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Rossini sarl, la holding lussemburghese con la quale CVC Capital Partners e i suoi co-investitori, PSP Investments, StepStone e Alpinvest, controllano il gruppo farmaceutico Recordati spa, quotato a Piazza Affari, ha rifinanziato il debito, emettendo 1,85 miliardi di euro di nuovi bond in due tranche, a tasso fisso e variabile, che vanno a rimborsare 1,3 miliardi di euro di bond, che sarebbero scaduti ad ottobre 2025 (si veda qui il comunicato di Rossini).
L’operazione era attesa dalla scorsa primavera (si veda altro articolo di BeBeez) ed era ipotizzata come alternativa a quella di un disinvestimento da parte dei fondi della quota del 51,81%, acquisita nel 2018 per 3 miliardi di euro, oppure di un suo trasferimento in un fondo di continuazione, così come CVC ha fatto di recente con la sua partecipazione in Multiversity, leader in Italia nel mercato dell’e-learning e della formazione digitale (si veda altro articolo di BeBeez).
Ora, secondo gli analisti di Equita, lo scenario più probabile diventa “l’eventuale cessione di una quota di minoranza di Rossini da parte della cordata guidata da CVC ad un nuovo entrante”. Tra i nomi che circolano ci sono KKR, TPG, Advent, Angelini Pharma e il fondo sovrano di Abu Dhabi. Sulla stessa linea gli analisti di Banca Akros, che dicono che, con l’operazione di rifinanziamento, “l’ipotesi di una cessione totale della partecipazione in Recordati da parte di CVC sarà eliminata”, mentre al momento non si può escludere l’ingresso di azionisti di minoranza nelle holding di controllo insieme a CVC. E aggiungono da Equita: “Restiamo dell’idea che non ci sia appeal speculativo a breve, considerando l’allungamento a 5 anni della scadenza del debito, anche l’orizzonte temporale del private equity si è dilatato. L’appeal speculativo potrebbe materializzarsi nel caso in cui un player industriale venisse coinvolto in qualche operazione”.
Tornando al rifinanziamento, nel dettaglio, i nuovi bond sono entrambi senior secured con scadenza 2029 e sono stati emessi per un miliardo di euro a tasso fisso con cedola 6,75% e per 850 milioni a tasso variabile con cedola pare al tasso euribor 3 mesi più 3,875%.
Così come meglio spiegato nella nota in cui Rossini annunciava l’emissione dei bond, lo scorso 8 luglio, i capitali raccolti con l’emissione dei due bond serviranno, da un lato, a rimborsare interamente i 650 milioni di euro di bond senior secured a tasso fisso emessi nel 2018 e i 650 milioni di euro di bond a tasso variabile emessi nel 2019, entrambi a scadenza 2025; e dall’altro a pagare un dividendo straordinario con il quale la controllante Rossini Investments potrà rimborsare i 750 milioni di euro di PIK notes (più i 46,9 milioni di euro di interessi capitalizzati) a scadenza giugno 2025, emesse a favore dei venditori, in occasione del passaggio della quota di controllo di Recordati ai fondi nel 2018 (come ricordato anche nella Relazione trimestrale al 31 marzo 2024 di Rossini sarl). L’operazione di rifinanziamento riguarda anche la stessa Rossini Investments, che ha emesso nuove PIK notes per 250 milioni, come spiegato nella nota con la quale Moody’s conferma il corporate family rating B2 per Rossini sarl e assegna il rating B3 ai nuovi bond (si veda qui la nota di Moody’s, disponibile agli abbonati a BeBeez News Premium e BeBeez Private Data). Fitch da parte sua ha assegnato il nuovo credit rating B a Rossini sarl e all’emissione, mentre S&P Global Ratings ha assegnato rating B all’emissione.
Ricordiamo che nel novembre 2019 Rossini sarl aveva emesso un bond senior secured da 650 milioni di euro, con cedola pari al tasso euribor tre mesi più il 3,875% e scadenza 30 ottobre 2025, quotato alla Borsa di Lussemburgo (si veda altro articolo di BeBeez), per rifinanziare una delle due emissioni obbligazionarie effettuate nell’ottobre 2018 per supportare l’acquisizione indiretta da parte di Rossini della maggioranza di Recordati (si veda altro articolo di BeBeez). Anche i precedenti due bond erano entrambi da 650 milioni di euro e scadenza 30 ottobre 2025: uno pagava una cedola variabile pari al tasso euribor 3 mesi (con un minimo dello 0%) più 625 punti base (ed è il bond che era stato rimborsato anticipatamente e rifinanziato) e l’altro, sinora in circolazione, pagava una cedola fissa del 6,75%. Il tutto quindi, appunto, per 1,3 miliardi di euro di bond.
Tornando alla transazione, questa comporta quindi un incremento del debito di Rossini la cui leva look through passa da 4,6 a 5,9 volte. Ipotizzando un tasso di interesse medio superiore al 7%, gli analisti di Equita ritengono che gli oneri finanziari totali delle nuove emissioni a livello di Rossini “possano aggirarsi intorno a 130-140 milioni di euro annui”. Gli oneri finanziari sono sostenibili coi dividendi incassati da Recordati (che gli analisti prevedono in crescita) mantenendo un pay-out intorno al 50-60% e senza compromettere la capacità finanziaria per nuove acquisizioni da parte del gruppo, che Equita sim conferma in oltre un miliardo di euro.
Recordati ha chiuso il 2023 con 2,08 miliardi di euro di ricavi netti consolidati (+12,4% dal 2022), un ebitda di 769,6 milioni (+14,4%), utile netto di 389,2 milioni (+24,6%) e un debito finanziario netto di 1,58 miliardi (da 1,42 miliardi a fine 2022) (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli investitori).
La società farmaceutica, inoltre, ha comunicato i risultati finanziari del 1° trimestre 2024 e ha confermato i target finanziari per l’intero esercizio (si vedano qui il comunicato stampa e qui la presentazione agli investitori). Quanto al primo trimestre dell’anno, si è chiuso con ricavi netti per 607,82 milioni (+10,2% dal primo trimestre 2023), con un ebitda di 244,04 milioni (+10,5%) e un utile netto rettificato di 163,66 milioni (+33,3%), a fronte di un debito finanziario netto in calo a 1,43 miliardi di euro e pari a circa 1,75 volte l’ebitda pro-forma degli ultimi 12 mesi, che tiene conto del contributo dei farmaci Avodart e Combodart/Duodart.
Per l’esercizio in corso la società farmaceutica stima ricavi compresi tra 2,26 miliardi e 2,32 miliardi di euro. L’ebitda è stimato tra 830 e 860 milioni di euro, con una marginalità nell’ordine del 37%. L’utile netto rettificato è indicato tra 550 e 570 milioni di euro. Inoltre, Recordati continua a prevedere di realizzare, con l’attuale portafoglio, ricavi superiori a 2,4 miliardi di euro nell’esercizio 2025, mantenendo un margine ebitda nell’ordine del 37%.