Gli articoli pubblicati giovedì 17 aprile di MF-Milano Finanza e da BeBeez (si veda l’articolo di BeBeez), che dava conto del progetto di Sace relativo al lancio del suo fondo di minibond, hanno creato scompiglio tra i fondi già sul mercato.
Ieri infatti l‘Aifi, l’Associazione Italiana del Private Equity e del Venture Capital che ha associato anche i fondi di private debt, ha diffuso una nota che sottolinea come l’intrervento pubblico a supporto dello svilppo del mercato dovrebbe passare da un fondo di fondi di minibond, come quello al quale sta lavorando la Cassa Depositi e Presiti, e non in concorrenza con gli operatori già sul mercato, In particolare, sottolinea Aifi,una dotazione di 350 milioni di euro darebbe al fondo una dimensione ben al di sopra dell’ammontare medio ipotizzato dagli operatori indipendenti che sono attualmente in fase di raccolta sul mercato. Inoltre Aifi avanza un’ipotesi di potenziale distorsione del mercato visto che Sace, in qualità di garante dei fondi di minibond, ha preso contatti pressoché con tutti gli investitori che si sono affacciati sul mercato ed è venuta a conoscenza di informazioni riservate su tutte le varie iniziative di minibond.
Qui sotto il testo integrale della nota.
“A seguito di quanto emerso sulla stampa odierna, si è riunito oggi il tavolo di lavoro sui fondi di minibond. La preoccupazione da parte degli operatori associati ad Aifi, è che l’iniziativa possa essere in forte concorrenza con quelle che si stanno avviando sul mercato e che sperano di ricevere un supporto dal fondo di fondi. L’esperienza internazionale dimostra come sia efficace l’intervento pubblico attraverso l’attivazione di un fondo di fondi che faccia da volano per nuovi operatori e che consenta di canalizzare le risorse disponibili.
Sulla stampa emerge inoltre che Sace ha intenzione di raccogliere per il suo veicolo 350 milioni di euro che darebbe al fondo una dimensione ben al di sopra dell’ammontare medio ipotizzato dagli operatori indipendenti che sono attualmente in fase di raccolta sul mercato.
I soci AIFI, operatori di minibond, riuniti al tavolo, sottolineano come Sace, in qualità di garante dei fondi di minibond, abbia preso contatti pressoché con tutti gli investitori che si sono affacciati sul mercato. Proprio nell’ambito del potenziale rapporto professionale, Sace è venuto a conoscenza di informazioni riservate che identificano le diverse peculiarità delle iniziative di minibond.
L’annuncio del posizionamento di Sace come operatore di mercato rischia di creare asimmetrie informative e vantaggi competitivi a suo favore nell’ambito di un diverso rapporto con le controparti che hanno visto Sace sempre come un interlocutore importante cui affidarsi quale garante delle emissioni di minibond”.