrastrutture, una struttura consolidata e un marchio che rappresenta una garanzia: dopo aver studiato il progetto per oltre un anno, abbiamo creato un team ad hoc e ora partiamo”, ha detto Ravanelli.
F2i gestisce a oggi oltre 6 miliardi di asset, ma l’obiettivo, ha detto ancora Ravanelli, “è di arrivare a 10 miliardi di raccolta. Le dimensioni contano per partecipare a operazioni di scala rilevante che consentano il mantenimento del controllo italiano in settori strategici”.
Il fondo di debito sarà il sesto per F2i. Ricordiamo, infatti, che lo scorso maggio Il Fondo V, battezzato Fondo Infrastrutture Sostenibili (FIS), che punta a raccogliere 1,5 miliardi di euro, ha annunciato il primo closing, a quota 900 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo ha anche già annunciato i suoi primi due investimenti lo scorso agosto: uno nel settore della transizione energetica, con l’acquisto del controllo di Ital Gas Storage, insieme al Terzo Fondo 2i e al fondo Ania-F2i (si veda altro articolo di BeBeez), e l’altro nel settore nell’economia circolare, con l’acquisto del controllo di ReLife (si veda altro articolo di BeBeez).
F2i è ancora in raccolta anche per il quarto fondo, Fondo Ania F2i, finanziato dalle compagnie assicurative associate ad Ania (Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici) il cui obiettivo di raccolta è 500 milioni e che aveva effettuato il primo closing a quota 320 milioni di euro nel febbraio 2020 (si veda altro articolo di BeBeez).
Il Terzo fondo aveva invece chiuso la raccolta a 3,6 miliardi di euro nel novembre 2018 (si veda altro articolo di BeBeez).Nel complesso, gli investitori italiani ed esteri già presenti nel primo fondo avevano infatti deciso di reinvestire nel terzo fondo risorse per circa 1,74 miliardi di euro. A tali risorse si era affiancata la nuova raccolta, proveniente da primari investitori esteri, tra cui fondi previdenziali, fondi sovrani, fondazioni di origine bancaria, compagnie di assicurazione e gestori patrimoniali. In particolare tra questi ultimi PSP Investments, uno dei maggiori fondi pensione canadesi aveva sottoscritto la nuova raccolta per ben 500 milioni. Tra i nuovi investitori c’era GIC, il fondo sovrano di Singapore.
Lo zoccolo duro di investitori dei fondi F2i è costituito dagli stessi azionisti dell’sgr, fondata nel 2007. Sponsor del primo fondo, che ha chiuso la raccolta nel febbraio 2009 a quota 1.852 milioni di euro, erano stati: Cdp, Intesa Sanpaolo, Unicredit group, Ardian, Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, Inarcassa (Cassa nazionale di previdenza e assistenza per gli ingegneri e architetti liberi professionisti) e Cipag (Cassa previdenza e assistenza dei geometri liberi professionisti).
F2i aveva poi lanciato il secondo fondo nel 2014. Sponsor del secondo fondo, che ha chiuso la raccolta nel luglio 2015 a quota 1.242,5 milioni di euro, erano invece stati: Cdp, Intesa Sanpaolo, Unicredit group, CIC (China Investment Corporation), NPS (National Pension Service), Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Banco di Sardegna, Ente CR Firenze, Compagnia di San Paolo, Inarcassa e Cipag. Successivamente Unicredit ha ceduto alla piattaforma di secondary infrastructure funds of funds di Ardian le sue quote detenute nei primi due fondi infrastrutture gestiti da F2i sgr (si veda altro articolo di BeBeez), restando però nel capitale della sgr.
Ricordiamo che il capitale dell’sgr, è detenuto da 19 soci che comprendono le principali fondazioni italiane di origine bancaria, primari istituti di credito, Casse di previdenza, fondi pensione, asset manager e fondi sovrani. In particolare, Cassa Depositi e Prestiti detiene una quota del 14,01% del capitale e seguono poi Unicredit (9,99%), Intesa Sanpaolo (9,99%), Ardian (8,4%, attraverso ASF Como Holding Ltd), Cariplo (7,28%), GCM Grosvenor-NPS Infrastructure (6,72%), Beijing Hanguang Investment Corp (6,72%), Inarcassa (6,33%), Cipag (Cassa dei geometri e liberi professionisti, 5,04%), Cassa Forense (4,01%) Enpam (4,01%), CR Torino (3,36%), Compagnia di San Paolo (3,35%), Fondazione CR Cuneo (2,52%), Fondazione CR Lucca (2,24%) e altri azionisti minori per il restante 6,03%.