E’ andato oltre ogni più rosea aspettativa l’esperimento di Ferrarini spa con i minibond, Il gruppo agroalimentare noto soprattutto per il suo prosciutto cotto senza polifosfati, ma produttore anche di crudo, altri salumi, formaggi e aceto balsamico. E ora i capitali raccolti saranno utilizzati anche per finanziare acquisizioni in Italia e all’estero.
Il brand è infatti piaciuto così tanto agli investitori sia italiani sia internazionali la risposta degli investitori è stata così massiccia, da indurre l’arranger Banca Popolare di Vicenza a chiudere i libri in anticipo lo scorso 9 aprile e addirittura a raddoppiare le dimensioni dell’emissione, che infatti è stata di 30 milioni di euro (si veda altro articolo di BeBeez).
Il collocamento avviene a valle di un roadshow tra gli investitori potenziali iniziato lo scorso 30 marzo a Milano nella sede della Banca Popolare di Vicenza (si veda qui la registrazione della presentazione tramessa in streaming su YouTube), advisor incaricato per la strutturazione e il marketing del bond, che ne sarà anche sottoscrittore. La banca, infatti, si è impegnata a mantenere in portafoglio almeno il 5% del controvalore di ogni minibond che porta sul mercato e ha stanziato a bilancio un totale di 250 milioni di euro da investire in minibond.
Il bond Ferrarini rappresenta l’undicesima emissione obbligazionaria collocata e quotata sul mercato Extra Mot Pro di Borsa Italiana da Banca Popolare di Vicenza negli ultimi dodici mesi. “L’accoglienza riservata dal mercato all’emissione Ferrarini, con una platea di investitori istituzionali che registriamo in significativo allargamento e consolidamento, ci conforta circa la scelta fatta di affiancare ed accompagnare le aziende nostre clienti in questo percorso di crescita e di accreditamento nei confronti del mercato dei capitali”, ha spiegato a BeBeez Vittorio Cencherle, responsabile finanza strutturata di Banca Popolare di Vicenza.
“La società è stata fondata negli anni ’50 da mio padre e da allora è sempre cresciuta finanziandosi con le banche, con i classici mutui a medio-lungo termine a 10-12 anni che chiedevamo via via per finanziare gli acquisti dei terreni, la costruzione della fabbrica, delle stalle per le mucche e così via”, ha raccontato a BeBeez a margine della presentazione agli investitori Luca Ferrarini, presidente del gruppo nel quale lavorano anche tutti gli altri quattro suoi fratelli Licia, Lucio, Lisa (vicepresidente di Confindustria con delega per l’Europa) e Lia. La famiglia Ferrarini controlla il gruppo al 100% tramite la holding Elle-Effe sa.
“Le dirò che nell’ultimo anno e mezzo parecchie banche ci hanno proposto lo strumento del minibond, ma non mi avevano convinto. Con il team di Popolare Vicenza, invece, abbiamo trovato la formula giusta fin da quando abbiamo iniziato a lavorare al progetto l’estate scorsa”, ha proseguito Ferrarini, aggiungendo che “non abbiamo un progetto particolare da finanziare con quanto incasseremo dal collocamento del minibond, che utilizzeremo invece per ottimizzare i nostri flussi di cassa con ricadute molto interessanti in termini di risparmi di costi sugli acquisti ed inoltre andremo ad anticipare una serie di investimenti già programmati volti a promuovere il nostro brand e i nostri prodotti sia in Italia che all’estero, per cogliere i positivi segnali che il mercato anche in questi primi mesi del 2015 riserva ai nostri prodotti”.
E se è vero che non ci sono progetti precisi per impiegare i capitali che verranno incassati con il collocamento, è anche vero che, oltre che all’ottimizzazione dei flussi di cassa, l’idea di Ferrarini è anche quella di crescere tramite acquisizioni in Italia o all’estero. Nella presentazione agli investitori (scarica qui la presentazione agli investitori), infatti, è scritto chiaramente che “nei prossimi anni l’obiettivo sarà quello di ampliare l’attività commerciale su mercati esteri ad alto sviluppo, Giappone e Usa in primis, dove il marchio Ferrarini e le produzioni alimentari italiane vantano riscontri sempre più importanti. I fondi derivanti dall’emissione delle obbligazioni verranno quindi utilizzati: a supporto del piano di espansione commerciale che passerà attraverso possibili acquisizioni in Italia o all’estero; per cogliere eventuali opportunità sugli approvvigionamenti, che consentano ulteriori efficientamenti produttivi con benefici da un punto di vista di marginalità; a riequilibrio delle fonti di finanziamento, in linea con la struttura degli impieghi e della peculiarità dell’attività produttiva”.
Quanto alle prospettive di crescita, si legge sempre nella presetanzione, iI management stima conservativamente un crescita del volume d’affari in linea con quanto registrato storicamente, e una marginalità stabile per il periodo 2015-2018.
L’evoluzione del fatturato prevede un tasso di crescita medio annuo del 2,5%, esattamente in linea con quanto registrato storicamente. A livello di marginalità operativa, il management ha previsto conservativamente un andamento stabile, nonostante i volumi esteri mostrino un trend decisamente positivo.
La posizione fnanziaria netta, che al 2014 si attesta a 129 milioni, mostra un calo negli anni a piano, in considerazione di un maggiore efficientamento delle fonti finanziarie. Nel corso degli ultimi anni, la società è riuscita a mantenere un livello di indebitamento stabile nonostante il recepimento dell’art. 62 del D.L. n.1/2012 (con la disciplina dei termini di pagamento per i beni deperibili), che ha avuto un significativo impatto a livello di capitale circolante netto. L’autofinanziamento positivo e il cash conversion generato, consentiranno quindi una progressiva riduzione dell’esposizione finanziaria.