Italmatch Chemicals, gruppo internazionale leader nella chimica di specialità, controllato da Bain Capital e specializzato nella produzione e commercializzazione di additivi e soluzioni per il trattamento acque e degli oli lubrificanti, oil & gas e ritardanti di fiamma per le materie plastiche e per il settore delle energie rinnovabili, ha rifinanziato con due nuovi bond senior a scadenza 2028 per un totale di 690 milioni di euro sia il vecchio bond da 650 milioni a scadenza 2024 quotato alla Borsa di Vienna e alla Borsa di Dublino sia l’ammontare utilizzato della revolving facility. Contestualmente, il gruppo ha annunciato che emetterà a favore di alcuni obbligazionisti del vecchio bond dei nuovi bond a tasso variabile per un valore complessivo di74,447 milioni di euro (si veda qui il comunicato stampa).
Il tutto mentre è atteso il closing dell’acquisizione di una minoranza del gruppo da parte di Dassur, veicolo di investimento del governo dell’Arabia Saudita, posseduto dal Saudi Arabian Public Investment Fund (PIF), Saudi Aramco e SABIC (Saudi Basic Industries Corporation). Dassur acquisirà quote che gli saranno cedute da Bain Capital e sottoscriverà un aumento di capitale riservato da 100 milioni di euro, così come annunciato lo scorso dicembre, per arrivare complessivamente a possedere una quota sotto il 20% (si veda qui il comunicato stampa).
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Nel dettaglio l’emissione obbligazionaria prevede una tranche a tasso fisso da 300 milioni e un’altra a tasso variabile da 390 milioni. Emissione e settlement sono previsti entro il prossimo 6 febbraio e i bond saranno quotati alla Borsa del Lussemburgo. Al bond e all’emittente Moody’s ha assegnato rating B3, alzandolo dal precedente Caa1, mentre FItch Ratings, che per la prima volta ha assegnato il rating a Italmatch e ai suoi bond, ha dato voto B.
Il vecchio bond era stato originariamente emesso per 410 milioni, ma poi, come descritto nell’Interim Report dei nove mesi 2019, nell’aprile 2019, l’emittente Fire (BC), controllante di Italmatch, aveva ampliato l’emissione per ulteriori 200 milioni per finanziare l’acquisizione di BWA Water Additives, andando a ripagare il bridge financing ottenuto dalle banche. Nel settembre 2019, infine, l’emissione era stata ampliata ulteriormente per altri 40 milioni per finanziare l’acquisizione di Water Science Technologies. Il vecchio bond è stato rimborsato alla pari più il rateo interessi (si veda qui il comunicato stampa).
Italmatch Chemicals è nato nel 1997 quando Investindustrial, affiancato da Iniziativa Piemonte, aveva finanziato il management buyout del gruppo Saffa, allora specializzato in derivati del fosforo e poi rinominato Italmach Chemicals, e aveva affiancato il management nella prima fase di sviluppo internazionale della società. Nel 2000 Investindustrial aveva poi ceduto il controllo ad Argos Soditic e Iniziative Piemonte. Successivamente, nel 2004, Investindustrial aveva riacquistato il controllo di Italmatch dai due fondi e ne aveva finanziato il successivo sviluppo per acquisizioni. Nel novembre 2010 Investindustrial aveva venduto Italmatch a Mandarin Capital Partners e alla famiglia Malacalza.Nel 2014 Ardian aveva poi comprato Italmatch da Mandarin Capital Partners e dalla famiglia Malacalza. Nel luglio 2018, la società è stata infine rilevata da Bain Capital Private Equity (si veda altro articolo di BeBeez). In tutti questi passaggi il top-management, guidato dall’amministratore delegato Sergio Iorio, ha sempre mantenuto una quota di minoranza del capitale.
Dal 2016 a oggi, Italmatch ha condotto un’aggressiva campagna di m&a. L’ultima acquisizione risale allo scorso giugno 2022, quando il gruppo ha acquisito la britannica Aubin Group, attiva nello sviluppo e commercializzazione di soluzioni chimiche innovative per l’industria dell’oil & gas e il settore delle energie rinnovabili. A vendere è la società di investimento britannica BGF (si veda altro articolo di BeBeez). In precedenza il acquisito il business & asset relativi alla produzione e vendita di fosfonati realizzati nel sito produttivo della cinese Jiayou Chemical Co., la statunitense Detrex Corporation, la brasiliana Sudamfos do Brasil, la francese Magpie Polymers, due rami d’azienda di Solvay (additivi a base di fosforo per il settore minerario e additivi per il trattamento acque), la statunitense Compass Chemical International, la britannica BWA Water Additives, l’americana Water Science Technologies, la norvegese Eco Inhibitors, la statunitense FRX Polymers e il progetto RecoPhos Project Technology da Israel Chemicals.
Itamatch ha generato a fine 2022 un fatturato pro-forma pari a circa 700 milioni di euro e opera attraverso 19 stabilimenti produttivi, in Europa e Middle East, Asia Pacific, Nord America e ha filiali in Brasile, Belgio, Polonia, Singapore e Giappone, impiegando complessivamente oltre 1.000 addetti.
Il gruppo ha chiuso i 9 mesi al 30 settembre 2022 con 686 milioni di ricavi (da 431 milioni nei 9 mesi 2021), mentre salgono a 858 milioni nei 12 mesi a fine settembre (last twelve months o LTM); con un ebitda rettificato di 129 milioni (da 72 milioni) e di 160 milioni LTM; e con un debito finanziario netto di 717 milioni (si veda qui la presentazione agli investitori dei risultati dei 9 mesi). Il gruppo aveva invece chiuso il 2021 con 598 milioni di euro di ricavi (da 504 milioni nel 2020), un ebitda rettificato di 103 milioni (da 93 milioni) e un debito finanziario netto di 681 milioni (si veda qui la presentazione agli investitori dei risultati 2021).