“Abbiamo già impegnato quasi metà del valore target della raccolta. Posso dire che abbiamo investito oltre 225 milioni di euro, considerando i cinque investimenti già chiusi e il sesto che stiamo finalizzando in questi giorni”. Lo ha anticipato a MF Milano Finanza e BeBeez, in questa intervista a firma di Stefania Peveraro, direttore di BeBeez, Gianluca Gustani, Chief Investment Officer Debt e Senior Partner dell’Area Investimenti Debito di F2i sgr, a capo del team di gestione dell’Infrastructure Debt Fund 1, che ha già in pipeline altri tre investimenti, di cui uno a brevissimo e che nei giorni scorsi ha annunciato i due suoi investimenti più recenti (si veda altro articolo di BeBeez).
Domanda. Avete lanciato il fondo nell’estate 2022 e a fine anno avevate già raggiunto 330 milioni di euro di impegni. Come sta andando la raccolta? Che tipo di investitori vi sta supportando?
Risposta. Posso dire che a oggi abbiamo già raggiunto i 400 milioni di euro di interessi da parte degli investitori, considerando vari gradi di impegno e contiamo quindi di chiudere il fundraising entro pochi mesi, raggiungendo il nostro target di 500 milioni. Gli investitori che ci hanno seguito sono casse di previdenza, fondi pensione, assicurazioni, fondazioni bancarie e banche, ma anche family office, perché quella del debito infrastrutturale è una asset class particolarmente interessante per soggetti che prediligono un cash flow regolare e prevedibile, come è appunto quello che può essere fornito dalle cedole e dai tassi di interesse pagati da prestiti e bond che hanno come emittenti società attive nelle infrastrutture, che operano in regimi regolati e in settori sostanzialmente anti-ciclici, data la domanda generalmente anelastica che caratterizza gran parte degli asset infrastrutturali. Anche il rendimento medio ponderato per il rischio è tra i più alti offerto dal mercato.
D. Di che rendimenti stiamo parlando?
R. A oggi, tenuto conto degli alti tassi di interesse di mercato, il nostro portafoglio, che è tutto a tasso variabile e quindi ancora più interessante per un investitore, soprattutto in uno scenario di inflazione crescente, paga tra il 6% e il 7%. Stiamo parlando in pratica di un premio per la strutturazione/illiquidità di 150 punti base rispetto a bond quotati comparabili. E stiamo parlando di rendimenti medi, visto che il fondo investe in debito (direct lending e bond ) sia senior sia junior, sia a livello di società operative sia ai piani più alti delle catene di controllo societarie, in Italia e in Europa. A fronte di questo rendimento interessante, mi piace sottolineare che il rischio è molto contenuto, considerando che in media gli investimenti in infra debt presentano un default rate di circa 4 volte inferiore rispetto ai bond emessi da società corporate non finanziarie, oltre a un recovery rate sensibilmente più alto. Non è un caso se le strategie di investimento in infra debt a livello globale negli ultimi anni hanno raggiunto una raccolta di 160 miliardi di dollari (fonte Preqin).
D. Quanto avete già investito del fondo e dove?
R. Siamo già quasi a metà del valore target della raccolta. Posso dire che abbiamo investito oltre 225 milioni di euro, considerando i cinque investimenti già chiusi e il sesto che stiamo finalizzando in questi giorni, che spaziano dal settore dell’energy transition (generazione elettrica da fonte eolica, idroelettrica e fotovoltaica), digital infrastructure (torri 5g, fibra ultrabroadband) e sistema idrico integrato.
D. Quattro di questi investimenti sono in Italia, quelli a supporto di Acque, Compagnia Valdostana delle Acque, Open Fiber e Renantis (la ex Falck Renewables). Ci parla del vostro primo investimento all’estero?
R. Il fondo ha partecipato al finanziamento da 6,85 miliardi di euro per sostenere l’acquisizione da parte di DigitalBridge e Brookfiled del 51% di GD Towers da Deutsche Telekom finalizzata lo scorso febbraio. GD Towers è uno dei principali operatori europei di torri per telecomunicazioni, con 40.000 siti per telefonia mobile in Germania e Austria, dove figura rispettivamente come 1° e 2° player di mercato. Ad esito dell’acquisizione GD Towers prevede di rafforzare il piano d’investimenti per diffondere l’accesso ai servizi di connessione e telecomunicazione su rete mobile in aree urbane, extraurbane e rurali, con impatto positivo sulla qualità dei servizi e sullo sviluppo economico dei territori interessati.. L’altro deal riguarda la partecipazione del fondo al finanziamento da 250 milioni di euro erogato lo scorso aprile alla Compagnia Valdostana delle Acque da un pool di banche, finalizzato al rifinanziamento del debito esistente e alla realizzazione di acquisizioni e investimenti a sostegno della transizione energetica, dello sviluppo del settore idroelettrico, eolico e fotovoltaico, con l’obiettivo di raggiungere 2 Gigawatt di potenza installata. Oltre a consolidare il contributo alla produzione idroelettrica nazionale e alla gestione ottimale delle risorse idriche regionali, la CVA aumenterà così l’impegno alla decarbonizzazione, mantenendo un focus sulla sostenibilità nel lungo termine dei propri impianti di energia rinnovabile anche tramite il coinvolgimento degli stakeholder locali.
D. Come accennato sopra, avete partecipato al finanziamento di Acque, l’azienda che gestisce il servizio idrico integrato nel territorio del Basso Valdarno. Anche lì vi siete affiancati al pool di banche che ha erogato nel complesso linee per 225 milioni, oltre che a BEI che da sola ha finanziato per altri 130 milioni. Perché vi piace questo segmento di mercato?
R. E’ un settore nel quale difficilmente gli investitori tradizionali riescono a entrare e ci sono prospettive di crescita molto interessanti. Sicuramente faremo altri investimenti lungo questa direttrice.
D. Renantis ha appena annunciato la fusione con Ventient Energy, entrambi gruppi controllati dal fondo Infrastructure Investments Fund di JPMorgan Asset Management. Questa operazione cambierà qualcosa sul fronte del debito, visto che voi avete finanizato Renantis prima del deal, a fine dicembre?
R. Per quanto ci riguarda è soltanto una buona notizia, visto che il gruppo diventa più grande e continua a operare nel segmento delle rinnovabili.
D. A quando i prossimi investimenti?
R. Uno è già in dirittura d’arrivo e con altri due siamo in fase avanzata di strutturazione.