Nuovo capitolo per il rifinanziamento del debito di Manutencoop e la liquidazione dei soci finanziari di minoranza. Secondo quanto riferito ieri da Il Sole 24 Ore, infatti, l’hedge fund Usa Elliott sarebbe in trattative per concedere un finanziamento da 180 milioni di euro alla holding di controllo del gruppo di facility management, Manutencoop Società Cooperativa. Il tutto con l’obiettivo di permettere finalmente l’uscita dal capitale degli azionisti finanziari di minoranza, che detengono il 33,2% del capitale e che non si è ancora conclusa, nonostante l’annuncio da parte di MFM di volerne riacquisire le quote lo scorso giugno, perché le dimensioni dell’emissione obbligazionaria che avrebbe dovuto portare al gruppo il denaro necessario all’operazione e contestualmente rifinanziare il debito, sono state inferiori alle attese.
Che un’operazione di questo tipo sia in corso è stato indirettamente confermato dalla stessa società con un comunicato stampa, che ha precisato che Manutencoop Società Cooperativa sta continuando a valutare diverse soluzioni con l’obiettivo di consentire l’uscita degli attuali azionisti di minoranza dal capitale della società controllata Manutencoop Facility Management (MFM) e di riacquisire il 100% di MFM.
Lo scorso giugno MFM, tramite la società controllata CMF spa, aveva collocato un bond da 360 milioni di euro a scadenza 2022 con opzione call dopo il terzo anno, i cui proventi sarebbero andati a rimborsare il bond attualmente quotato all’ExtraMot Pro inizialmente emesso per 425 milioni (compresa la tranche per gli investitori Usa), ma di cui restano in circolazione solo 300 milioni, dopo le operazioni di buy-back del 2014 e del 2015 . Il nuovo bond era stato emesso inizialmente per 420 milioni, ma poi in corso di collocamento la size era stata ridotta e il rendimento alzato. I proventi del nuovo bond, insieme a 167 milioni di euro presenti in cassa, sarebbero dovuti servire anche a ripagare gli azionisti di minoranza per 205 milioni di euro e rimborsare altri 48 milioni di euro di linee tirate. Visto che la size del bond era stata inferiore a quanto previsto, la semestrale del gruppo spiega che MFM aveva immaginato di emettere un altro strumento di equity o di debito per altri 50 milioni di euro.
Nell’estate 2016 gli investitori finanziari (Private Equity Partners sgr, 21 Investimenti sgr, MPVenture sgr, Sviluppo Imprese Centro Italia sgr, NEIP II, IDeA Capital Funds sgr e Cooperare spa, Unipol Banca e Mediobanca) avevano siglato un accordo per salire 33,2% del capitale del gruppo attivo nell’erogazione e nella gestione di servizi integrati rivolti agli immobili, al territorio e a supporto dell’attività sanitaria, con il 66,8% che era rimasto in mano a Manutencoop Società Cooperativa. Il trasferimento delle azioni era avvenuto lo scorso 7 ottobre e gli accordi prevedevano anche che a partire da gennaio 2017 potessero essere avviate le iniziative finalizzate all’exit, attraverso la vendita o la quotazione in Borsa. A giugno, poi, era arrivata la quotazione del bond.
Il Gruppo MFM ha chiuso il semestre a giugno 2017 con 455,3 milioni di euro di ricavi, in diminuzione dai 471,5 milioni del primo semestre 2016, con un ebitda rettificato a quota 50 milioni (da 52,4 milioni) e un utile netto salito a 15,7 milioni (da 13 milioni). Il tutto con un indebitamento finanziario netto rettificato di 180 milioni (da 197,7 milioni a fine marzo).
MFM aveva chiuso il 2016 con 929,1 milioni di euro di ricavi consolidati, in calo del 2,8% dai 955,7 milioni del 2015, mentre l’ebitda era salito a 95,9 milioni dai 93,1 milioni dell’anno prima. L’indebitamento finanziario netto era sceso a 194 milioni dai 242 milioni del 2015.