Il gruppo Waste Italia, quotato all’Mta di Borsa Italiana, si affida a Leonardo&Co-Houlihan Lokey perché riveda la struttura del capitale, dati i risultati del 2015, le aspettative sul 2016, l’uscita di scena del ceo Enrico Friz (Flavio Raimondo ricopre ora la carica di ceo ad interim) e gli impegni per il pagamento delle cedole dei 200 milioni di euro di bond quotati all’ExtraMot Pro a scadenza 2019. Lo ha annunciato nei giorni scorsi la stessa Waste italia.
Il bond in questione stacca una cedola semestrale del 10,5% annuo del valore nominale del titolo, a novembre e a maggio. A oggi ci sono bond in circolazione solo per circa 130 milioni di euro (perché il resto è stato acquisito sul mercato dalla controllante Sostenya Group).
Di tutto questo già avevano avuto sentore lo scorso ottobre Fitch e Crif e in dicembre Moody’s e avevano tutte downgradato il rating della società, portato rispettivamente a B-, CCC e Caa2.
Il rendiconto dei nove mesi a fine settembre indicava che la posizione finanziaria netta di Waste Italia era negativa per 223.5 milioni, in aumento dai 218.5 milioni di fine giugno, a fronte di un fatturato di circa 92 milioni con un margine operativo lordo di 31,5 milioni, Il gruppo aveva chiuso il 2014 con 126,1 milioni di ricavi, 52 milioni di ebitda e un debito finanziario netto di 211 milioni.
Il 44% del capitale di Waste italia spa fa capo, tramite la holding Sostenya Group Plc. a Pietro Colucci, il 22% a Synergo sgr e il 9% al Comune di Settimo Torinese (tramite Azienda Sviluppo Multiservizi spa in liquidazione). Waste italia è dallo scorso 30 ottobre il nuovo nome di Kinexia. Il fondo di Synergo sgr era entrato nel capitale di Kinexia nel luglio 2014, in cambio della cessione a Kinexia della sua partecipazione in Waste Italia.
Il tutto si inserisce anche nel quadro della possibile integrazione (tramite scambio azionario) con Biancamano spa, primario operatore italiano nel settore dei rifiuti urbani a sua volta quotato a Piazza Affari, con l’obiettivo di accrescere la dimensione operativa, migliorare la diversificazione di business (attualmente focalizzata principalmente sui rifiuti industriali) e rafforzare il posizionamento competitivo.
Ma anche la situazione di Biancamano non è rosea, perché ha a in corso una trattativa con le banche per la ristrutturazione dell’indebitamento finanziario (110 milioni di euro) con la conversione di una parte rilevante del debito in capitale di rischio. E quindi l’integrazione con Waste avrà luogo soltanto quando la ristrutturazione del debito di Biancamano avrà avuto luogo e con il via libera delle banche creditrici.
Il titolo Waste italia ha chiuso venerdì 12 febbraio a quota 0,31 euro per azione per una capitalizzazione di 14,3 milioni. A metà dicembre quotava attorno a 0,72 euro per azione, mentre un anno fa il titolo viaggiava a oltre 0,90.