La Doria spa, gruppo specializzato nella produzione di derivati del pomodoro, sughi, legumi e succhi di frutta a marchio della grande distribuzione, controllato con una quota del 65% da Investindustrial e partecipata con il 35% dalla famiglia Ferraioli (si veda altro articolo di BeBeez) e partecipata con il 35% dalla famiglia Ferraioli, ha prezzato e collocato un prestito obbligazionario senior secured da 525 milioni di euro a scadenza 2029 e cedola euribor 3 mesi più 450 punti base (si veda qui il comunicato stampa).
Il collocamento era stato avviato a fine aprile, per 500 milioni, per poi essere ampliato di ulteriori 25 milioni (si veda qui il comunicato stampa) e servirà per rifinanziare integralmente i 346 milioni di euro di debito bancario in scadenza tra il 2028 e il 2029 e per pagare un dividendo straordinario da 125 milioni di euro agli azionisti, così come ben evidenziato dal report di S&P Ratings che assegna rating B sia all’emittente sia all’emissione. Le dimensioni del dividendo sono specificate anche dai report di Moody’s (che assegna rating B1 sia a La Doria sia al bond) e di Fitch Ratings (che assegna corporate rating B e rating B+ all’emissione). Nel quadro della medesima operazione, La Doria otterrà anche una linea di credito revolving super senior da 85 milioni di euro.
Chiomenti ha assistito la Doria nell’operazione per i profili di diritto italiano, per gli aspetti di capital markets, per i profili banking, per gli aspetti corporate e per quelli fiscali. Lo studio Paul, Weiss, Rifkind, Wharton & Garrison LLP ha invece affiancato il gruppo per i profili di diritto statunitense e inglese, per i profili capital markets di diritto italiano, per i profili regolamentari dell’operazione e per i profili fiscali. Maisto e Associati ha infine assistito il pool di banche per i profili fiscali di diritto italiano.
Quanto ai conti 2023 di La Doria, approvati a inizio maggio, si evidenzia la crescita del fatturato di periodo a 1,228 miliardi di euro (+20,6% rispetto agli 1,01 miliardi del 2022 (si veda altro articolo di BeBeez), con l’incremento dovuto non solo dell’aumento dei listini, ma anche dei volumi venduti e degli ampi investimenti realizzati negli ultimi cinque anni (si veda qui il comunicato stampa). In particolare, La Doria ha speso circa 142 milioni tra il 2019 e 2023, così suddivisi: 60 milioni per aumentare la capacità produttiva e per la logistica, oltre 20 milioni in interventi sulla sostenibilità ambientale e l’efficientamento energetico, e circa 10 milioni per la digital transformation. Gli investimenti andranno avanti anche nel 2024, anno in cui il gruppo ha destinerà più di 30 milioni per i medesimi scopi.
La ripartizione dei ricavi per area geografica ha mostrato un’incidenza del mercato italiano pari al 15,5%, mentre l’export registra un’incidenza dell’84,5%. Il gruppo esporta in 60 paesi del mondo: il principale mercato estero resta la Gran Bretagna, seguono la Germania, i paesi scandinavi, l’Australia e la Nuova Zelanda e i paesi dell’est Europa. Le vendite sul mercato estero sono aumentate del 22,6% anche grazie alla soddisfacente crescita dei volumi, mentre il mercato domestico, secondo per dimensione dopo il Regno Unito, ha registrato un fatturato in crescita dell’11%.
Per quanto riguarda invece la composizione del fatturato per tipologia di prodotto, la “linea rossa” ha raggiunto un incremento complessivo del 34%, in forte miglioramento anche la “linea legumi, vegetali e pasta in scatola” (+27,5%), mentre la “linea sughi” ha fatto registrare un +26,2%. Infine, la “linea frutta” mostra un +0,9%, mentre le linee “trading” – che comprendono i prodotti che la controllata LDH (La Doria) Ltd importa da terzi e commercializza sul mercato inglese (come la pasta secca, il tonno, il salmone, il mais in scatola e altri) – hanno registrato un aumento del 10,6%.