Punterebbe a quotarsi entro il prossimo giugno U-Power Group spa, il gruppo novarese specializzato nella produzione e commercializzazione di scarpe e abbigliamento per l’antinfortunistica e proprietaria dei marchi U-Power, Jallatte, Aimont e Lupos. Lo scrive oggi MF Milano Finanza, precisando che il flottante potrebbe collocarsi tra i 25% e il 30%. L’interesse di U-Group per la Borsa è noto sin dallo scorso novembre, quando la società ha dato mandato per esplorare la quotazione in Borsa a Imi Intesa Sanpaolo, Bank of America-Merrill Lynch e Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez).
Il gruppo ha già testato il mercato. Nel luglio 2020 la capogruppo U-Invest srl ha infatti emesso un minibond da 25 milioni di euro, sottoscritto interamente da Unicredit (si veda altro articolo di BeBeez). Quest’ultima aveva anche sottoscritto interamente un altro minibond da 10 milioni di euro, che la società aveva emesso nel luglio 2018 (si veda altro articolo di BeBeez).
U Power Group conta circa 3.400 dipendenti e ha chiuso il 2020 con 173,8 milioni di euro (da 161 milioni nel 2019), un ebitda di 42,8 milioni (da 35,5 milioni), un utile netto di 33 milioni (da 19 milioni) e un debito finanziario netto di 19 milioni (da 19,7 milioni).
Anche grazie alla campagna di marketing e sponsorizzazioni (la società è stata secondo sponsor dell’Atalanta Calcio nella stagione 2018-2019, attualmente è sponsor del Monza Calcio con lo stadio Brianteo divenuto U-Power Stadium e ha fra i più recenti testimonial Diletta Leotta), l’azienda è cresciuta e oggi genera oltre 150 milioni di euro di giro d’affari e 35 milioni di ebitda, con oltre 4,5 milioni di paia di calzature antinfortunistiche vendute quest’anno in Europa (di cui un milione e mezzo solamente in Italia).
U-Invest era stata fondata nel 1950 originariamente con il nome Almar dal padre dell’attuale amministratore unico Pier Franco Uzzeni. Nel 2000 Uzzeni aveva venduto il gruppo Almar a CVC Capital Partners, restandone comunque alla guida per i successivi 5 anni. CVC aveva fuso Almar con Jallatte che già possedeva dal 1998, dando luogo a JAL Group. I livelli di leva tipica dei primi anni 2000 si erano però rivelati critici nel 2005 e il gruppo era andato in default, cosicché le banche finanziatrici e i fondi hedge, che avevano sottoscritto il debito, lo avevano convertito in equity e avevano preso il controllo del JAL Group. Nel 2010 il fondo Progressio II aveva rilevato il gruppo, ancora in situazione critica, dal portafoglio delle banche e degli hedge, con l’idea di rilanciarlo. Purtroppo, però, la rivoluzione tunisina del dicembre 2010 e dei primi mesi 2011 aveva creato dei grossi problemi ai tre stabilimenti di JAL Group in Tunisia, con i lavoratori che si sono ribellati al piano di riorganizzazione e hanno di fatto bloccato la produzione, lasciando il gruppo con circa 20 milioni di ordini inevasi, che hanno a loro volta mandato in crisi di liquidità JAL. Tanto da portarlo al concordato a fine 2013. (si veda altro articolo di BeBeez). Intanto Uzzeni nel 2006 aveva fondato U-Power e a inizio 2014 ha colto l’occasione per ricomprarsi dal concordato il suo ex gruppo (si veda qui Les Echos).