CVC Capital Partners ha spostato in un nuovo fondo la sua partecipazione in Multiversity, leader in Italia nel mercato dell’e-learning e della formazione digitale, che aveva acquisito in due fasi tra il 2019 e il 2021, dall’imprenditore Danilo Iervolino (si veda altro articolo di BeBeez). Lo ha annunciato nei giorni scorsi la stessa CVC, precisando che la partecipazione sarà trasferita dal fondo CVC Capital Partners VII a un fondo di continuazione, strutturato come un veicolo a singolo asset e sempre gestito da CVC, e nel quale investirà anche CVC Capital Partners VIII (si veda qui il comunicato stampa).
L’operazione replica uno schema che è sempre più comunque oggi per molti operatori di private equity in relazione a singole partecipate o a gruppi di partecipate acquisite tempo prima attraverso vecchi fondi, ma che si ritiene possano avere ancora strada da fare in termini di crescita e che per questo motivo si vogliono mantenere in portafoglio, dando però la possiblità a chi vuole dei vecchi investitori di uscire dall’investimento. Si tratta delle cosiddette GP-led secondary transactions, che consistono nel lancio di un nuovo fondo, cosiddetto appunto “di continuazione”, al quale vengono apportate le partecipazioni in questione e che viene dotato anche di capitali freschi per ulteriori investimenti o add-on, grazie all’impegno soprattutto di investitori specializzati in operazioni di mercato secondario.
L’operazione su Multiversity, per la quale Lazard e Morgan Stanley hanno agito come advisor finanziari di CVC, comporterà ainfatti nche l’iniezione di nuova finanza nel gruppo, che sarà reperita sia tramite equity sia tramite debito. Si legge infatti nella nota, che “l”estensione della partnership con Multiversity consentirà a CVC di continuare a sostenere le ambizioni di crescita dell’azienda, garantendo al contempo continuità e stabilità” e che “il finanziamento del debito è stato organizzato da Morgan Stanley, Goldman Sachs e da un gruppo di altri sottoscrittori”. Secondo quanto riferito da Bloomberg, si parla di un finanziamento da miliardo di euro, messo a disposizione, oltre che da Morgan Stanley e Goldman Sachs, anche da Bank of America Corp, Deutsche Bank AG, CVC Capital Markets, UniCredit, BNP Paribas e Crédit Agricole. Il finanziamento sarà poi rifinanziato con un bond.
A oggi il gruppo ha in circolazione soltanto un altro bond da 765 milioni di euro che era servito a finanziare il buyout del secondo 50% di Multiversity (si veda altro articolo di BeBeez). Il bond, che era stato emesso dalla controllante Paganini BidCo spa (poi fusa in Multiversity), ha scadenza ottobre 2028 e paga una cedola variabile pari al tasso euribor 3 mesi (con floor zero) più 425 punti base. Al bond, che è stato quotato alla Borsa del Lussemburgo, Moody’s aveva assegnato allora il rating B2 e S&P Global Rating il rating B.
La nota di CVC sottolinea anche che Multiversity ha dimostrato una performance impressionante dall’investimento iniziale del Fondo VII di CVC nel 2019, sostenuta dalla sua capacità di sbloccare un mercato italiano di nicchia poco servito e largamente poco penetrato. L’azienda ha inoltre effettuato investimenti significativi nella qualità accademica, nel percorso degli studenti e nei talenti manageriali, passando da un’azienda a conduzione familiare a un operatore aziendale professionalizzato.
Ricordiamo che a Multiversity fanno capo l’Università Telematica Pegaso e l‘Università Mercatorum (si veda altro articolo di BeBeez), l’Università Telematica San Raffaele Roma (si veda altro articolo di BeBeez), il 60,61% di Aulab, società di formazione professionale che offre un percorso con una rapida curva di apprendimento ai propri studenti consentendo di diventare sviluppatori web (si veda altro articolo di BeBeez) e una quota in Meterias, un venture builder che facilita le connessioni tra la ricerca accademica e il settore imprenditoriale, offrendo servizi di supporto nel trasferimento tecnologico e nella valorizzazione dei risultati della ricerca nel campo dei materiali avanzati (si veda altro articolo di BeBeez).
Ricordiamo infine che, intanto CVC lo scorso 26 aprile ha festeggiato un debutto stellare a Euronext di Amsterdam chiudendo la seduta con un balzo del 24% dal prezzo di ipo di 14 euro per azione. CVC ha collocato azioni, per l’equivalente di 2 miliardi di euro, di cui 250 milioni a titolo di aumento di capitale, corrispondente a un flottante del 14,3%, in un’operazione in cui a CVC è stata riconosciuta una valutazione di poco superiore a 14 miliardi di euro , di cui circa 2,47 miliardi (prima della vendita) attribuibili ai tre fondatori, ovvero Donald McKenzie, Rolly Van Rappard e Steve Koltes (si veda altro articolo di BeBeez).